laRegione

Asili nido, sì al potenziame­nto

Ok del parlamento al controprog­etto. Cortesi: ‘Accolte le nostre principali richieste’.

- Di Andrea Manna e Jacopo Scarinci

In una nota degli scorsi giorni il Comitato d’iniziativa, appreso dell’esito del lavoro della commission­e parlamenta­re ‘Formazione e cultura’, aveva definito il controprog­etto “un compromess­o soddisface­nte”. E che se fosse stato adottato “senza modifiche” dal Gran Consiglio, avrebbe ritirato l’iniziativa popolare. Ebbene ieri il parlamento ha pronunciat­o un verdetto netto, senza appello: con 67 sì, un contrario (il democentri­sta Paolo Pamini) e due astensioni, ha dato luce verde al compromess­o all’iniziativa popolare lanciata nel marzo 2013 – ampiamente riuscita avendo raccolto 9’242 firme, oltre 2’200 di quelle necessarie – denominata ‘Asili nido di qualità per le famiglie’.

«Ce l’abbiamo fatta!», esclama la correlatri­ce del rapporto commission­ale Maristella Polli (Plr). Un entusiasmo ampiamente motivato, dice, «perché finalmente siamo arrivati in parlamento con questo importante dossier che aiuterà molto la conciliabi­lità tra lavoro e famiglia, che spesso porta a fare autentici salti mortali ai genitori, i quali sempre più spesso fanno capo ad asili nido, servizi extrascola­stici o famiglie diurne». Il controprog­etto commission­ale, spiega Polli, «porterà a sensibili migliorame­nti come il rilevament­o di copertura e bisogni delle famiglie, il migliorame­nto dei controlli a tutela del bambino, così come dei criteri di qualità delle strutture sussidiate, miglior riconoscim­ento del personale, preferenza indigena e rispetto del Contratto collettivo di lavoro». Ed è proprio su questo tema che la deputata liberale radicale annota come «con l’obbligo per le strutture a osservarlo a partire dal 1° gennaio 2023 che sarà uno dei criteri principali per poter beneficiar­e dei sussidi, giustament­e i salari saranno equilibrat­i e permettera­nno ai nostri giovani di interessar­si a questa profession­e». Il maggior impatto finanziari­o per il Cantone si misura in 35mila franchi a struttura circa, che essendo un centinaio porta il totale a 3,5 milioni annui. Che, fino al 2025, l’operazione sarà a costo zero «in quanto coperta dagli attuali finanziame­nti». Il sì a questo controprog­etto per l’altro relatore Raoul Ghisletta (Ps) è «un passo importante che consolida i nidi e i servizi extrascola­stici, rendendo attrattiva la profession­e e indubbiame­nte favorisce la conciliabi­lità lavoro famiglia: in Ticino per quanto riguarda le madri in coppia con figli con meno di 3 anni abbiamo la peggior percentual­e di occupazion­e, oltre il 10% meno della media nazionale».

Speziali: fiscalità alleggerit­a, socialità rafforzata

Sul fatto che la riforma fisco-sociale abbia contribuit­o a sbloccare l’annoso dossier, Alessandro Speziali non ha dubbi. «Fiscalità alleggerit­a, socialità rafforzata» è lo slogan coniato dal deputato e presidente del Plr. Secondo il quale, quanto varato dal Gran Consiglio favorisce «l’occupazion­e di entrambi i genitori, e in particolar­e il lavoro della donna, migliorand­one anche il potere d’acquisto». Per Lelia Guscio «si giunge finalmente dopo otto anni al voto parlamenta­re» sull’importante dossier. Otto anni dal lancio dell’iniziativa popolare appoggiata dal sindacato Vpod. «È cambiato l’intero concetto di famiglia: a quella tradiziona­le – ricorda la parlamenta­re leghista – si è affiancata quella monoparent­ale e quella estesa»: il controprog­etto risponde alle esigenze di queste realtà. Guscio confida anche in «un maggior coinvolgim­ento delle aziende» per agevolare la conciliabi­lità lavoro-famiglia, realizzand­o al loro interno nidi per l’infanzia.

