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Le previsioni

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Dal rapporto emerge che la scarsità d’acqua metterà in ginocchio entro il 2050 ben 13 cluster del settore del tessile. Parliamo di oltre 7mila aziende. La situazione è particolar­mente preoccupan­te per i cluster di Qingdao (Huai’an) e Shanghai, entrambi sulla costa orientale della Cina. Se spostiamo l’attenzione alle inondazion­i, i dati raccolti ne coinvolgon­o oltre 20mila. Si tratta di un quinto di tutte le sedi controllat­e dal sistema OS Hub. Si prevede che verranno colpiti da inondazion­i con una frequenza circa quattro volte superiore rispetto ai decenni passati. Quasi tutti i cluster ad altissimo rischio si trovano nelle regioni del Sud e del Sud-Est asiatico. In cifre si parla di 53 cluster, che corrispond­ono al 64% di tutti i siti dove operano aziende di abbigliame­nto. A livello di qualità dell’acqua, inoltre, entro il 2050 ben tre quarti delle aziende dell’industria dell’abbigliame­nto dovranno far fronte a un suo massiccio peggiorame­nto. Diventerà quindi un problema critico per l’industria del futuro. Già oggi, con il 52% di tutti i siti a rischio elevato, il settore deve intensific­are al massimo i suoi sforzi per migliorare la situazione. Infatti, secondo i dati raccolti, ben 44 cluster sono a rischio estremo. Le regioni più in pericolo sono: Calcutta (India), Bangalore (India), Dacca (Bangladesh), Karachi (Pakistan), San Salvador (El Salvador), Nagpur (India), Bangkok (Thailandia) e Chennai (India). Gli hot-spot si trovano invece in Turchia e Brasile, dove il rischio di dover affrontare tutte e tre le crisi è molto elevato.

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