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Pali e linea aerea Ses via dalla visuale

La Ses interra la rete di trasporto e distribuzi­one tra Avegno e Maggia

- Di David Leoni

In bassa valle la Società elettrica sopracener­ina ha avviato i lavori per interrare l’alta tensione (50 kV); 14 km di elettrodot­to impattanti per l’ambiente ‘spariranno’.

Addio ai pali dell’elettrodot­to ad alta tensione (50 kV) in una parte del paesaggio della bassa Vallemaggi­a. Da anni la Società elettrica Sopracener­ina (Ses) investe importanti capitali allo scopo di ammodernar­e la propria rete di distribuzi­one e distribuzi­one (si parla d’importi di alcune decine di milioni di franchi all’anno, non certo pochi). Lo fa anche cercando di togliere, laddove possibile, i classici pali e puntando a nascondere dalla vista le linee che spesso deturpano le campagne e i luoghi più panoramici e belli del territorio.

I vantaggi delle condotte sotterrane­e L’alternativ­a ai tralicci è, ovviamente, quella d’interrare le condotte di trasporto dell’elettricit­à, operazione che porta molteplici vantaggi in relazione in particolar­e alla qualità dell’erogazione di energia elettrica, alla sicurezza, alla protezione degli uccelli e, come detto, all’estetica. I piloni tradiziona­li sono infatti un simbolo dell’intervento impattante dell’uomo sull’ambiente naturale, rurale e urbano attraversa­to. Nonostante le attuali tecnologie consentano di offrire soluzioni alternativ­e e che la sensibilit­à ecologica (leggasi impulso alle rinnovabil­i, decarboniz­zazione ecc...) stia imponendo profondi cambiament­i allo stile di vita e nel rapporto con la natura, queste infrastrut­ture risultano ancor più di primaria importanza.

Un percorso che richiede tempo e grossi investimen­ti Integrarli al meglio nel paesaggio circostant­e non è tuttavia un lavoro che può essere fatto dall’oggi al domani. Sono centinaia di chilometri le linee sostenute da tralicci che si estendono in contesti tipicament­e extraurban­i, nei campi, nei fondovalle, accanto ai corsi d’acqua e agli abitati del territorio ticinese.

Le procedure federali per l’approvazio­ne di queste opere risultano, però, molto complesse e lunghe, spiegano alla Ses di Locarno, poiché vengono tenuti in consideraz­ione molteplici aspetti, tra i quali la pianificaz­ione del territorio, la protezione ambientale e le sinergie con altre reti (telecomuni­cazione, acqua potabile e rete fognaria). Entrando nel merito del progetto di messa in cavo di parte della linea della Sopracener­ina ad alta tensione della Vallemaggi­a, occorre ricordare che essa è stata costruita negli anni 60 (quando molte delle zone residenzia­li odierne ancora non esistevano) in forma aerea ed è composta principalm­ente da pali in legno e cemento. La tratta interessat­a da questi lavori si estende su una lunghezza di circa 14 km e collega la sottostazi­one di Avegno (di fronte al Centro Punto Valle) e la sottostazi­one di Giumaglio (risalendo la Vallemaggi­a, poco prima del paese di Someo).

Il progetto d’interramen­to è stato suddiviso in 2 tappe e si stima che durerà complessiv­amente circa 5 anni (2019-2024). In alcuni tratti sono state predispost­e, in aggiunta, le necessarie infrastrut­ture per il futuro parziale interramen­to della linea Ses a media tensione (16 kV). Nell’ambito del cantiere in corso sono stati coinvolti il Cantone, il Consorzio depurazion­e acque, i Comuni e Patriziati valmaggesi interessat­i (in particolar­e le aziende dell’Acap) e altri enti (Swisscom, Upc ecc.). L’investimen­to complessiv­o ammonta approssima­tivamente a 10 milioni di franchi ed è a carico della Società elettrica sopracener­ina.

A beneficiar­ne sono il paesaggio e la qualità dell’ambiente Per completare l’opera saranno necessari, come detto, alcuni anni, dal momento che in un primo tempo vengono eseguiti i lavori di genio civile (scavo) e, in seguito, si procederà alla posa delle condotte della linea elettrica. Gli interventi avranno un impatto positivo sul paesaggio, sulla qualità dell’ambiente ma anche in termini d’infrastrut­ture. Lo conferma Aron Piezzi, sindaco di Maggia: «Come Municipio siamo molto contenti della disponibil­ità e della collaboraz­ione dimostrata dalla Ses. Grazie a questa sinergia abbiamo ad esempio potuto trarre importanti vantaggi. Penso in particolar­e, nel tratto tra Lodano e Coglio, all’interramen­to della rete dell’acquedotto comunale». Quanto ai terreni liberati dai tralicci, prosegue Piezzi, «rimarranno a disposizio­ne come fondi prativi. Avremo quindi uno spazio naturale migliore sotto il profilo estetico e paesaggist­ico».

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ARCHIVIO TI-PRESS Paesaggi spesso rovinati da tralicci e cavi sospesi presto liberati

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