Obbligo invariato, accesso agevolato per chi è guarito
Il Consiglio federale avvia un’altra consultazione
Berna – Adesso il certificato Covid viene rilasciato a persone che possono provare di essere guarite dalla malattia soltanto sulla base di un test Pcr positivo. Da metà novembre devono poter essere rilasciati anche a persone che possono provare la guarigione sulla base di un test per gli anticorpi (test sierologico) positivo, effettuato a proprie spese (costo medio: 70 franchi). La validità di questi certificati sarà limitata a tre mesi. Allo stesso tempo, la durata di tutti i certificati di guarigione rilasciati finora sulla base di un test Pcr sarà raddoppiata, passando da sei mesi (la validità riconosciuta in quasi tutti i Paesi Ue) a un anno. Il Consiglio federale propone in questo modo di agevolare l’accesso al ‘pass’ alle persone guarite. I certificati ottenuti grazie ai test sierologici saranno validi solo in Svizzera. Anche la validità annuale dei certificati rilasciati sulla base di un test Pcr varrà unicamente nella Confederazione. Le misure sono state poste in consultazione fino al 26 ottobre. La decisione definitiva sarà presa il 3 novembre. Nella sua seduta di ieri, il Consiglio federale ha anche discusso una revoca parziale dell’obbligo del certificato. Senza però decidere nulla in merito. Al momento, i rischi di un allentamento dell’obbligo sono giudicati “ancora troppo elevati”, in particolare per quanto riguarda il sovraccarico degli ospedali. Il governo farà il punto a metà novembre, alla luce degli effetti delle temperature più fredde e del rientro dalle ferie autunnali.
Situazione ‘stabile ma fragile’
Intanto, da alcuni giorni, si assiste a una stagnazione dei contagi. In conferenza stampa, il ministro della Sanità Alain Berset ha definito la situazione «stabile ma fragile». In diverse regioni i contagi hanno già ripreso a salire. «Il tasso di riproduzione del virus è superiore a 1 nella maggior parte dei cantoni, e ciò malgrado le misure attuali». Nelle prossime settimane non è escluso un ulteriore aumento dei contagi. A tutto questo si aggiunge la variante Delta, molto più contagiosa delle precedenti. Le persone infette necessitano inoltre più spesso e più a lungo di cure intensive; di conseguenza gli ospedali sono maggiormente sotto pressione. E la percentuale delle persone vaccinate è ancora troppo bassa per scongiurare ulteriori ondate.
In questa delicata fase, il Consiglio federale ritiene che tornare alla situazione in vigore fino a inizio settembre – ossia con mascherina, distanziamento e limiti delle capacità negli spazi chiusi – non sia una buona idea, ha spiegato Berset. Un’altra alternativa esaminata dall’esecutivo è la rinuncia a tutte le misure protettive. Ci sono Paesi che quando l’hanno fatto avevano una copertura vaccinale simile alla Svizzera. Si tratta di Israele e Paesi Bassi. Quando hanno tolto i provvedimenti restrittivi si è però osservato un rapido aumento dei casi, tanto che si è dovuto reintrodurre misure di contenimento, ha ricordato il ministro della Sanità.
Agevolazioni per diversi gruppi
Il governo fa però una concessione: dando seguito a richieste provenienti anche dal parlamento, vuole facilitare ed estendere l’accesso al pass a “diversi gruppi di persone”. Il ‘certificato Covid svizzero’ lo potranno ottenere non solo le persone che possono provare la guarigione sulla base di un test sierologico positivo (eseguito in Svizzera in laboratori accreditati da Swissmedic, ha precisato Patrick Mathys dell’Ufficio federale della sanità pubblica). L’accesso agevolato è previsto anche per coloro che, per motivi medici, non possono farsi vaccinare né testare. Oggi queste persone possono accedere a strutture e manifestazioni con obbligo del certificato; in futuro potranno ottenere un pass svizzero elettronico valido un anno.
Infine, il Consiglio federale rende la vita un po’ più facile anche ai turisti. Attualmente un certificato covid valido in Svizzera e nell’Ue viene rilasciato ai viaggiatori a cui è stato somministrato all’estero un vaccino omologato da Swissmedic o autorizzato dall’Agenzia europea per i medicinali. In futuro saranno riconosciuti in Svizzera – ma non nell’Ue – tutti i preparati approvati dall’Organizzazione mondiale della sanità. Al momento tale facilitazione riguarda i vaccini cinesi Sinovac e Sinopharm. La validità sarà limitata a 30 giorni.