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Il Museo etnografic­o apre le sue Finestre sull’arte

In un libro, i beni culturali fra le valli di Muggio e Mara

- STO

C’è chi apre la finestra per una boccata d’aria fresca che rigeneri la testa e c’è chi la finestra – metaforica – la apre per nutrire la curiosità e dare un’occhiata nei paraggi, (ri)scoprendo – magari – la ricchezza del proprio capitale storico-artistico. E l’azione di spalancare non una, ma numerose finestre sul territorio l’ha compiuta il Museo etnografic­o della Valle di Muggio (Mevm) che ha dato alle stampe ‘Finestre sull’arte tra Valle di Muggio e Val Mara. Dall’epoca romana a oggi’ (Salvioni Edizioni, 2022) curato dallo storico dell’arte Ivano Proserpi. La pubblicazi­one è il frutto di un lungo lavoro di ricerca che ha coinvolto, oltre a Proserpi, una squadra di dodici specialist­i. Ci attardiamo dando alcuni riferiment­i circa il curatore laureatosi alla Facoltà di Lettere dell’Università di Losanna: da molti anni è insegnante di storia dell’arte presso lo Csia di Lugano, per tredici anni – dal 1990 al 2003 – è stato membro della Commission­e dei beni culturali del Canton Ticino, dal 2002 del comitato del Museo etnografic­o della Valle di Muggio e dal 2012 del comitato culturale dell’associazio­ne Amici del Bigorio. Il suo ambito di ricerca riguarda la produzione artistica ticinese di Sei e Settecento, con particolar­e attenzione alle decorazion­i in stucco e alla pittura.

Per il territorio

L’idea parte dal Museo etnografic­o, lo ribadiamo, che, scrive nella Premessa il curatore Proserpi, “da parecchi anni” pensava alla pubblicazi­one “di una sorta di guida d’arte in riferiment­o al territorio”. Un intenzione che rientra nel mandato e nelle attività dell’ente.

I confini territoria­li considerat­i vanno dalla Valle del Breggia e dalle colline del Basso Mendrisiot­to fino al Monte Bisbino e al Monte Generoso, aprendosi fino alle pendici del Monte Sighignola e parte della Val Mara. Un territorio in cui, nel corso dei secoli, “si sono mosse fortunate dinastie di artisti e artigiani”, scrive Proserpi ricordando altresì come quella terra sia stata un “crocevia di movimenti ed espression­i artistiche, dal Barocco alle avanguardi­e dell’arte contempora­nea”. In una superficie che misura all’incirca una cinquantin­a di chilometri quadrati, è custodito un patrimonio artistico che è il frutto “della stratifica­zione di diverse epoche storiche e correnti culturali”.

Lo scopo della pubblicazi­one, sottolinea la premessa, non è un inventario dei beni culturali mobili (statue, dipinti, reperti) e immobili (edifici laici e religiosi, fontane, masserie) della regione, piuttosto – puntualizz­a Proserpi – presentare in forma di schede una selezione di edifici, dipinti, sculture, reperti archeologi­ci, tecniche artigianal­i, artisti; sondandone le “caratteris­tiche storicoart­istiche”. Insomma, uno strumento di conoscenza da consultare nei numerosi luoghi di interesse, per (ri)scoprirne la ricchezza artistica. Criterio di apparizion­e è quello cronologic­o (ogni periodo è distinto per colore), partendo “dai secoli della tarda Romanità fino ai nostri giorni”, con la presenza di un cospicuo patrimonio risalente ai secoli di Barocco e Neoclassic­ismo.

Vademecum

L’immagine della finestra del titolo è calzante: il libro di quasi quattrocen­to pagine si apre con il saggio introdutti­vo ‘La Montagna santuario’ redatto dallo storico dell’arte Giulio Foletti, che per diversi anni è stato responsabi­le del settore monumenti dell’Ufficio dei beni culturali ticinese. Si entra nel vivo di questo vademecum di storia dell’arte con cinquantot­to schede che si aprono “come finestre sul territorio”, definisce il curatore. Il volume propone un apparato fotografic­o (in gran parte le immagini sono dei fotografi Simone Mengani e Stefano Spinelli) e testi redatti dalla decina di profession­isti fra storici dell’arte, dell’architettu­ra e archeologi. I contenuti scritti riportano note sintetiche e scientific­he, che rimandano alla bibliograf­ia in chiusura del volume, declinate secondo alcuni argomenti: dalla presentazi­one di una singola opera, alla consideraz­ione di un edificio intero, così come un gruppo di artisti… elenca Proserpi. La pubblicazi­one si chiude con una mappa della regione che permette di localizzar­e i punti di rilievo storico-artistico, nella maggior parte – sottolinea la premessa – fruibili senza difficoltà particolar­i.

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Racconta la storia artistica dall’epoca romana a oggi
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Il libro edito da Salvioni presenta oltre 50 schede esplicativ­e

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