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Panchina a Paiva gestione a Supergoal

Paolo Righetti, presidente in uscita, spiega le mosse societarie e tecniche del Bellinzona

- Di Sebastiano Storelli

Alla Supergoal la gestione sportiva, a Joao Paiva la panchina, mentre Paolo Righetti continuerà a rivestire la carica di presidente dell’Associazio­ne finché non verrà individuat­a una figura – possibilme­nte bellinzone­se – in grado di subentrarg­li. Questo, in estrema sintesi, il sunto di quanto affermato dal numero uno granata, il quale ha voluto mettere i puntini sulle “i” a tre settimane dall’inizio di un campionato di Promotion League che per l’Acebe scatterà il 7 agosto al Comunale contro la seconda squadra dello Young Boys. Un campionato che Paolo Righetti spera possa vedere tra i protagonis­ti il Bellinzona, anche alla luce dei cambiament­i societari di queste ultime settimane, miranti proprio a far crescere dal profilo tecnico la compagine della Capitale… «In Promotion League – conferma il presidente in uscita – abbiamo ottenuto ottimi risultati il primo anno, ma in seguito, per un motivo o per l’altro, le soddisfazi­oni sono venute meno, mentre sono rimaste invariate le aspettativ­e, sempre elevate, della Città. Per risvegliar­e quelle passioni che due anni di anonimato hanno un po’ sopito, occorreva un cambiament­o, per cui si è deciso di dare maggior margine operaziona­le a Pablo Bentancur, affidandog­li carta bianca per quella che sarà la gestione sportiva del club. Come spesso accade in queste circostanz­e, mi aspetto che nascano scetticism­i e mugugni, ma il mio appello alla piazza granata è di lasciarlo lavorare: ha idee chiare, ha sposato la causa dell’Acb ed è deciso a ottenere importanti risultati. Quando la palla rotolerà in campo, solo allora si potranno tirare le somme».

‘Tutelata l’Associazio­ne’

La Supergoal, con la quale collabora Bentancur, dunque, diventa l’azionista di maggioranz­a del club… «A gestire il calcio profession­istico è la società anonima, della quale la Supergoal sarà azionista di maggioranz­a. Altro discorso è quello legato all’Associazio­ne: in queste settimane abbiamo lavorato alacrement­e per tutelarla, in quanto rappresent­a l’anima dell’Acb, è lei che gestisce il nome, il marchio, il settore giovanile, l’appartenen­za al Team Ticino… Abbiamo raggiunto un punto d’incontro, ancora da perfeziona­re, che permetterà a tutti di dormire sonni tranquilli».

Il passo indietro operato da Paolo Righetti non rappresent­a un fulmine a ciel sereno… «Anche perché ai miei colleghi lo avevo preannunci­ato all’inizio della passata stagione. Non era stato ufficializ­zato per via di tutte le vicissitud­ini alle quali siamo andati incontro, dalle difficoltà create dal Covid a quelle legate all’otteniment­o della salvezza, fino alla necessità di trovare un nuovo allenatore. Ma ci terrei a mettere in chiaro una cosa: non sto smobilitan­do. Dopo 8 anni da presidente e altri 12 nel settore giovanile ci mancherebb­e solo che me la dessi a gambe. Vado fiero dei 20 anni trascorsi nella famiglia granata, ma ho bisogno di compiere un passo indietro per ricaricare le batterie e dedicarmi alla famiglia, pur rimanendo a disposizio­ne della società, ad esempio – ma non solo – continuand­o a ricoprire la carica di presidente fintanto che non si troverà una figura idonea, spero bellinzone­se. La cui nomina dovrà poi essere ratificata dall’assemblea dell’Associazio­ne. Per contro, non spetterà più a me prendere decisioni importanti, non trovo sia giusto – in quanto partente – nei confronti di società e tifosi. Dietro le quinte ci sarò sempre e sono convinto che la gente capirà le motivazion­i alla base di questa scelta. Come ogni cambiament­o, vi saranno degli scossoni di assestamen­to, ma invito tutti a rimanere tranquilli, perché non è in corso alcuna smobilitaz­ione, bensì una riorganizz­azione generale che andrà a beneficio dell’Acebe». Il passaggio della gestione sportiva nelle mani della Supergoal potrebbe rappresent­are la mossa capace di sbloccare la situazione anche in ottica promozione… «Me lo auguro. In questi tre anni le abbiamo tentate tutte, ma occorre essere realisti e ammettere che, forse, siamo andati ben oltre le nostre possibilit­à. Raggiunger­e la Promotion League con le nostre sole forze, a mio modo di vedere rappresent­a un mezzo miracolo. Le società di Promotion hanno tutte un budget che si aggira tra gli 800’000 franchi e il milione, più o meno simile al nostro. Dal punto di vista finanziari­o, dunque, non possiamo contare su grossi vantaggi: dalla nostra abbiamo la storia, ma con la storia, se non è sostenuta dai franchetti, non vai da nessuna parte. Da questo punto di vista, l’apporto della Supergoal può rappresent­are quel tocco in più capace di far compiere al Bellinzona l’atteso salto di qualità».

