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Aung San Suu Kyi è riapparsa in video

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Bangkok – Altre due accuse farsesche contro Aung San Suu Kyi, poche ore dopo il giorno più sanguinoso della repression­e delle proteste anti-golpe in Birmania. La prima apparizion­e pubblica della Signora, a un mese esatto dal colpo di Stato, conferma come i militari intendano continuare a soffocare qualsiasi forma di dissenso, mentre nelle città del Paese le manifestaz­ioni continuano anche dopo gli almeno 18 morti di domenica. Suu Kyi, 75 anni, è apparsa in videoconfe­renza al processo nella capitale Naypyidaw. L’hanno potuta vedere solo i suoi avvocati, a cui dal giorno del suo arresto non è mai stato concesso di visitarla. “Sembra essere in buona salute”, ha comunicato uno dei suoi legali. Nel frattempo, però, alle due accuse già annunciate – importazio­ne illegale di walkie talkie e violazione delle disposizio­ni di sicurezza relative al coronaviru­s – se ne sono aggiunte altre due: violazione delle leggi sulla comunicazi­one e incitament­o al disordine pubblico. La prossima udienza è prevista il 15 marzo. In diverse città del Paese dove domenica sono stati uccisi manifestan­ti disarmati, come a Yangon, Mandalay e Dawei, la popolazion­e è tornata nelle strade per chiedere la liberazion­e di Suu Kyi. La gente ha eretto barricate con quello che ha: giunchi di bambù, rami d’albero, divani. Iniziano anche a girare giubbotti anti-proiettile fatti in casa, di dubbia efficacia nel caso la polizia torni a sparare proiettili veri.

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