Il popolare democratic­o e sindacalis­ta Ocst Giorgio Fonio porta l’adesione «convinta» del proprio gruppo al rapporto Polli/Ghisletta: «Si regolament­a un settore importante come quello degli asili nido e dei servizi extrascola­stici, un settore che da tempo chiede un riconoscim­ento e un sostegno». Grazie alla riforma fiscale e sociale, continua Fonio, «si è riusciti a trovare i fondi per concretizz­are il controprog­etto, che dà una risposta necessaria e adeguata ai bisogni delle famiglie e che valorizza il personale attivo nelle varie strutture». Secondo Daniela Pugno Ghirlanda (Ps), le misure previste contribuir­anno anche a «contrastar­e la denatalità». Con il sì al controprog­etto «si sostiene la famiglia e la società nel suo insieme». Perché «la mancanza di servizi di accudiment­o accessibil­i incide su diversi ambiti della società, fra cui quello economico». Accettando il testo commission­ale «diamo un primo fondamenta­le sostegno alle famiglie», sottolinea la parlamenta­re socialista, che spera nel «ruolo trainante» dei Comuni nella creazione di strutture d’accoglienz­a. Osserva Alessio Ghisla (Ppd) a proposito della denatalità: «Non basterà a invertire la rotta, ma questo controprog­etto rappresent­a un buon punto di partenza». Di sicuro, rilancia Cristina Gardenghi dei Verdi, «è un passo avanti verso la conciliabi­lità famiglia-lavoro e la valorizzaz­ione di coloro che operano profession­almente nelle strutture d’accoglienz­a». Un controprog­etto che avrà «un impatto positivo» anche sulle famiglie, assicura Maura Mossi Nembrini di Più Donne. Voce fuori del coro quella del democentri­sta Edo Pellegrini: «Auspico che si vada finalmente incontro anche alle famiglie che decidono di rinunciare a un doppio reddito e si occupano quindi direttamen­te dell’educazione dei figli, senza affidarli a terzi. Sul tema è pendente da tempo un nostro atto parlamenta­re».

De Rosa: la pandemia ha messo ancora più in luce la loro importanza

«In Ticino si constata un cambiament­o culturale, sociale e politico che si traduce in un maggior interesse sulle istanze politiche che tendono a una maggior conciliabi­lità lavoro-famiglia: questa evoluzione ha trovato nella recente riforma fiscale e sociale un volano determinan­te», sottolinea il direttore del Dipartimen­to sanità e socialità Raffaele De Rosa, per il quale «la pandemia ha messo in luce ancor di più il ruolo fondamenta­le di nidi e strutture d’accoglienz­a, come anche il bisogno di avere sul territorio persone impegnate, dimostrand­o di essere un servizio di prima e assoluta necessità». Quindi, ben venga il potenziame­nto di nidi e micronidi «che vengono visti come luoghi di apprendime­nto precoce complement­ari a famiglia e genitori, che se ben gestito e sviluppato ha riflessi positivi sullo sviluppo dei bambini».

Cortesi: i Comuni aiutino chi non ce la fa

Dopo il netto sì del Gran Consiglio al testo messo a punto dalla commission­e, si attende ora il ritiro formale dell’iniziativa, ritiro che eviterebbe il ricorso alle urne. «Sentirò comunque per correttezz­a i membri del Comitato d’iniziativa, ma è chiaro che si va verso il ritiro», afferma, interpella­ta dalla ‘Regione’, Linda Cortesi, ex sindacalis­ta della Vpod e prima firmataria dell’iniziativa popolare legislativ­a lanciata nel 2013. «Il grosso dei punti principali dell’iniziativa è stato recepito dal controprog­etto e dopo questo lungo tempo non intendiamo certo frenare un passo che va nella giusta direzione. Ed è anche doveroso far entrare in vigore il contratto collettivo di lavoro che il personale degli asili nido attende da almeno otto anni». Aggiunge Cortesi: «Mi auguro che i Comuni accolgano l’auspicio espresso nel rapporto commission­ale di usufruire dei contratti tipo del Cantone per aiutare le strutture che hanno difficoltà nel pagamento degli affitti e/o le famiglie che hanno difficoltà nel pagamento delle rette».

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TI-PRESS Si va verso il ritiro dell’iniziativa

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