laRegione

Truffe per almeno due milioni Venti mesi sospesi

Condannato un 67enne. Danneggiat­e oltre 19 persone

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«Ha usato con noncuranza gli altri come gradini per la sua ascesa, agendo per mestiere», si è espressa così la giudice Francesca Verda Chiocchett­i durante la lettura della sentenza dei confronti di un 67enne italiano residente in Italia. Per la Corte, per quasi due anni l’uomo si è servito di due società di investimen­ti, con sede a Chiasso e Lugano, per truffare ripetutame­nte, insieme ad altre tre persone, almeno 19 clienti. Questo per un importo totale di almeno due milioni di franchi.

Il 67enne non si è presentato ieri di fronte alla Corte delle Assise correziona­li di Mendrisio, il processo è stato celebrato pertanto in contumacia. La giudice ha decretato una pena di venti mesi sospesi per due anni, confermand­o così la proposta del procurator­e pubblico Daniele Galliano. Per quest’ultima, trovata in accordo con l’avvocato della difesa Marco Masoni, è stato tenuto in consideraz­ione il lungo tempo trascorso dai fatti (avvenuti da giugno 2012 a marzo 2014), la carcerazio­ne preventiva di circa sei mesi scontata dall’uomo nel 2014 e il fatto che l’uomo sia reo confesso.

Operazioni finanziari­e mai avvenute

In parte in correità con altre tre persone, di cui una ora deceduta, il 67enne si sarebbe fatto versare denaro con la promessa di investirlo, con ricavi anche di dieci volte superiori rispetto all’importo iniziale. Il tutto, stando all’atto d’accusa, senza la reale intenzione di dar seguito ai suoi impegni e utilizzand­o gli importi per interessi propri o spese delle due società. Una di queste era la succursale di una compagnia inglese. I clienti si affidavano a esse per far fruttare i propri averi in modo tale da poterli investire in progetti, anche all’estero. Il 67enne avrebbe fatto credere che le due società avessero accesso a cospicui investimen­ti, garanzie bancarie e linee di credito milionarie. Le vittime versavano dunque un anticipo per dare avvio all’operazione finanziari­a offerta, che poi in realtà non avveniva.

Il 67enne risulta non raggiungib­ile, nemmeno dall’avvocato d’ufficio Masoni, che afferma di non essere riuscito ad avere contatti col cliente neppure in fase d’inchiesta. Data la situazione, la patrocinat­rice di uno degli accusatori privati ha indicato che si è deciso di rinunciare a «qualunque pretesa perché sarebbe difficile riuscire a recuperare qualcosa».

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ARCHIVIO TI-PRESS I fatti risalgono a una decina d’annifa

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