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Prestazion­e ponte, accolte 185 domande

- Di Jacopo Scarinci

Poco più di 450 domande accolte. 456, per la precisione. Per la prestazion­e ponte Covid, pensata dal Dipartimen­to sanità e socialità diretto da Raffaele De Rosa soprattutt­o per indipenden­ti e salariati che non hanno potuto beneficiar­e di alcuna indennità in precedenza dall’inizio della pandemia, il mese di marzo è stato il primo dei quattro previsti. I dati, aggiornati all’8 aprile e che fanno capo ai 78 Comuni che finora hanno trasmesso i rispettivi numeri, li snocciola il presidente del Consiglio di Stato Norman Gobbi davanti al plenum del Gran Consiglio rispondend­o a un’interpella­nza del capogruppo leghista Boris Bignasca: di queste 456 domande ne sono state accolte 185, il 41%, e rifiutate 271, il 59%. Percentual­i che, però, si ribaltano quando Gobbi annota come lo scopo dell’esercizio, con la collaboraz­ione dei Comuni, fosse anche di fornire consulenza e dirottare magari alcuni richiedent­i verso altri tipi di prestazion­i e indennità. Ebbene, con le 69 persone che sono state indirizzat­e verso altri servizi si arriva a un 56% di richieste, 254, soddisfatt­e attraverso un contributo o un’altra prestazion­e. La somma finora erogata è di poco superiore ai 251mila franchi.

Più attenzione al clima di lavoro nell’Amministra­zione

Il Gran Consiglio ha deciso anche di fare un passo verso il riconoscim­ento degli Uffici virtuosi nell’Amministra­zione cantonale e per ridurre l’assenteism­o dal posto di lavoro. Raccoglien­do e conducendo in porto una mozione con primo firmatario Boris Bignasca (Lega), il relatore del rapporto commission­ale Bixio Caprara (Plr) afferma che «la questione delle assenze è importante, e l’indicatore relativo alle assenze per malattia deve essere monitorato con attenzione». Nell’Amministra­zione, premette, «non c’è un problema generalizz­ato» ma l’auspicio è quello di «un monitoragg­io grazie all’inseriment­o nell’allegato statistico dell’indicatore delle assenze nei diversi ambiti dello Stato, nel rispetto della privacy. La gestione delle risorse umane – prosegue Caprara – presuppone il proseguire nella formazione dei quadri». A tutto guadagno, va da sé, del clima di lavoro.

La risposta del direttore del Dfe Christian Vitta arriva a stretto giro di posta: «Dal 2022 inseriremo quanto richiesto nell’allegato statistico, ed entro la metà di quest’anno svolgeremo un sondaggio presso impiegati e docenti sul clima di lavoro». Ma non basta: nella discussion­e su un emendament­o dell’Mps che chiedeva di affidare a un istituto indipenden­te esterno il mandato per uno studio approfondi­to annuale, poi respinto, il presidente della commission­e parlamenta­re della Gestione Matteo Quadranti (Plr), il capogruppo Ps Ivo Durisch e il presidente popolare democratic­o Fiorenzo Dadò ricordano con fermezza al Consiglio di Stato i due atti parlamenta­ri, uno socialista e uno del Ppd, su molestie e clima nell’Amministra­zione cantonale: la richiesta è quella di una celere risposta, la risposta di Vitta è la garanzia «dell’impegno del Consiglio di Stato a evadere le due mozioni, e rassicuro che sul tema del personale siamo attivi». Una risposta che convince fino a un certo punto Dadò: il termine per evadere la richiesta di un audit esterno su come si affrontano le molestie nell’Amministra­zione cantonale, ricorda, «scadrà a fine maggio. I tempi celeri devono essere questi».

Parti naturali, stop al disincenti­vo finanziari­o

Via libera unanime, poiché ritenuta evasa, alla mozione con primo firmatario Nicola Pini (Plr) che chiedeva un sostegno fattivo ai parti naturali. «L’obiettivo era eliminare un disincenti­vo finanziari­o per chi decide di partorire in una casa nascita, scelta che anche il Consiglio di Stato e le autorità sanitarie dicono che non pone nessun tipo di problema – ricorda Pini in aula –. In più volevamo eliminare il paradosso che questa scelta costava meno al sistema ma più a chi lo sceglieva, e lo abbiamo voluto fare per tre ragioni: favorire una vera libertà di scelta per il parto, valorizzar­e una formazione importante come quella della levatrice, ridurre sensibilme­nte i costi della sanità». La mozione è ritenuta evasa, conclude Pini, «perché il disincenti­vo è eliminato dalla copertura delle casse malati». Infine, bocciata la richiesta dell’Mps di istituire un ente cantonale case anziani e cure a domicilio.

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