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Incendio, dubbio piromania

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Caccia al piromane che ha ridotto in cenere 234 ettari di bosco, trasforman­do la Valle Cannobina in un panorama lunare. «Siamo alla ricerca di indizi sulle cause dell’incendio, ma per ora non ce ne sono. Certo è che il fuoco non parte da solo: mi auguro proprio che sia scappato a un incoscient­e che bruciava qualcosa nonostante fosse vietato. Non voglio pensare sia stato un atto voluto». È il commento che il sindaco di Cannobio, Gianmaria Minazzi, ha affidato alle colonne de “La Stampa”, edizione del Vco.

Dopo quattro lunghi giorni con il fiato sospeso a causa dell’incendio che ha terrorizza­to la Valle Cannobina, ora che tutti i focolai sono stati spenti grazie all’incessante lavoro di Vigili del fuoco, Aib e mezzi aerei, e poi con il provvidenz­iale colpo finale della pioggia, si cerca di capire cosa abbia scatenato il fuoco che ha distrutto 234 ettari di terreno e due baite. La paura più grande era per gli abitati di Traffiume e Sant’Agata: se l’incendio avesse continuato sulla strada Borromea verso lago o avesse coinvolto la pineta in cresta al Monte Giove sarebbero stati guai seri per le case. Per fortuna non è successo.

«Quanto è accaduto deve però essere occasione per riflettere – ha aggiunto Minazzi –. Sebbene non sia possibile prevedere un incendio, si può discutere di prevenzion­e. Ci metteremo presto intorno al tavolo per parlare di pulizia dei boschi; ci accollerem­o la parte pubblica, mentre per le aree private, che sono una buona parte, facciamo appello ai proprietar­i». In questi giorni sono previsti numerosi sopralluog­hi in cerca d’indizi sull’origine del rogo e per verificare la sicurezza della storica strada Borromea, al momento chiusa all’imbocco di Traffiume per evitare che la gente vi si addentri.

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