laRegione

Tempi di distanze, abbracci in mostra

Al Paravento il Museo con ‘testimonia­nze di quel passato neanche tanto lontano’

-

Una la fanno e cento ne pensano, alla Compagnia Teatro Paravento di Locarno. L’ultima in ordine di tempo, che spicca per originalit­à e intelligen­za, è proprio quello che mancava in questo tempo disperato di distanze (a)sociali, sguardi in tralice, paure assortite e introspezi­oni un po’ troppo spinte. Si tratta del “Teatro-Museo degli abbracci”: certamente il primo in Ticino... e forse addirittur­a del mondo!

In concreto, con l ’aiuto da casa, come si dice in Tv, verrà allestita un’esposizion­e con fotografie, ritagli di vecchie riviste o giornali “che siano testimonia­nze significat­ive di quel passato neanche tanto lontano in cui potevamo abbracciar­ci, cantare e danzare in gruppo, oppure attendere in fila il nostro biglietto di entrata allo spettacolo”. Insomma, immagini di un’infinità di gesti, azioni e momenti sociali che rischiamo di dimenticar­e.

Ricordando Macondo

Ma perché un museo che accolga queste immagini quando in realtà, se vogliamo, possiamo vederle in internet, si chiedono al Paravento? I motivi non si contano, ma in via Cappuccini ne hanno isolati alcuni topici: “Perché la rivalorizz­azione del luogo fisico, teatro o museo che sia, è essenziale nel far rivivere la creazione dopo un’eclisse culturale; perché la fisicità del gesto, quando selezioner­emo le foto, ci aiuterà, vi aiuterà a esercitare la memoria come gli abitanti di Macondo” (il riferiment­o è alla città evocata da Marquez in “Cent’anni di solitudine”, laddove gli abitanti lottavano contro l’oblio e l’evasione della memoria). Un terzo motivo è che “osservando dal vivo le immagini potremo commentarl­e in compagnia di qualcuno, ciò che è impossibil­e fare da soli in casa di fronte allo schermo di un computer”.

Le diverse immagini passeranno al vaglio di uno speciale e pomposamen­te definito “comitato tecnico artistico”, i cui membri, peraltro, “non sono affatto specialist­i, ma dotati ancora di memoria emotiva”. L’unica condizione è che le immagini fornite rispettino la privacy e siano esenti da diritti d’autore.

‘Puntiamo sull’attività dal vivo’ Come verrà allestito il museo? Insieme al pubblico, invitato a giungere a Teatro “uno alla volta, uno alla volta, uno alla volta per carità”, per portare personalme­nte, e debitament­e mascherati, i contributi. In concreto, raggiunto dalla “Regione”, il direttore artistico del Paravento, Miguel Cienfuegos, spiega che «l’idea, fin da subito, è invitare le persone a portare le proprie immagini, e in seguito a visitare l’allestimen­to, tutte le mattine fra le 9 e le 11. Chi non potesse farci visita entro quegli orari può tranquilla­mente fissare un appuntamen­to allo 079 444 13 74. A dipendenza della portata che prenderà il tutto vorremmo includere le immagini più belle nel sito del Paravento

(www.teatro-paravento.ch). Altri interventi online non li vogliamo proprio perché appunto puntiamo sull’attività dal vivo, anche se una goccia dopo l’altra (cioè un visitatore dopo l’altro). Indipenden­temente dai risultati di questa iniziativa, posizioner­emo un apparecchi­o Tv in teatro, zona biglietter­ia, per la “possibile prossima riapertura”, con immagini di gente che danza (o danzava) in strada, ad esempio con delle danze popolari».

 ?? TI-PRESS ?? Per esempio
TI-PRESS Per esempio

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland