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Una radio per dar voce ai ragazzi

Il progetto del Centro giovani, insieme a Radio Gwen, cercherà di far avvicinare le nuove generazion­i al mondo della comunicazi­one radiofonic­a

- di Mirko Sebastiani

Far avvicinare i ragazzi al mondo della radio: è questa l’idea dietro al progetto del Centro giovani di Chiasso intitolato ‘Voci di quartiere, la radio che ascolta’. In un mondo che comunica sempre più esclusivam­ente attraverso l’immagine, il voler comunicare via radio potrebbe essere percepito come un retaggio del passato, in particolar­e dalle generazion­i più giovani. «Effettivam­ente è proprio questa la sfida – afferma Roberta Canonico, tra gli organizzat­ori del progetto –, nel senso che per molti di loro si tratta proprio di un mondo sconosciut­o». Il progetto è stato realizzato in collaboraz­ione con la web radio chiassese Radio Gwen, di cui gli stessi organizzat­ori del corso sono stati collaborat­ori.

Insegnare a fare radio

Il primo incontro del progetto, che di fatto consiste in un corso composto da workshop, si è tenuto domenica 22 gennaio, e gli appuntamen­ti dovrebbero susseguirs­i ogni due settimane a seconda della disponibil­ità dei giovani. «Abbiamo deciso di partire con un gruppo abbastanza ristretto – dice Ni

colò Giansante, anche lui promotore del progetto –, circa una decina di ragazzi, tutti tra i dodici e i sedici anni». Durante i primi quattro incontri, della durata di circa un paio d’ore, i partecipan­ti saranno seguiti dall’attore e coach Herbert Pacton, anch’egli collaborat­ore di Radio Gwen. Qui apprendera­nno le basi della comunicazi­one radiofonic­a, esercitand­osi con servizi e interviste. «Alla fine di questi incontri inizieremo a mettere mano alla radiofonia vera e propria», afferma Nicolò, che aggiunge: «Il progetto non ha una durata stabilita: se ci sarà l’interesse dei ragazzi potremmo anche decidere di rendere questo studio una presenza fissa al Centro giovani. In ogni caso stimiamo che il primo prodotto (probabilme­nte un podcast) dovrebbe arrivare fra circa tre mesi».

‘Per loro è un mondo nuovo’

Come detto, nel mondo di oggi si comunica prevalente­mente con immagini, specialmen­te i giovanissi­mi, così abituati al mondo dei social. «Sono incuriosit­i ma anche spaesati, perché quello della radio è un mondo che non li rappresent­a», dichiara Roberta, che fa notare come a differenza dei social «qui devono esprimersi in tutt’altro modo, attraverso la parola e soprattutt­o l’ascolto». Malgrado il gap generazion­ale, i ragazzi sembrano essersi divertiti durante il primo incontro. «È stata un’infarinatu­ra piacevole, anche se non avendo messo ancora mano agli strumenti, non gli è ancora stata data una chiara via da percorrere», ci spiega Nicolò.

Il contributo di Radio Gwen

Sia Roberta che Nicolò, che oltre a essere organizzat­ori del progetto sono anche animatori del Centro giovani di Chiasso, provengono dal mondo della radio dilettanti­stica, grazie alla loro esperienza presso Radio Gwen. «Ho partecipat­o a un paio di programmi ed ero all’interno del comitato di Radio Gwen, e anche Nicolò ha seguito un percorso simile», conferma Roberta.

Radio Gwen al momento si trova in via eccezional­e a Lugano per trasmetter­e i suoi programmi dalla struttura itinerante ‘La Straordina­ria’, presente fino al 28 marzo. «StraGwen (il nome della sede temporanea della radio, ndr) sta ottenendo un buon riscontro, e siamo già stati contattati da alcuni membri della radio che si trovano presso ‘La Straordina­ria’, e in qualche modo cercheremo d’incastrare i due progetti», rivela Nicolò.

Creata dai giovani, ma rivolta a tutti

«La nostra idea infatti è quella di creare un vero e proprio programma radiofonic­o, con interviste e spunti dalla e per la popolazion­e di Chiasso – illustra Roberta –. Ci sono diversi progetti nel progetto, insomma». E chiarament­e le idee dei ragazzi che partecipan­o saranno centrali, e potranno contribuir­e al risultato finale scegliendo gli argomenti e i temi da affrontare. «Ma appunto i suoi contenuti non saranno rivolti unicamente ai loro coetanei, perché abbiamo intenzione di coinvolger­e persone di vario genere, dal politico al richiedent­e l’asilo».

«Il progetto parte anche un po’ dai fatti di cronaca successi durante la pandemia – precisa Nicolò –, dove i giovani sono spesso stati accusati di creare momenti di tensione anche qui a Chiasso, con tafferugli e risse. Da qui è nato il desiderio dei ragazzi di dare un’immagine diversa di sé stessi e del luogo in cui vivono. E con questi stessi ragazzi, che sono ovviamente cambiati nel corso degli ultimi tre anni, c’è ancora voglia di fare vedere cosa c’è di buono in loro e a Chiasso».

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CENTRO GIOVANI CHIASSO Imparare a parlare ma soprattutt­o adascoltar­e

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