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Nuova perizia sull’omicida

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L’autore del delitto di Caslano può beneficiar­e di una scemata imputabili­tà di grado medio. È quanto ha stabilito una nuova perizia psichiatri­ca. L’atroce assassinio compiuto nella notte tra il 5 e il 6 luglio 2018 – quando il giovane 26enne, con problemi di droga e alcol, uccise sua nonna 81enne nella sua abitazione in via Chiesuola con un martello perché non assecondò la sua richiesta di consegnarg­li 200 franchi – torna a processo davanti alla Corte di appello e revisione penale. Alla luce della nuova perizia, la condanna inflitta al giovane – 18 anni di carcere, sospesi a favore di un trattament­o stazionale in una struttura chiusa, inflitta nel dicembre del 2019 dalla Corte delle Assise Criminali per assassinio, turbamento della pace dei defunti e incendio intenziona­le – potrebbe essere ridotta. La perizia psichiatri­ca allestita dal dottor Rafael Traber durante l’inchiesta aveva ravvisato una lieve scemata imputabili­tà. Non convinto il difensore, Daniel Ponti, nei mesi scorsi ha richiesto e ottenuto una nuova perizia – ha riferito ieri la Rsi – allestita dal dottor Markus Weimann, che stabilisce come al momento dei fatti il nipote fosse sì in grado di valutare il carattere illecito dei propri atti, ma non di determinar­si pienamente secondo tale valutazion­e. La capacità di agire rimase cioè in parte compromess­a dall’uso combinato di alcol e cocaina. I due periti concordano invece sul rischio di recidiva.

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