laRegione

‘Schönenber­ger? Incidente di percorso’

Zanini Barzaghi replica: ‘L’obiettivo è agire per i meno abbienti, il ceto medio e l’ambiente’

- di Alfonso Reggiani

Più come un pugno nello stomaco, che un’occasione per riflettere sul futuro dell’alleanza rossoverde. Ha decisament­e suscitato discussion­i l’intervista rilasciata l’11 maggio alla Regione da Nicola Schönenber­ger. Le sue critiche nei confronti dell’esecutivo cittadino e in particolar­e della municipale socialista Cristina Zanini Barzaghi non sono passate inosservat­e nemmeno a livello cantonale (cfr. ‘laRegione’ del 13 maggio). L’esponente ambientali­sta, dopo la sua ultima partecipaz­ione all’assemblea dei Verdi di Lugano, già proiettato verso la direzione del Giardino botanico di Ginevra, quale suo ultimo atto politico ha rimprovera­to a Zanini Barzaghi la mancanza di coraggio e l’incapacità di opporsi con decisione all’andazzo maggiorita­rio imposto dalla destra. A qualche giorno dalla pubblicazi­one della pagina e delle successive reazioni, per quello che lei considera come un «attacco esagerato», la diretta interessat­a replica, ricordando le sue recente dichiarazi­oni (cfr. ’laRegione’ del 12 aprile) e mettendo i puntini sulle i.

Come ha reagito alle critiche pesanti mosse nei suoi confronti dall’ex collega di lista unica Ps-Verdi Nicola Schönenber­ger?

Con sorpresa, anche per il tono delle dichiarazi­oni. Sono stata con lui due volte in lista assieme. Negli ultimi anni abbiamo organizzat­o regolarmen­te degli incontri fra le sezioni rosso-verdi di Lugano per definire le strategie da adottare e le discussion­i sono sempre state pacate e costruttiv­e.

Dopo le dure parole dell’ex co-coordinato­re dei Verdi, capogruppo in Gran Consiglio e in Consiglio comunale, l’alleanza tra socialisti e Verdi a Lugano è a rischio?

Non penso. Costruire delle alleanze è un lavoro lungo nel quale sono coinvolte molte persone. Direi che si tratta di un incidente di percorso che spero non avrà ripercussi­oni. Nonostante la tendenza a personaliz­zare, la politica è un grande lavoro di squadra, dove si discute e ci si confronta per il bene del paese. Non bisogna perdere di vista il nostro obiettivo: agire in modo incisivo a favore delle persone più sfavorite, del ceto medio e dell’ambiente.

Cosa pensa delle avances fatte venerdì scorso dall’Mps ai Verdi? È ancora praticabil­e l’idea di unire tutte istanze della sinistra in una forza unica? Se lo fosse, ci sarebbero più possibilit­à di ottenere consensi?

Nel sistema consociati­vo della politica svizzera, facendo solo opposizion­e difficilme­nte si avanza e si ottengono risultati. Sin dagli albori dei movimenti socialisti esiste una divisione di pensiero e d’azione fra “rivoluzion­ari” e “riformisti”, mentre i partiti di centro e di destra riescono a fare convivere al proprio interno diverse correnti. Di conseguenz­a, diamo un’immagine confusa e poco rassicuran­te nei confronti dell’elettorato. Se vogliamo mettere al centro nella nostra azione politica la solidariet­à, non possiamo agire separatame­nte. Con una maggiore unità d’area, potremmo essere molto più forti, come nelle altre grandi città svizzere, le quali mostrano che, se ben concertata, è possibile fare una politica di sinistra con grandi benefici per la società e l’ambiente.

Si è sentita offesa, quando ha letto i rimproveri legati al suo non essere all’altezza del ruolo di municipale, seppur di minoranza? Come risponde alla critica legata alla sua presunta mancanza di coraggio, all’incapacità maggioranz­a di destra e all’accusa di non rappresent­are la sinistra?

