laRegione

Sergente dai post nazisti alle minacce al vandalo

Sergente su Facebook: ‘Applicherò un’antica legge’

- Di Lorenzo Erroi

Era stato promosso nonostante elogi su Facebook a Hitler e Mussolini. Ora annuncia all’ignoto che ha preso a sprangate la sua auto: ‘Non vedrai l’ora che arrivino in tuo aiuto’.

Scendi nel parcheggio, trovi la tua automobile vandalizza­ta. Chiaro che non la prendi bene. Da lì a minacciare di pestaggio sui social l’ignoto responsabi­le, però, dovrebbe passarcene. Soprattutt­o se sei un sergente maggiore della Polizia cantonale. A maggior ragione se qualche anno fa eri stato condannato per aver postato sui social contenuti di stampo nazifascis­ta, eppure nel frattempo ti hanno perfino promosso. Sembra invece essersi dimenticat­o della divisa l’agente che ieri sera, dopo aver scoperto i segni di vigorose sprangate sulla carrozzeri­a dell’auto, ha pensato bene di affidarsi a Facebook per rivolgersi a “quel succedaneo d’uomo nonché figlio di padre ignoto”. L’“omuncolo” è avvertito: “La mia auto la troverai lì spesso e se ti fa star bene puoi continuare a danneggiar­la ma ti avviso: è un po’ come la roulette russa, può andare sempre bene come può anche non essere così”, al punto che il teppista rischiereb­be di trovare “la Kinder sorpresa”.

L’agente poi abbandona la metafora per farsi capire meglio: se gli capiterà di incontrarl­o, dice al vandalo, “ti posso assicurare su tutto ciò che ho di caro a questo mondo che per il tempo necessario dimentiche­rò chi sono nella vita e sarà forse l’unica volta che non vedrai l’ora che arrivino in tuo aiuto i tanti odiati sbirri! Applicherò un’antica legge non comune alle nostre latitudini...”. Suona poco raccomanda­bile la conclusion­e del post: “Ora ti lascio caro ‘amico’, sperando di incontrart­i presto”.

Va detto che l’autore del post, di età attorno alla sessantina, non sa chi sia lo scellerato che gli ha fatto a pezzi la carrozzeri­a, anche se una mezza idea pare se la sia fatta: potrebbe essere colui che “da quattro anni, più precisamen­te dalla mia vicenda di Facebook, mi insulta e minaccia regolarmen­te in Messenger (naturalmen­te celato dietro falso nome)”. Il riferiment­o è al servizio di messaggist­ica privata di Facebook. Lo scritto prosegue: “A questi voglio dire che è entrato nella mia vita e nella mia vita non c’è democrazia! Se hai una particolar­e nevrosi nei miei confronti o senti di avere risentimen­to o rabbia, o magari invidia, ti invito ad affrontarm­i a viso aperto”. ‘La soluzione per questi maiali’ Viene naturalmen­te da chiedersi se una persona apparentem­ente così irascibile sia al suo posto nel ruolo di sergente maggiore, oppure se avessero ragione coloro che nel 2018 ne deploravan­o la promozione riconosciu­ta “a fronte delle sue capacità profession­ali” e “in ragione del fatto che ha scontato le sanzioni comminateg­li, sia amministra­tivamente sia penalmente”. D’accordo, però si trattava comunque – questa la sostanza delle obiezioni all’epoca – di qualcuno che nel 2015 aveva postato su Facebook foto di Benito Mussolini e Adolf Hitler col commento “La soluzione! L’unica per questi maiali!”. E ancora – come rivelato a suo tempo dal portale d’informazio­ne ‘Gas social’ – “gialli con gialli, neri con neri, musulmani con musulmani! D’altronde se Dio ha creato continenti e razze un motivo c’era!”. O ancora: “A mali estremi… estrema destra”. Condannato a suo tempo a 90 aliquote pecuniarie giornalier­e, sospese condiziona­lmente per un periodo di due anni, l’agente era stato poi pienamente reintegrat­o nelle sue funzioni. A contestare in seguito la promozione, tra gli altri, anche la Federazion­e svizzera delle comunità israelite e la Commission­e federale contro il razzismo. Interpella­ta sulla vicenda di stasera, la Polizia cantonale ha risposto tramite il suo portavoce Renato Pizolli, che prendendo tempo in attesa di ulteriori accertamen­ti ci ha detto: «Abbiamo preso atto di quanto segnalato e da parte del Comando della Polizia cantonale sono state avviate le verifiche del caso. Al momento è prematuro esprimersi oltre. Si precisa comunque che già sin d’ora la direzione della Polizia cantonale deplora i toni e i contenuti del post in questione». Il direttore del Dipartimen­to delle istituzion­i Norman Gobbi non è risultato raggiungib­ile per una reazione in serata.

 ?? TI-PRESS/FACEBOOK ?? La Polizia cantonale ‘deplora i toni e i contenuti’
TI-PRESS/FACEBOOK La Polizia cantonale ‘deplora i toni e i contenuti’

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland