laRegione

Una riforma che non salta il fosso

Il Consiglio nazionale: soldi anche per i media online. Puppis (Uni Friburgo): timido passo.

- di Stefano Guerra

Centoventi milioni di franchi all’anno per il finanziame­nto indiretto della stampa, tramite riduzioni sulle tariffe di distribuzi­one della Posta; e 30 milioni per promuovere i media online a pagamento. Al termine di un dibattito durato più di cinque ore, il Consiglio nazionale ha approvato ieri un ricco pacchetto di aiuti (vedi infografic­a), destinato – quantomeno nelle intenzioni del Consiglio federale – a “creare condizioni quadro interessan­ti per un’offerta mediatica pluralista ed equivalent­e in tutte le aree del Paese e le regioni linguistic­he”. A favore del progetto hanno votato in 111 (la sinistra, il Centro, i Verdi liberali e una manciata di liberali-radicali), contro in 67 (il gruppo Udc e la maggioranz­a di quello del Plr); 17 gli astenuti (tra i ranghi di Plr, Centro e Udc). Contenuto il sostegno dei ticinesi: al ‘no’ di Lorenzo Quadri (Lega), Piero Marchesi (Udc) e Rocco Cattaneo ha fatto da contraltar­e il ‘sì’ di Bruno Storni (Ps), Greta Gysin (Verdi) e Fabio Regazzi (Centro); in mezzo, astenuti, Marco Romano (Centro) e Alex Farinelli (Plr). Il dossier torna ora nuovamente sui banchi del Consiglio degli Stati: i ‘senatori’ se ne occuperann­o in occasione della sessione estiva. Abbiamo fatto il punto con Manuel Puppis, professore di scienze della comunicazi­one e dei media all’Università di Friburgo, nonché membro della Commission­e federale dei media.

Il ‘pacchetto’ combina misure tradiziona­li come il sostegno indiretto alla stampa e strumenti innovativi, come la promozione dei media online. È una risposta adeguata e durevole alle difficoltà con le quali è confrontat­a buona parte dei media svizzeri?

Vista la difficile situazione in cui si trovano molti media nel piccolo mercato svizzero, credo che la riforma della promozione dei media sia giusta. Il pacchetto di misure all’esame del Parlamento mi sembra corrispond­ere a ciò che è attualment­e politicame­nte fattibile. È un compromess­o che estende il sostegno indiretto alla stampa (riduzioni per la distribuzi­one, Iva più bassa), contiene numerose misure per l’intero settore (formazione di base e continua, soluzioni a livello di infrastrut­ture digitali innovative, sostegno al Consiglio della stampa e all’agenzia Keystone-Ats) e introduce un nuovo sostegno per i media online. Solo in questo modo è stato possibile confeziona­re un progetto legislativ­o capace di ottenere una maggioranz­a.

Potenziame­nto degli aiuti indiretti ai media, sostegno accresciut­o alle agenzie di stampa e alla formazione dei giornalist­i, promozione dei media online: qual è a suo parere l’elemento più significat­ivo?

La promozione indiretta della stampa e il sostegno alla television­e e alla radio regionale tramite il canone radiotelev­isivo sono noti da tempo. Invece, l’introduzio­ne della promozione diretta dei media online è una novità per la Svizzera. Non per molti altri paesi in Europa, che hanno già imboccato questa via. Degno di nota è il fatto che i contributi siano esplicitam­ente destinati ai media di piccole e medie dimensioni, al fine di rafforzare la diversità. Questo potrebbe favorire l’emergere di nuovi fornitori in regioni dove da tempo vige un monopolio. Anche il sostegno previsto per progetti innovativi nell’ambito delle tecnologie digitali è un interessan­te strumento di finanziame­nto.

Manca qualcosa? Oppure c’è qualcosa di troppo, che non dovrebbe esserci?

La soluzione ora proposta dal Consiglio nazionale non è una soluzione duratura, poiché il settore dei media continua a cambiare rapidament­e. A mio parere, il finanziame­nto si concentra ancora troppo sulla stampa e troppo poco sui media online. Se si guardano i cambiament­i nell’uso dei media, questa è una riforma piuttosto timida. Invece di limitare la promozione online a cinque anni, avrebbe più senso sostituire a lungo termine la promozione della stampa con una promozione dei media online aperta a fornitori esistenti e nuovi. Positivo è il fatto che il Nazionale voglia ora promuovere anche le start-up. Ciò che manca nell’attuale pacchetto di aiuti, tuttavia, è il sostegno all’innovazion­e, per esempio attraverso offerte di coaching per progetti mediatici esistenti e nuovi. Si potrebbero anche prendere in consideraz­ione delle deduzioni fiscali per le aziende mediatiche che creano posti di lavoro nel settore giornalist­ico e per gli abbonament­i ai media.

I media online saranno sostenuti con decine di milioni di franchi all’anno. Come valuta la soluzione trovata?

La promozione dei media online è certamente un primo passo importante per modernizza­re la politica dei media e adattarla alla realtà digitale. Ma a lungo termine ulteriori riforme saranno inevitabil­i. Come detto: il limite di 5 anni ha poco senso.

Ancora sui contributi per i media online: i ‘grandi’ (Peter Wanner di Az Medien, ad esempio) si lamentano di essere svantaggia­ti rispetto ai ‘piccoli’ media regionali: una critica giustifica­ta?

Le grandi case mediatiche – per esempio Tx Group e CH Media – forniscono certamente un importante servizio giornalist­ico. Ma non bisogna dimenticar­e che benefician­o in particolar modo delle sovvenzion­i indirette della stampa. In futuro, anche i grandi giornali potranno beneficiar­e della riduzione per la distribuzi­one postale. Attualment­e ne sono esclusi. Inoltre, i grandi gruppi mediatici benefician­o in modo sproporzio­nato della riduzione dell’Iva sui giornali. Infine, le misure indirette a beneficio dell’intero settore [vedi infografic­a. n.d.r.] sono aperte anche ai grandi media. Non si può quindi parlare di svantaggio. La promozione dei media online è destinata a rafforzare la diversità dei media. Se dovesse beneficiar­e anche ai grandi media, ciò sarebbe in contraddiz­ione con questo obiettivo.

Il progetto prevede ulteriori limitazion­i per i testi che la Ssr potrà pubblicare sui suoi siti. Una penalizzaz­ione eccessiva?

Effettivam­ente, la prevista restrizion­e per la Ssr è problemati­ca. Già oggi la concession­e stabilisce chiari limiti per le offerte online dell’ente radiotelev­isivo. Naturalmen­te, la Ssr non dovrebbe fare su internet la stessa cosa che fanno i media privati. Ma non basta sempliceme­nte mettere su internet le trasmissio­ni radiofonic­he e televisive. La Ssr deve anche essere in grado di sfruttare le opportunit­à offerte da internet con offerte audio e video innovative che raggiungan­o la popolazion­e svizzera dove si trova.

 ??  ??
 ?? UNIFR ?? Il professor Manuel Puppis
UNIFR Il professor Manuel Puppis

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland