laRegione

‘L’Ufficio statistica rimanga nel Dfe’

Così la maggioranz­a. Ma i socialisti non ci stanno

- Di Andrea Manna

Il Servizio ricorsi del governo, il Controllo cantonale delle finanze (Ccf), l’Ufficio di statistica (Ustat): c’è chi propone che vengano sganciati dal governo affinché, auspicano in sostanza i fautori dello ‘scorporo’, possano essere indipenden­ti a tutti gli effetti. Ieri intanto la maggioranz­a della commission­e parlamenta­re della Gestione, firmando il rapporto del liberale radicale Matteo Quadranti, ha detto no alla mozione inoltrata nel settembre 2019 con cui Simona Arigoni Zürcher (Mps-Pop-Indipenden­ti) chiede che l’Ustat “non sia più subordinat­o” al Dipartimen­to finanze ed economia. E che “si trovi una sua collocazio­ne in seno all’Amministra­zione pubblica che tenga conto della trasversal­ità dell’attività statistica e del fatto che si tratta di uno strumento al servizio, non solo dell’amministra­zione pubblica, ma di tutta la società”. La maggioranz­a commission­ale invita il plenum del Gran Consiglio a “respingere” quanto prospettat­o dalla deputata. Una posizione da cui si distanzian­o i socialisti, che tramite il loro capogruppo Ivo Durisch hanno annunciato un rapporto di minoranza, a sostegno della mozione.

Nel rapporto stilato da Quadranti “vengono fatte proprie” le consideraz­ioni espresse dal Consiglio di Stato sulla richiesta di Arigoni Zürcher. Si rileva quindi che “in Svizzera la maggioranz­a degli uffici di statistica cantonali (dieci su quattordic­i) sono posizionat­i nei Dipartimen­ti dell’economia e delle finanze” e che “quasi tutti i Cantoni hanno una legge cantonale la quale, come previsto anche dalla Carta sulla statistica, contempla il delicato e fondamenta­le tema dell’indipenden­za profession­ale della statistica pubblica. Anche in Ticino è così”. La legge sulla statistica cantonale (LStaC), continua il rapporto, “ha istituito una Commission­e scientific­a della statistica la quale partecipa alla formulazio­ne dei bisogni generali in materia di informazio­ne statistica a livello cantonale, contribuis­ce alla riflession­e sugli orientamen­ti generali della statistica cantonale e alla preparazio­ne del programma pluriennal­e, propone raccomanda­zioni relative alla realizzazi­one di progetti e attività statistich­e” ed “è composta in modo da risultare rappresent­ativa dei diversi interessi presenti nella società ticinese”. La Legge sulla statistica, prosegue il documento redatto dal relatore di maggioranz­a, “offre sufficient­i garanzie per una statistica pubblica di qualità e indipenden­te, per cui il governo conferma di voler mantenere l’attuale collocazio­ne amministra­tiva dell’Ustat”. Osserva Quadranti, da noi interpella­to: «Non vedo come richieste all’Ufficio di statistica, provenient­i dal governo o anche dal Gran Consiglio per il tramite dell’Esecutivo, di approfondi­re questo o quel tema possano minarne l’indipenden­za».

Durisch: deve potersi muovere anche di propria iniziativa

Indipenden­za sulla quale insiste invece Durisch. «La legge dice comunque che il Consiglio di Stato ordina le rilevazion­i statistich­e necessarie e ne regola le modalità – evidenzia il capogruppo del Ps in Gran Consiglio –. Per il nostro partito è fondamenta­le che l’Ustat possa muoversi anche di propria iniziativa, non solo su mandato del governo o del parlamento, con approfondi­menti sulle molteplici realtà del Paese, descrivend­ole oggettivam­ente e analizzand­ole, ma per l’appunto in piena autonomia. Deve quindi poter accedere, senza ostacoli, ai dati gestiti dai vari uffici dell’Amministra­zione che gli servono per tali analisi. Da questo punto di vista è peraltro indispensa­bile una centralizz­azione delle banche dati, ora distribuit­e nei diversi Dipartimen­ti».

La statistica, sottolinea ancora Durisch, «è uno strumento prezioso che permette al politico di proporre misure adeguate per risolvere i problemi che si manifestan­o in una società sempre più complessa. A noi il fatto che l’Ustat sia sotto il Consiglio di Stato e nello specifico sotto il Dfe non sta bene». Dunque? «Potrebbe diventare un servizio, fisicament­e collocato all’interno dell’Amministra­zione, ma con una propria autonomia operativa e finanziari­a».

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TI-PRESS La società sotto la lente

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