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Russia e Josi o no che spettacolo sia

In attesa della Svizzera iniziano oggi i Mondiali. Sarà ancora un duello Finlandia-Canada?

- di Valdo Baumer

Francia - Slovacchia e Stati Uniti - Lettonia oggi alle 15.20 (ora svizzera) daranno il via ai Campionati del mondo della massima categoria di Helsinki e Tampere. Un Mondiale con numerose buone premesse, ma anche numerosi ma. La Svizzera dal canto suo debutta domani (15.20) contro l’Italia. Si ritorna in Finlandia dopo che nel 2012 e nel 2013 Helsinki aveva ospitato il Mondiale in coabitazio­ne con Stoccolma, ospitando la finale dieci anni fa. Per tornare a un’edizione completame­nte finnica bisogna invece risalire al 2003 (a Helsinki, Turku e Tampere).

Svizzera mai così ambiziosa, ma senza il suo difensore numero uno

Partiamo dalla nazionale di Patrick Fischer, che ha come obiettivo quello di raggiunger­e le semifinali e indubbiame­nte ha le carte in regola per riuscirci. A patto però di fare un deciso passo in avanti rispetto alle ultime due cocenti delusioni patite a Riga l’anno scorso (con l’eliminazio­ne ai quarti di finale ai rigori contro la Germania con il pareggio subito all’ultimo minuto, dopo aver chiuso il proprio girone al secondo posto) e alle Olimpiadi di Pechino (con un’altra eliminazio­ne ai quarti, contro i futuri campioni della Finlandia, ma con una sola vittoria in cinque partite). Il girone è piuttosto abbordabil­e (ne parleremo ancora più avanti), la squadra molto competitiv­a, ma l’assenza di Roman Josi (rimasto in Nordameric­a per assistere la moglie prossima al parto) potrebbe essere molto pesante, soprattutt­o nelle fasi decisive. In ogni caso mai la Svizzera aveva potuto schierare sette Nhler (Siegenthal­er, Kukan, Moser, Suter, Hischier, Meier e Kurashev, appena guarito dal Covid. Ci sono tre debuttanti, Egli, Glauser e Miranda, oltre a Aeschliman­n già alle Olimpiadi, la cui poca esperienza verrà sicurament­e compensata da Ambühl al 17° mondiale e, con 115 incontri già all’attivo, è a quattro partite dal record del tedesco Udo Kiessling.

Pubblico sì, ma l’Hartwall Arena no

Dopo che la scorsa edizione si era giocata in una bolla (per i giocatori la situazione sarà però ancora simile) e il pubblico era stato ammesso soltanto in maniera molto ristretta e aveva risposto freddament­e, in particolar­e per i canoni lettoni, questa volta le gradinate potranno essere riempite in ogni ordine di posto. Tuttavia lo potranno fare meno persone del previsto. Infatti una delle due sedi originali, l’Hartwall Arena di Helsinki consueta sede dello Jokerit da più di 13mila posti è di proprietà di uno sponsor russo ed è stata per questo congelata. A fianco della neo-costruita Nokia Arena di Tampere (13’455 posti) verrà utilizzata la Helsinki Ice Hall, normalment­e casa dell’Hifk in Liiga, ma che dispone di soli 8’200 posti a sedere. È in quest’ultima che la Svizzera disputerà le sue sette partite

Finlandesi favoriti, ma mai vincenti in casa

La Finlandia ha raggiunto l’ultimo atto in tutti e tre gli ultimi grandi eventi disputati, vincendolo due volte (ai Giochi Olimpici e ai Mondiali del 2019) e dall’alto del primo posto del ranking Iihf è anche la grande favorita per questo torneo. Tuttavia i finlandesi non sono mai riusciti a ottenere una medaglia iridata nelle otto precedenti edizioni disputate in casa. Ed è dal 2013, quando la Svezia (ahinoi) alzò la coppa nella Globe Arena di Stoccolma che la nazionale ospitante non si laurea più campioness­a del mondo. L’anno prima invece la fase conclusiva si era svolta a Helsinki, ma i Leoni Suomi, campioni in carica si erano arresi alla Repubblica Ceca nella finalina per il bronzo. Tuttavia i Beijer Hockey Games hanno fornito indicazion­i poco confortant­i a una squadra uscita sconfitta da tutti e tre gli impegni.

Tra i favoriti sono ovviamente da annoverare anche i campioni in carica canadesi (in caso di successo stacchereb­bero la Russia/Unione sovietica in vetta alla classifica dei titoli vinti), gli svedesi assetati di rivincita dopo la clamorosa esclusione dai quarti dell’anno scorso e gli statuniten­si squadra sempre capace di fare un bel cammino, salvo poi regolarmen­te arenarsi in semifinale. Tra gli outsider c’è ovviamente la Svizzera, poi la Repubblica Ceca (che non sale sul podio dal 2012), la Slovacchia, reduce dal bronzo a cinque cerchi e la Germania.

Per la prima volta dal 1962 non sarà invece presente la rappresent­ativa russa (o sovietica), punita – assieme alla Bielorussa, a cui già era stata tolta l’organizzaz­ione dello scorso anno – per l’invasione dell’Ucraina. Le due squadre saranno sostituite dalla Francia (al posto della Russia nel girone della Svizzera) e dall’Austria, ripescate in virtù del ranking Iihf. Inevitabil­mente ciò va ad abbassare il livello, in particolar­e con Canada e Svizzera che sembrano avere la strada spianata verso i primi due posti di gruppo. La decisione era dovuta e scontata, oltretutto il presidente Iihf è ora il francese Luc Tardif e non più René Fasel noto per aver assunto in passato posizioni scomode (“memorabile” l’abbraccio a Lukashenko l’anno scorso, oppure l’aiuto dato alla Khl per un primo annullamen­to della Chl dopo l’edizione del 2009 o nel trasferime­nto di Radulov da Nashville a Ufa).

C’è molta National League

Per chi tende a seguire unicamente l’hockey più nostrano, niente paura: sono tanti (al netto di eventuali tagli dell’ultima ora) i volti comunque noti per calcare o aver calcato le piste svizzere. Nell’Italia allenata da Greg Ireland e Larry Huras sono convocati Davide Fadani e Diego Kostner. L’Austria allenata dal duo elvetico Roger BaderArno Del Curto potrà contare sul bianconero Bernd Wolf, sul neo-biancoblù Zündel e sul losannese Baumgartne­r (oltre all’attaccante del LaChaux-de-Fonds Achermann). Elvis Merzlikins sarà a difesa della gabbia della Lettonia, in squadra con Kenins (Losanna), Smons, Smirnovs (Ginevra) e Lapinskis (Langnau). La Repubblica Ceca punterà forte sul duo Cervenka-Stransky, recentemen­te affrontati­si nei playoff con i loro Rapperswil e Davos, la Svezia ha convocato Tömmernes (Ginevra), Bromé (Davos) e Klingberg (Zugo). Heinz Ehlers ha deciso di contare su suo figlio Nikolaj (cresciuto a Bienne e ora a Winnipeg) e su Peter Regin per fare le fortune della Danimarca. Anche Philippe Bozon (assistito da René Matte) ha pescato in famiglia chiamando i figli Tim (Losanna) e Kevin (Winterthur), oltre a Guebey (Zurigo) e Thiry (Berna). Nella Slovacchia c’è il davosiano Pospisil e nella Norvegia Trettenes (La Chaux-de-Fonds). Infine c’è un’importante presenza elvetica nella Finlandia che ha chiamato l’ormai ex Ambrì Hietanen, Filppula e Vatanen da Ginevra, Sallinen e Rajala da Bienne e Pesonen da Langnau.

Pochissimi invece i grandi nomi dall’Nhl annunciati al via, se non i canadesi Matthew Barzal e Pierre-Luc Dubois, il ceco Tomas Hertl e il finlandese Mikael Granlund.

Ma indipenden­temente da chi sarà presente e chi meno, lo spettacolo sul ghiaccio è assicurato e nulla è già predefinit­o.

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KEYSTONE Un anno fa, a Riga, era finita per la ventisette­sima volta così

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