laRegione

Brissago: brevi cenni storici

- Giuliano Branca, Brissago

Ho letto, su laRegione del 9 aprile, del vasto incendio sviluppato­si nella zona della valle Cannobina. Mi piace ricordare che i rapporti fra Ticino e Piemonte sono sempre stati molto forti, nel reciproco interesse. Un giorno del mese di febbraio 1965, alla mattina verso le ore nove un vasto incendio si propagò appena dopo il confine, Madonna di Ponte per noi e Piaggio Valmara per i vicini lombardi. Ci siamo subito attivati con un incontro presso la cancelleri­a comunale, presenti i pompieri e la squadra incendi di boschi con il signor Emilio Beretta. Dato che era un periodo bello e il bosco molto secco, la nostra preoccupaz­ione era quella di evitare che l’incendio si propagasse dalla nostra parte. Il pericolo era dato dal molto strame accumulato­si in seguito alla famosa “ramina” che faceva da contenitor­e. La nostra preoccupaz­ione era quella di avere le necessarie autorizzaz­ioni a scavalcare il confine. Decidemmo che tutti i presenti si attrezzava­no del necessario per essere pronti ad intervenir­e in località Cagetto, non appena avessimo ottenuto la necessaria autorizzaz­ione a scavalcare il confine. Io ebbi l’incarico di recarmi in Piemonte per ottenere la necessaria autorizzaz­ione. Presentato­mi a Piaggio Valmara sottoposi il nostro desiderio al capo della dogana. Mi indirizzo a Cannobio presso la caserma e mi trovai al cospetto di un generale. Il quale già a conoscenza della nostra richiesta, ci autorizzò a passare il confine. Telefonai subito a Brissago e la squadra varcò il confine. Io ritornai alla dogana e parlai con il capo dei carabinier­i, il quale mi indicò due carabinier­i, che avrebbero dovuto salire a constatare la situazione. Erano due adulti vicini al pensioname­nto. Chi conosce la zona sa di un vecchio sentiero che sale ripido lungo il confine e con i due carabinier­i ci mettemmo in marcia. Io giovane e loro in là con gli anni avevamo una camminata ben diversa. A metà montagna mi fermai ad attenderli, e quando mi raggiunser­o proposi di fermarci per una ventina di minuti e poi saremmo ridiscesi al confine. Mi risposero che per spirito di corpo il loro compito era quello di essere ligi ai doveri. Accettai la loro opinione e proseguimm­o. Giunti a pochi passi dall’incendio constatamm­o che era stato spento. Rientrammo in riva al lago e dopo i convenevol­i saluti rientrai a Brissago.

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