La risposta palestinese è un attacco alla sinagoga
Uomo apre il fuoco in rione ortodosso: uccise 7 persone
Tel Aviv /Gaza – Un uomo ha aperto il fuoco uccidendo sette persone ieri sera, in pieno Shabbat, all’uscita da una sinagoga nel quartiere di Neve Yaakov a Gerusalemme. Almeno altre tre persone sarebbero rimaste ferite in modo grave. L’autore dell’attentato è un palestinese di 21 anni della parte est della città, ha detto il capo della polizia di Gerusalemme, secondo cui l’uomo ha sparato davanti alla sinagoga del quartiere a prevalenza ortodossa di Neve Yaakov e poi è scappato a bordo di una vettura verso una zona vicina a prevalenza araba della città. Raggiunto dagli agenti – secondo la stessa fonte – ha sparato ai poliziotti prima di essere colpito a sua volta. Mortalmente. “Una operazione eroica”: così la Jihad islamica ha definito l’attacco. Hamas ha affermato che si è trattato di una “vendetta per i morti di Jenin”. Riferendosi ai 9 palestinesi uccisi giovedì nella città della Cisgiordania in scontri con l’esercito e al successivo lancio notturno di razzi verso Israele, il portavoce della Jihad islamica, citato dai media, ha aggiunto che l’attentato “dimostra che si è saldato un fronte unico che include Gerusalemme, la Cisgiordania e Gaza”. Nell’apprendere dell’attentato di Gerusalemme, manifestazioni spontanee di gioia si sono avute in diverse città palestinesi. Cortei di persone in festa sono stati segnalati a Jenin, Nablus e Ramallah. Scene di euforia anche a Gaza City e a Rafah, nel Sud della Striscia.
Invece il ministro per la Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir è stato accolto da espressioni di collera al suo ingresso nel rione di Neve Yaakov. “Morte agli arabi! Morte ai terroristi”, hanno scandito i dimostranti in direzione di Ben Gvir. Questi ha replicato: “Avete proprio ragione. Il governo deve reagire”. Il premier Benjamin Netanyahu ha convocato una riunione di emergenza. Quella tra giovedì e venerdì era stata una notte di tensione nella regione. La maggior parte dei razzi lanciati da Gaza nel Sud di Israele è stata intercettata dal sistema di difesa antimissili Iron Dome, gli altri sono caduti in zone aperte. In risposta, l’aviazione israeliana ha colpito, a più riprese, obiettivi di Hamas (considerata responsabile di tutto quello che origina da Gaza) nella Striscia. In giornata, tuttavia, era tornata una calma vigile. Una calma che però si rivelerà solo apparente. La macchina della diplomazia intanto si è messa in moto. Dopo le visite del capo della Cia William Burns e del consigliere della Sicurezza nazionale Jake Sullivan, ad arrivare lunedì nella regione sarà Antony Blinken. Il segretario di Stato Usa vedrà sia Netanyahu sia il presidente palestinese Abu Mazen, che dopo i fatti di Jenin ha interrotto il vitale coordinamento di sicurezza con Israele.