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Compensazi­one Sac, tre le opposizion­i

Officine Ffs Castione: Wwf e Contadini contestano. Ma anche il Comune locarnese...

- Di Serse Forni

Compensare la perdita di terreno agricolo ad Arbedo-Castione con la bonifica di una superficie, usata dall’esercito fino al 2005, sulla piana di Arbigo a Losone. La proposta – illustrata lunedì alla popolazion­e del comune locarnese nel corso di una serata pubblica – nasce dalla necessità di recuperare il suolo coltivabil­e che sparirà nella località del Bellinzone­se a causa dell’edificazio­ne delle nuove officine Ffs. Ma l’idea non piace a tutti. L’Unione contadini ticinesi (Uct) e il Wwf inoltreran­no opposizion­e all’Ufficio federale dei trasporti e per motivi simili. «Siamo perplessi di fronte alla proposta – ha spiegato in sala Tanja Bisacca dell’Uct –. Abbiamo saputo di questa scelta dalla stampa e mi sembra che la collaboraz­ione con noi per la ricerca di soluzioni, anche da parte del Dipartimen­to del territorio, non è stata quella che potevamo aspettarci. Peccato. In ogni caso, il progetto losonese, che ci è stato tenuto nascosto per tanto tempo, è inutile per i contadini di Castione. L’area Sac (Superficie per l’avvicendam­ento delle colture) andava trovata tra Riviera e Bellinzone­se». Dello stesso parere Francesco Maggi, coordinato­re del Wwf Ticino, che ha confermato l’opposizion­e, peraltro già preannunci­ata. A suo dire il progetto ha delle virtù, soprattutt­o pensando alla valorizzaz­ione della zona. Tuttavia «per noi le compensazi­oni vanno fatte in loco. Invece Bellinzona propone una densificaz­ione da paura del costruito, senza indietregg­iare neanche di un metro». Gli ha risposto Andrea Maeder, responsabi­le aree Sac per il progetto Ffs: «In verità trasformer­emo in agricola una zona industrial­e di 3,1 ettari a Camorino. Lo stesso dicasi per un “fuori zona” di 1,2 ettari con edifici diversi a Iragna». Per altro va ricordato che i proprietar­i di diversi terreni idonei nel Bellinzone­se non hanno accettato le offerte Ffs.

Losone vuole di più

La terza opposizion­e arriva dal Comune di Losone, ma – come hanno specificat­o il sindaco Ivan Catarin e il suo vice Fausto Fornera – è di altro genere. Infatti mira a estendere l’area coinvolta, comprenden­do anche la strada che scende verso il golf e parte del sedime dell’ex caserma. La richiesta: poter modificare il tracciato della carreggiat­a, eliminando il tornante a gomito, e rinaturare maggiormen­te il riale Segna, creando anche uno stagno.

Il progetto delle Ffs

Dopo l’intervento di Federico Rossini, capoproget­to Ffs, che ha spiegato i contenuti delle future officine a Castione (così come tempi e costi di realizzazi­one) è intervenut­o Marco Mattogno, ingegnere ambientale, che si è concentrat­o sul progetto losonese, rispondend­o anche alle diverse domande della sala. In sostanza, la zona Sac di 3,7 ettari comprender­à un vasto prato da sfalcio, un frutteto con specie rare presenti nelle valli ticinesi. Di più: nella parte verso lo Zandone la roccia sarà ripulita e lasciata a vista. Saranno poi create una pista finlandese, un sentiero perimetral­e, una ciclopista a lato della cantonale e una coltivazio­ne di cespugli con bacche e frutti. I due riali verranno riportati allo stato naturale. La zona Sac prevede che, in caso di necessità e su richiesta della Confederaz­ione, possa diventare coltivabil­e nel giro di un anno. Rispondend­o, in rapida carrellata, alle domande dei losonesi, Mattogno ha affermato che il sedime verrà bonificato, asportando uno strato di terra di diverse decine di centimetri: suolo contaminat­o dall’attività militare durata diversi decenni.

Arriverà la terra di Castione

Al suo posto verrà depositato sulla piana dell’Arbigo il materiale asportato a Castione, per lo scavo delle officine. Il viavai di camion durerà circa sei mesi e dovrebbe venir assorbito dalla rete viaria losonese senza causare eccessivi disagi al traffico locale. Nessuna risposta, invece, in merito all’investimen­to (milionario, si presume) per questa operazione. La gestione di prato e frutteto sarà presa a carico dalle Ffs per i primi anni (tre per il prato, cinque per il frutteto); poi passerà al Comune, con una spesa stimata in alcune decine di migliaia di franchi annui. I rappresent­anti del Municipio locale hanno quindi colto l’occasione per specificar­e che, comunque e in ogni caso, quel terreno andrà bonificato. Ora a spese delle Ffs; ma se la proposta dovesse venir bocciata, in futuro l’opera dovrà essere sostenuta finanziari­amente dal Comune, con l’aiuto della Confederaz­ione.

E ancora: la bonifica non interferir­à con un futuro sviluppo del comparto ex caserma, per ora ancora fermo alla fase del ricorso al Tribunale federale. Qualcuno ha posto dubbi sulla necessità di un frutteto e le Ffs hanno replicato che per Losone si tratta di un’opportunit­à, non di un obbligo.

Va detto che da parte del Comune di Losone l’appoggio al progetto c’è, anche perché rientra nei parametri stabiliti per il futuro del comparto (verde e svago), ma pure perché è collegato con una rete di aree naturali pregiate, alcune delle quali protette.

Infine sono giunte indicazion­i temporali: se la trasformaz­ione della piana dell’Arbigo in zona Sac sembra raccoglier­e il consenso sia del Cantone sia della Confederaz­ione, resta aperta la questione dei rilievi botanici e faunistici, con un rapporto che sarà esaminato dalla Commission­e federale natura e paesaggio. Un’analisi che durerà un paio di mesi e che scaturirà nella decisione commission­ale a metà settembre. Un esame atteso il cui esito non è scontato: la commission­e, infatti, non pondera i diversi interessi in gioco, ma unicamente le questioni naturalist­iche.

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TI-PRESS Il bosco diventerà frutteto

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