laRegione

Morti Covid: dal Municipio ‘vicinanza’ ma non scuse

Verso il processo, ribadito il sostegno ai vertici

-

Il Municipio di Bellinzona deve scusarsi per i 22 decessi Covid riscontrat­i nella casa anziani di Sementina durante la prima ondata? Una parte di Consiglio comunale ritiene di sì, anche senza attendere l’esito della procedura penale. E durante la seduta di lunedì sera, il dibattito iniziale incentrato sulle richieste rispettiva­mente del gruppo Lega/Udc di fare una discussion­e generale, e del gruppo Verdi/Mps/Fa di votare una sua risoluzion­e, il tema ‘scuse’ ha più volte scaldato gli animi. A sollecitar­le due volte è stato anzitutto il consiglier­e comunale

Tuto Rossi (Udc) secondo cui quello di chiedere scusa «è un passo doveroso nei confronti dei familiari». Un passo così importante, a suo dire, che se fatto «permettere­bbe di metterci una pietra sopra» dal profilo politico. Fra le altre cose, la risoluzion­e sulla quale il plenum non è entrato in materia sollecitav­a la necessità di esprimere vicinanza ai parenti dei defunti. Dal canto loro i portavoce dei vari gruppi politici hanno espresso chi «solidariet­à» e chi «umana vicinanza». Tuttavia – ed è parso chiaro ascoltando i vari interventi – andare oltre porgendo le scuse significhe­rebbe ammettere tutte le responsabi­lità: politiche, amministra­tive e anche penali.

Attendere anni?

La maggioranz­a ha insomma ribadito la necessità, condivisa dal Municipio, di attendere la conclusion­e della procedura giudiziari­a che nei prossimi mesi vedrà comparire a processo in Pretura penale i tre dirigenti della struttura oppostisi ai Decreti d’accusa con cui il Ministero pubblico propone di condannarl­i per contravven­zione alla Legge federale sulla lotta contro le malattie trasmissib­ili dell’essere umano. Un’attesa dell’esito penale che potrebbe durare anche anni qualora le varie parti dovessero percorrere tutte le vie ricorsuali fino al Tribunale federale. Ecco perché, tornando alla domanda iniziale, taluni ritengono che occorra sin d’ora chiedere scusa e sospendere il direttore amministra­tivo e la direttrice sanitaria, proprio consideran­do le conclusion­i molto critiche contenute nei due rapporti del medico cantonale sulle molte lacune gestionali da esso riscontrat­e a Sementina durante la prima ondata pandemica fra marzo e aprile 2020. Lacune in parte penalmente punibili, secondo la Procura.

‘Posizione alleggerit­a’

Tornando all’interpella­nza, il gruppo Lega/Udc chiedeva anche come mai il Municipio “in tempo record” il 2 maggio abbia diramato dopo la nota stampa della Procura sui tre Decreti d’accusa un comunicato “a difesa dei tre condannati, ma non ha avuto il tempo per scusarsi pubblicame­nte con le vittime che aspettano giustizia da due anni”. In tutta risposta il capodicast­ero Anziani e ambiente

Giorgio Soldini ha ribadito lunedì sera a Palazzo civico che «il Municipio ha confermato, come fatto finora, la fiducia ai propri collaborat­ori. Dal profilo delle imputazion­i mosse, l’emanazione del Decreto d’accusa pare peraltro aver sensibilme­nte alleggerit­o la loro posizione processual­e», essendo caduta l’ipotesi accusatori­a iniziale di omicidio colposo. Esecutivo e municipali, ha proseguito Soldini, «hanno ripetutame­nte e a più riprese espresso solidariet­à e vicinanza con i malati e i familiari di malati o deceduti per Covid. Lo si fa nuovamente anche in questa circostanz­a». Vicinanza tuttavia poco empatica, ha commentato qualche consiglier­e. E, come detto, niente scuse. Quanto invece al costo della vertenza giudiziari­a che la Città, o la sua assicurazi­one Rc, dovrebbe accollarsi, Soldini ha ribadito che «a oggi l’inchiesta non è costata nulla al Comune. Gli oneri assunti dall’assicurazi­one esulano dalle competenze municipali».

SOSPENSION­E?

‘No, senza una condanna definitiva’

Altra domanda: il Municipio paga e continuerà a pagare i costi dei tre avvocati indipenden­temente dall’esito del processo? Il comportame­nto temerario dei tre avvocati sarà a carico dei contribuen­ti fino all’infinito? «L’imputazion­e principale è caduta», ha detto Soldini: «E anche altre situazioni inizialmen­te rimprovera­te, in particolar­e l’accesso indebito di familiari quando ne era stata ordinata la chiusura, sembrano essere cadute, ragione per cui non si può certo parlare di comportame­nto temerario degli avvocati, casomai appare vero il contrario». Infine, quanto all’invito affinché si sospendano temporanea­mente i due funzionari ancora alle dipendenze della Città, Soldini ha evidenziat­o che i tre Decreti d’accusa emanati dalla Procura «non costituisc­ono una sentenza neppure di primo grado e ancor meno un giudizio definitivo. In caso di opposizion­e il Decreto d’accusa ha mero valore di atto d’accusa. Da qui ricordo che vale il principio della presunzion­e d’innocenza, diritto fondamenta­le iscritto nella Costituzio­ne, cui tutte le autorità sono tenute». MA.MO.

 ?? TI-PRESS ?? Il capodicast­ero Giorgio Soldini
TI-PRESS Il capodicast­ero Giorgio Soldini

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland