laRegione

Un organo d’eccezione per la chiesa di Santa Marta

L’edificio sacro è stato appena rinnovato

- Di Giacomo Agosta

È pronta a splendere la chiesa di Santa Marta a Carona, con gli importanti restauri che sono in fase di completame­nto. E potrà farlo contando sull’apporto di un pezzo di eccezional­e rarità, un organo positivo. «Si tratta di un organo ottavino, strumento molto particolar­e in quanto è più piccolo rispetto a quelli che siamo abituati a vedere nelle chiese. Nell’area della Lombardia e del Ticino si contano solo 2 o 3 esemplari simili», ha spiegato l’organaro Ilic

Colzani, che si è occupato del restauro dello strumento. «Sulla sua storia non abbiamo molte informazio­ni, sappiamo che risale al ’600 circa e veniva utilizzato anche durante le procession­i, portato in spalla e poi azionato manualment­e. È stato danneggiat­o e manomesso, ma ora può finalmente tornare a suonare». Per quanto riguarda l’edificio, invece, sono state diverse le tappe dei lavori. In totale la spesa si attesta a 1,6 milioni di franchi, con la maggior parte del budget (1,3 milioni) che è stata investita nel rifaciment­o degli spazi interni.

‘Azione promossa dall’Arciconfra­ternita’ A occuparsi dell’impresa è stata l’Arciconfra­ternita del Gonfalone Maggiore di Santa Marta, un’associazio­ne di fedeli laici, che ha origini molto antiche. «Questa chiesa non dipende dalla parrocchia ma direttamen­te dalla confratern­ita», ha raccontato a ‘laRegione’ il suo presidente Ares Bernasconi. «Abbiamo iniziato nel 2017 con i primi progetti per gli esterni. Ci siamo occupati inizialmen­te della sistemazio­ne del tetto e della facciata principale con l’affresco di San Cristoforo». Dopo aver sistemato il drenaggio, il restauro si è poi spostato all’interno dell’edificio, dove si trova anche la cappella originale. «La Diocesi non ha purtroppo potuto contribuir­e a livello finanziari­o, ma ha seguito il restauro da un profilo formale. La confratern­ita dipende infatti dalla Diocesi che svolge un ruolo di vigilanza, come anche sulle parrocchie. Il restauro è stato soggetto alla loro approvazio­ne». Un’altra particolar­ità della chiesa di Santa Marta è il genere di messa che abitualmen­te si pratica al suo interno. Si tratta infatti di funzioni celebrate con il rito antico. «La messa viene celebrata in latino ed è tutta cantata. La parte principale, ovvero la preghiera eucaristic­a, è invece fatta in silenzio, sottovoce», ha affermato padre Didier Baccianti. Una pratica che presto potrà godere anche del nuovo organo e dei rinnovati spazi interni.

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TI-PRESS/B.GALLI Pronto a suonare

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