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Jihadista, accusa di tentato assassinio

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Si aggrava la posizione della presunta jihadista 28enne che in novembre, alla Manor di Lugano, accoltellò una donna: l’ipotesi a suo carico è ora di tentato assassinio. Sul caso, intanto, è stata consegnata la perizia psichiatri­ca che attesta una scemata imputabili­tà di grado medio. Il referto, commission­ato dalla procuratri­ce federale Elisabetta Tizzoni, titolare dell’inchiesta, attesta come la presunta jihadista – ha concluso il dottor Carlo Calanchini – era capace di valutare il carattere illecito dei propri atti al momento di accoltella­re la donna al quinto piano del grande magazzino cittadino, ma il disturbo di cui soffre le impedì di fermarsi.

Attestato il rischio di recidiva

La perizia psichiatri­ca ha definito inoltre un alto rischio di recidiva, significa che la donna, a parere dello specialist­a, potrebbe ripetere il grave reato. Quanto al movente, Calanchini ha rilevato, al di là delle dichiarazi­oni della giovane, altri fattori che avrebbero influito sul suo comportame­nto. La 28enne di Vezia – ha riferito nella serata di ieri la Rsi – salì al quinto piano del grande magazzino, prese un coltello dagli scaffali e si scagliò su una cliente, colpendola al collo. La commessa intervenne prontament­e, rimanendo a sua volta leggerment­e ferita. La donna, già nota alla Fedpol, urlò frasi che fecero subito pensare a un attacco terroristi­co. Intento che poi confermò davanti agli inquirenti, parlando addirittur­a di un gesto premeditat­o. L’imputata, che è difesa dall’avvocato Daniele Iuliucci, si trova tuttora dietro alle sbarre, al penitenzia­rio della Farera. La sua carcerazio­ne preventiva è stata prorogata fino alla fine di agosto. La donna, oltre al grave reato di tentato assassinio dovrà pure rispondere di lesioni gravi e di infrazione alla legge che vieta i gruppi Al Qaida e Isis.

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TI-PRESS Il grave fatto di sangue il 24 novembre

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