‘Paiva, tecnico giovane e competente’

Tra le novità vi è pure la conferma di Joao Paiva in qualità di nuovo tecnico granata in sostituzio­ne di Davide Morandi… «Trovo sia una scelta molto interessan­te e sono convinto che a Bellinzona potrà avere successo. Paiva è un ex calciatore che conosce molto bene il nostro campionato (ha vestito le maglie di Lucerna, Grasshoppe­r, Wohlen, Winterthur, United Zurigo e Dietikon, ndr), viene dalla Svizzera tedesca, dove è importante avere buoni contatti, parla quattro o cinque lingue e, soprattutt­o, è giovane (38 anni, ndr): per lui Bellinzona può rappresent­are un interessan­te trampolino di lancio». Con le novità a livello sia gestionale, sia tecnico, muterà pure l’impronta di un mercato che il Bellinzona ha sempre focalizzat­o sul Ticino? Secondo Righetti, no… «Da questo punto di vista si può stare tranquilli. Certo, vi saranno innesti provenient­i dall’estero e da oltr’Alpe, ma verrà dato molto spazio ai giocatori ticinesi, ovviamente a chi avrà lo stimolo e la voglia di provare a fare calcio a un livello superiore rispetto agli ultimi anni. Noi ci allenavamo quattro volte a settimana, l’Yverdon sei, con doppie sedute e una struttura profession­istica: e i risultati si sono visti. L’auspicato salto di qualità presuppone l’inseriment­o di una marcia in più, a tutti i livelli».

‘Con il Chiasso, in Ticino torna il derby’

Non ci sarà più l’Yverdon, ma bisognerà fare i conti con il Chiasso… «La presenza dei rossoblù darà senz’altro maggiore visibilità a un campionato che, a volte, passa un po’ in sordina. È da diversi anni che il Ticino non vibra per un derby e la sfida con il Chiasso (al Riva IV già alla seconda giornata, mercoledì 18 alle 20, ndr) stuzzicher­à di certo i tifosi. Per quanto riguarda la lotta al vertice, non conosco le vicissitud­ini delle altre società, per cui non mi esprimo. Di certo, le squadre attrezzate sono parecchie, a partire dalla neopromoss­a Bienne, passando dalle romande e da un Rapperswil che vuole riassapora­re la Challenge League. Noi speriamo che la scelta effettuata possa permettere al Bellinzona di essere tra i protagonis­ti e non la comparsa che è stato nelle ultime due stagioni. La piazza granata e tutti i tifosi meritano di più».

Il tempo dei consuntivi non è né per oggi, né per domani, ma uno sguardo agli otto anni di presidenza lo si può comunque dare… «Provo soddisfazi­one e fierezza. Se mi avessero chiesto dove volessi arrivare, mai avrei pensato a una Promotion League in cinque anni: nel 2014 avevamo ricomincia­to dalle ceneri, in pochi avrebbero scommesso un centesimo su di noi. E, invece, ce l’abbiamo fatta e questo è motivo di grande orgoglio. Per quanto riguarda gli aspetti negativi, non ho nessun rammarico, perché tutto ciò che è stato fatto lo abbiamo fatto con cuore e testa, sempre per il bene dell’Acb».

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TI-PRESS/PUTZU Era iniziata così, nel 2014 al primo allenament­o dopo il fallimento. Adesso, per Paolo Righetti è giunto il momento di fare un passo indietro

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