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Mancano all’appello quasi in novecento

Il Ticino è la regione svizzera con il maggiore incremento del tasso di decessi

- di Federica Ciommiento

I primi dati sui decessi del 2020 ricalcano le ondate della pandemia di Covid

C’era da aspettarse­lo, anche se non si possono azzardare correlazio­ni dirette con la pandemia di coronaviru­s. Un dato su tutti: 878 morti in più che portano il totale dei decessi avvenuti l’anno scorso in Ticino a 4’058. Su questi dati provvisori (quelli definitivi arriverann­o a giugno) l’Ufficio cantonale di statistica (Ustat) ha elaborato un’analisi curata da Matteo Borioli. «Non avendo a disposizio­ne il dato sulle cause di morte, non posso trarre delle conclusion­i precise – dice Borioli –. Ma è chiaro che le relazioni ci sono». Infatti, si legge nello studio, “questa situazione è molto probabilme­nte riconducib­ile in modo diretto o indiretto alla pandemia di Covid-19”. Quali le cause indirette, allora? «Anche se questa informazio­ne non è presente nei nostri dati, potrebbero essere rappresent­ate da persone con patologie particolar­i, che hanno rimandato le visite mediche a causa della situazione pandemica, portando poi a un peggiorame­nto della salute e poi al decesso», illustra Borioli.

Per confrontar­e tra loro periodi e numeri di abitanti differenti, viene usato nell’analisi il cosiddetto metodo degli Z-score. Ovvero una standardiz­zazione delle variabili prese in esame in modo che si possa dare una lettura la più precisa possibile. Più essi sono elevati, più i dati osservati si discostano dalla media complessiv­a del periodo in esame (in questo caso gli anni tra il 2015 e il 2020). Riguardo alla mortalità, “dal 2015 a oggi vi sono numerosi momenti in cui gli Z-score mostrano dei ‘picchi’, ad esempio quelli delle settimane invernali e riconducib­ili verosimilm­ente agli effetti delle influenze stagionali – si legge nello studio –, ma quanto registrato nel corso del 2020 non è mai stato osservato in precedenza”. «La scorsa primavera ci sono stati dei veri e propri apici di sovramorta­lità, con una rapida crescita e decrescita. Mentre in autunno e in inverno abbiamo assistito a un incremento con periodi prolungati di sovramorta­lità», spiega il collaborat­ore scientific­o dell’Ustat. Picchi che coincidono, rispettiva­mente, con la prima e la seconda ondata di Covid-19. Nell’ultima sono stati registrati numeri alti di decessi per un periodo maggiore rispetto a quello primaveril­e. ‘Decessi come vent’anni fa’ Dall’analisi, inoltre, risulta che il Ticino è la grande regione svizzera che presenta il maggiore incremento del tasso di mortalità standardiz­zato rispetto al resto del Paese. “Nel giro di un anno si è dunque tornati a una situazione di venti anni fa”, viene illustrato nell’analisi. Oltre al Ticino anche la regione del Lemano è stata fortemente colpita. Queste due località hanno infatti visto crescere notevolmen­te in primavera il tasso di mortalità tra i grandi anziani. Fenomeno che si è replicato in autunno in tutte le altre zone prese in esame.

“Se dal punto di vista del genere la percentual­e di uomini e donne deceduti in Ticino nel 2020 è pressoché simile a quella osservata negli ultimi cinque anni, non si può affermare altrettant­o della situazione secondo l’età”, si legge. Durante le due ondate i dati sono elevati per le due classi d’età più anziane (ultraottan­tenni e le persone fra i 65 e i 79 anni), ma si notano anche dei picchi tra le classi d’età più giovani. Quello della ventesima settimana dell’anno, tra i 40-64enni, “è dovuto a un numero di decessi quasi doppio rispetto alla media dei cinque anni precedenti (rispettiva­mente 13 e 7 decessi), mentre quello della 33esima settimana, tra i 20-39enni, è la conseguenz­a di tre decessi osservati nel 2020 contro un valore medio di 0,4 nel quinquenni­o precedente”.

Differenze fra distretti

Ma dove sono avvenuti questi decessi? Nella primavera 2020 sono i distretti di Bellinzona, Riviera e Mendrisio a presentare i dati più alti rispetto ai cinque anni precedenti, mentre in autunno sono quelli di Vallemaggi­a, Locarno e Lugano a subire un maggiore tasso di mortalità rispetto al passato. “Tra un distretto e l’altro vi sono differenze anche nella durata dei periodi con Z-score elevati”, si legge. Ma con i dati disponibil­i “è difficile esprimersi sulle ragioni di questi andamenti”. Tornando alla questione Covid, quando sarà possibile conoscere esattament­e le cause di morte delle persone in Svizzera durante il 2020? «Normalment­e queste informazio­ni vengono fornite due anni dopo i dati sui decessi. Forse, vista la situazione particolar­e, questa volta giungerann­o in anticipo», dice Borioli. L’Ufficio del medico cantonale però fornisce giornalmen­te il numero di morti legati al coronaviru­s, perché non basarsi su questi elementi? «Non ho potuto usare questi dati perché i criteri di raccolta non sono gli stessi della fonte sulla quale mi sono basato per l’analisi, che fornisce informazio­ni su tutti i decessi indipenden­temente dalle cause», spiega il collaborat­ore scientific­o.

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INFOGRAFIC­A LAREGIONE/FONTE DATI: BEVNAT E STATPOP, UST

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