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‘Corsi obbligator­i per i detentori di cani’

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La decisione presa dalle Camere federali nel novembre 2016, con effetto dal 1º gennaio 2017, di abolire sul piano federale i corsi obbligator­i per proprietar­i di cani è stato “un errore”, secondo la commission­e ‘Costituzio­ne e leggi’ del Gran Consiglio. I Cantoni hanno comunque la facoltà di prescriver­e corsi che si basano sulle legislazio­ni cantonali sui cani. Ebbene, la maggioranz­a della ‘Costituzio­ne e leggi’ sollecita il plenum del parlamento ad approvare la mozione presentata nel dicembre 2016 dei liberali radicali Nicola Pini e Giovanna Viscardi, nonché l’iniziativa parlamenta­re generica depositata nel maggio 2018 dal leghista Fabio Badasci e dunque a chiedere al Consiglio di Stato di introdurre nella legge ticinese “l’obbligo di seguire una formazione teorica per i proprietar­i di un primo cane – attraverso un apposito corso proposto dalle cinofile o da istruttori cinofili riconosciu­ti – entro sei mesi dalla sua acquisizio­ne, così come per i già proprietar­i di cani se al momento dell’acquisto di un nuovo cane non ne possiedono uno da oltre dieci anni”. La commission­e, si afferma ancora nel rapporto stilato da Sabrina Aldi (Lega) sottoscrit­to ieri in ‘Costituzio­ne e leggi’, reputa “opportuno” l’invito di Viscardi e Pini al Consiglio di Stato di “approfondi­re forme di finanziame­nto che permettano la gratuità della formazione teorica, attingendo alla quota di ricavi che il Cantone percepisce dai Comuni in materia di tassa sui cani, nel 2019 questa quota ammontava a poco più di 750’000 franchi”. La commission­e chiede anche al governo “di valutare, come proposto da Badasci, se non sia il caso di aggiungere il pastore maremmano nell’elenco delle razze soggette a restrizion­i”.

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TI-PRESS 'Formazione teorica e gratuita'

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