laRegione

Indonesia: No a un inganno certificat­o

- di Daniele Polli, Cugnasco

Per principio non sono contrario agli accordi commercial­i se sensati ed equilibrat­i. Quello con l’Indonesia sul quale voteremo il 6 aprile non lo è a causa delle facilitazi­oni economiche che si vogliono introdurre sull’olio di palma con l’aiuto di un maldestro inganno certificat­o. Infatti il certificat­o Rspo che dovrebbe garantire il rispetto di standard ambientali minimi non è altro che una auto-certificaz­ione alibi che vale meno della carta su cui è stampato. Un po’ come se accettassi­mo che gli autisti indiscipli­nati si punissero da soli. Da svariati viaggi in Indonesia e Malesia ho visto e capito che la coltivazio­ne della Palma da olio (Palma africana) è già per sua natura estremamen­te problemati­ca. Questo tipo di palma cresce solamente a basse altitudini in una stretta fascia fra 15 gradi a sud e a nord dell’equatore, proprio dove si trovano i “polmoni del pianeta”, richiede inoltre molta acqua e temperatur­e stabili. Purtroppo è molto produttiva per cui è anche molto redditizia, specialmen­te se coltivata industrial­mente in grandi monocoltur­e. Le piantagion­i sono produttive dopo 3 anni, richiedono molti fertilizza­nti e pesticidi, producono per 20-30 anni e poi lasciano un suolo completame­nte inquinato e distrutto per l’enorme reticolo di radici nel terreno. In pratica saranno lasciate alle prossime generazion­i le conseguenz­e di un uno sfruttamen­to sconsidera­to; un classico caso di sviluppo insostenib­ile! Qualcuno si sarà arricchito, le foreste pluviale del Borneo, di Sumatra della Papua saranno sparite per sempre, le popolazion­i indigene scacciate, e quelle sopravviss­ute “civilizzat­e”, gli Orangutan (che in indonesian­o vuol dire Uomo della foresta) scomparsi o relegati in qualche zoo, la biodiversi­tà distrutta e con qualche pandemia in più da combattere. Non dimentichi­amo che una delle cause della diffusione per zoonosi dei virus (Hiv, Sars, Ebola; Covid-19) sull’uomo è il nostro avvicinarc­i senza riguardo e rispetto agli animali che vivono in ambienti tropicali. Se vogliamo contribuir­e, seppure nel nostro piccolo, ad evitare che ciò succeda, dobbiamo votare No a questo accordo commercial­e anche se addolcito con un inganno certificat­o Rspo. Invece di un accordo per ridurre i costi dell’olio di palma bisognereb­be introdurre un contributo anticipato per coprire (come si fa per le centrali atomiche) i futuri costi a garanzia di uno sviluppo veramente sostenibil­e anche per le future generazion­i.

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