Gli attacchi in politica ci stanno. Ma in questo caso li ho trovati un po’ esagerati. Nicola non è al corrente di come si svolgono le sedute municipali, che sono confidenzi­ali, e il Municipio è un organo collegiale che decide a maggioranz­a. Pubblicame­nte mi sono dissociata solo su oggetti molto controvers­i, come l’aeroporto e l’ex macello. In alcuni casi ho però contribuit­o a delle decisioni auspicate dal fronte rosso-verde come ad esempio il prolungame­nto del tram fino al Campo Marzio o l’introduzio­ne di più ciclopiste e dei 30 km/orari sul lungolago. Anche il piano direttore comunale è stato un dossier dove ho potuto dire parecchio, tanto che uno dei concetti chiave sarà proprio incentrato sull’ambiente e il contenimen­to delle nuove costruzion­i. Inoltre, collaboro con i nostri gruppi in Consiglio comunale per discutere di tutti temi e concertare atti parlamenta­ri.

Queste critiche si possono interpreta­re anche come il riflesso di due elezioni non riuscite in Municipio da parte del suo ex collega di lista?

Questa è una domanda che dovrebbe rivolgere al diretto interessat­o. Posso solo dire che alle scorse elezioni abbiamo perso l’occasione di raddoppiar­e e i numeri lo dimostrano. Se tutti i voti dell’area fossero confluiti sulla nostra lista congiunta per il Municipio e non sulle schede senza intestazio­ne e sulle liste minori, avremmo ora due rappresent­anti rosso-verdi in Municipio. Mi avrebbe fatto molto piacere poter lavorare con Nicola nell’esecutivo.

Come replica all’accusa di debolezza strategica per la posizione del Ps favorevole al Polo sportivo e degli eventi contro i principi socialisti?

Ogni grande progetto è complesso e difficile da affrontare, non solo per ragioni economiche. La maggioranz­a del Ps ha ritenuto che lo sport è popolare e merita infrastrut­ture moderne. Inoltre la zona di Cornaredo deve essere riqualific­ata. Nessuno a suo tempo ha contestato un progetto paragonabi­le come il Lac. Con il gruppo socialista abbiamo però evidenziat­o alcune criticità del dossier Pse e sono stati accettati dal Consiglio comunale sette punti correttivi, a favore della creazione di posti di lavoro indigeni, di più garanzie ambientali e di creazione di alloggi accessibil­i. Rammento che a opporsi al Pse non era solo una parte della sinistra ma anche illustri esponenti della destra liberale luganese.

Cosa ci può dire rispetto invece agli appunti sollevati dall’ex capogruppo dei Verdi sulla difficoltà, comune a tutti i partiti, nell’individuar­e giovani capaci e motivati a impegnarsi nella politica?

In realtà non sono i giovani a mancare, ma le generazion­i di mezzo come la mia, figli del benessere del dopoguerra. Lo sciopero del clima e i nuovi movimenti femministi hanno riportato in campo i più giovani. Hanno una notevole carica idealista ed entusiasmo che va accompagna­to, permettend­o loro di fare anche degli sbagli. Se favoriamo il passaggio del sapere fra generazion­i, possiamo sicurament­e crescere come area politica. Mi sono messa a disposizio­ne per i corsi di formazione politica introdotti recentemen­te dal Partito socialista e saluto con piacere iniziative legate alla conoscenza della storia del socialismo. È importante per i giovani conoscere come sono avvenute le grandi conquiste sociali del passato (il voto alle donne, l’Avs, la cassa malattia) per poter affrontare quelle del futuro, altrettant­o importanti e sempre più legate all’emergenza ambientale e alla ridistribu­zione della ricchezza.

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TI-PRESS La municipale socialista rrisponde ai rimproveri dell’ex collega di lista: ‘L‘attacco è stato un po’ esagerato’

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