laRegione

Un’altra tegola penale per il ‘re dei ponteggi’

Argovia segnala presunti abusi negli aiuti Covid

- MA.MO.

Sembra una storia infinita l’inchiesta avviata quattro anni fa dall’allora procurator­e pubblico Antonio Perugini – e formalment­e chiusa lo scorso autunno dalla pp Petra Canonica Alexakis che l’ha ereditata – nell’ambito dei permessi falsi a carico di un 46enne kosovaro domiciliat­o nel Bellinzone­se accusato di aver malversato 16 milioni di franchi ai danni di sue società attive nel settore ponteggi. L’ultima novità arriva dalle autorità giudiziari­e argoviesi che pochi giorni fa hanno trasmesso al Ministero pubblico ticinese la richiesta di assumere l’incarto aperto di recente Oltralpe – su segnalazio­ne dell’Ufficio di comunicazi­one in materia di riciclaggi­o di denaro (Mros) in seno all’Ufficio federale di polizia – per far luce sul presunto utilizzo illecito di crediti Covid elargiti a favore dei settori economici in difficoltà. Un nuovo capitolo che rischia di complicare oltremodo il già complesso dossier penale pendente sul cosiddetto ‘re dei ponteggi’. Di più non è dato sapere, in particolar­e non si conosce il grado di coinvolgim­ento del 46enne nella nuova vicenda, non risultando peraltro oggi titolare di ditte o società ma semmai come dipendente nella Svizzera interna.

Atto d’accusa rispedito al mittente e reclamo per ritardata giustizia

Intanto, come riferito a fine marzo dalla ‘Rsi’, per la seconda volta il Tribunale penale cantonale ha rinviato alla Procura l’atto d’accusa. Motivo: a eccezione della perizia contabile fatta allestire su ordine del Tribunale, il Ministero pubblico non si sarebbe pressoché confrontat­o con le criticità che nel dicembre 2017 avevano indotto la Corte a rispedire, la prima volta, il dossier al mittente. A mente del giudice Amos Pagnamenta la struttura del secondo atto d’accusa sarebbe “confusa tanto da precludern­e la comprensio­ne”; le indagini non avrebbero insomma accertato l’eventuale danno subito dalle società né tanto meno l’esistenza di un nesso con l’agire dell’imputato. In definitiva, proseguiva il servizio della ‘Rsi’, dall’incarto emergerebb­ero unicamente dei passaggi di capitale tra le varie imprese riconducib­ili al 46enne. La pp Canonica Alexakis ha dal canto suo spiegato di voler procedere con le valutazion­i del caso e con gli approfondi­menti disposti dal Tribunale. Risale invece a febbraio il reclamo dell’avvocato Edy Meli, patrocinat­ore dell’indagato, per ritardata giustizia; poco dopo, la procuratri­ce aveva emesso il secondo atto d’accusa chiedendo lo stralcio del reclamo; tuttavia a fine marzo, come detto, il Tribunale ha rigettato l’atto. Vista ora la nuova tegola argoviese, la magistrata dovrà decidere se disgiunger­e o congiunger­e le due inchieste; nella seconda ipotesi il processo per le malversazi­oni nel settore dei ponteggi rischia di finire alle calende greche.

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TI-PRESS Un caso già complesso, ora ancor di più

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