‘I Comuni determinino anche la tassa sul sacco’
Questione rifiuti, i Comuni devono poter determinare anche la tassa sul sacco, oltre, come finora, alla tassa base. Lo chiede un’iniziativa parlamentare interpartitica con prima firmataria Maddalena Ermotti-Lepori (Ppd). Il tema, da cui prende spunto l’iniziativa, è stato sollevato in tempi recenti dall’associazione Okkio, l’Osservatorio della gestione ecosostenibile dei rifiuti. “Il problema principale è dato dal fatto che la tassa sul sacco è fissata non dai Comuni, ma dal Consiglio di Stato e copre unicamente i costi di smaltimento, di produzione del sacco e dell’Iva”. Nell’atto parlamentare si osserva come “i Comuni, che per legge devono coprire integralmente i costi tramite il ricavo della tassa sul sacco e la tassa base, si vedono costretti a riversare tutti i costi rimanenti sulla tassa base”. In tal modo “non si tiene conto delle diversità comunali: per alcuni Comuni, ad esempio quelli che devono servire un ampio territorio con pochi abitanti, i costi della raccolta dei rifiuti sono maggiori, ed è maggiore il costo per la raccolta di trasporto dei rifiuti fino all’inceneritore di Giubiasco e di gestione della raccolta differenziata”. La conseguenza, secondo gli iniziativisti, è che “molti Comuni, che avevano già la tassa sul sacco”, prima della sua entrata in vigore a livello cantonale, “hanno dovuto, o dovranno prossimamente, aumentare sproporzionatamente la tassa base”. Gli iniziativisti rilevano che “una tassa sul sacco così bassa è inoltre un palese disincentivo alla raccolta separata, contro lo spirito della legge”. Tramite l’atto parlamentare si chiede “che sia lasciata l’autonomia ai Comuni nella determinazione, sia della tassa sul sacco (nuovo), sia della tassa base (come finora)”. Concretamente, si propone di modificare la legge affinché “la tassa sul quantitativo (tassa sul sacco) possa comprendere anche altri elementi di costo variabili oltre ai semplici costi di smaltimento”.