Necessità di una ‘sobrietà digitale’
Smartphone, tablet, computer e TV sono tra gli oggetti più dispendiosi al mondo in termini di consumi energetici, non solo nel momento in cui li utilizziamo ma anche e soprattutto per quel che riguarda la loro produzione. Estrazione di materie prime, lavorazione, trasporto: produrre 1 grammo di smartphone consuma 80 volte più energia che produrre 1 grammo di un’automobile. Il loro smaltimento è altrettanto problematico: pochissimi paesi al mondo hanno impianti innovativi e norme all’avanguardia che permettono un riciclo non inquinante e pericoloso dei metalli che compongono questi oggetti. Insomma, l’attuale tendenza al sovraconsumo digitale non è sostenibile in rapporto alla fornitura di energia e materiali che essa richiede. Ma già a livello individuale si può fare qualcosa. L’organizzazione no-profit The Shift Project si batte per una transizione digitale moderata (o “digital sobriety”), incoraggiando gli utenti ad acquistare apparecchiature meno potenti, a ridurre il numero di dispositivi posseduti e a sostituirli il meno possibile, sfruttando invece al massimo il loro ciclo di vita. Cercare di ridurre gli utilizzi ad alta intensità energetica (evitare ad es. un invio compulsivo di video e immagini), nonché eliminare app inutili che si aggiornano in continuazione sono anche trucchetti facili da applicare ma con un grande impatto sui propri consumi. E soprattutto, ricordiamoci di riciclare! In Svizzera i rifiuti elettronici raccolti e destinati al corretto riciclaggio sono ancora solo il 68% della quantità totale di rifiuti elettronici generati (23,2 kg pro capite nel 2019).