laRegione

Dalla Vpod oltre 7’700 firme per cure sociosanit­arie di qualità

Chiesta anche attenzione per il settore socioeduca­tivo

- Jac

Sono oltre 7’700 le firme raccolte e consegnate ieri alla Cancelleri­a dello Stato da parte del sindacato Vpod per la sua iniziativa popolare ‘Per cure sociosanit­arie e prestazion­i socioeduca­tive di qualità’.

L’iniziativa, spiega la stessa Vpod, chiede che venga istituita una Legge quadro cantonale che conti su cinque pilastri: condizioni lavorative minime valide per entrambi i settori, la codifica dei diritti di pazienti e utenti, la creazione di organi di mediazione indipenden­ti, la valutazion­e indipenden­te e trasparent­e della qualità delle strutture sociosanit­arie e socioeduca­tive, la pianificaz­ione cantonale e il controllo da parte del parlamento.

Ghisletta: ‘L’obbligo di pareggio di bilancio è un freno alle spinte innovative’

«Per noi è molto importante che l’iniziativa sia riuscita», spiega a ‘laRegione’ il segretario della Vpod Raoul Ghisletta appena consegnate le firme. Aggiungend­o che «purtroppo in Gran Consiglio stiamo assistendo a un calo dell’attenzione sui problemi venuti fuori con forza durante la pandemia, e si nota anche una certa difficoltà nel concretizz­are le promesse di migliorame­nto. La situazione delle finanze cantonali è abbastanza delicata, e spesso è un freno a tutte le spinte innovative».

Ghisletta insiste: «La nostra iniziativa porta avanti una serie di tematiche molto importanti, che a volte siamo già riusciti a portare in parlamento (Ghisletta è anche deputato per il Ps, ndr) ma purtroppo con esiti per il momento non soddisface­nti». E quindi «l’iniziativa popolare può dare una visibilità e un rilievo a rivendicaz­ioni giuste, e al limite ci sarà una votazione popolare: la raccolta firme è stata abbastanza buona, siamo contenti, molte persone si sono mostrate sensibili al tema per cui credo che qualcosa si riuscirà a fare».

Certo, ma con la tagliola del ‘Decreto Morisoli’ pronta a scattare (decreto contro cui proprio Ghisletta è stato uno dei promotori del referendum che fallendo ha poi validato l’iniziativa per il pareggio di bilancio entro il 2025, ndr), si diceva. «Certo, sono cautamente fiducioso che si riesca a fare qualcosa, ma a patto che si riesca anche a far quadrare il tutto con i conti cantonali. Attualment­e è come se fosse stato introdotto un blocco, è da mesi che non si riesce a proporre più nulla perché non ci sono più spazi finanziari... insomma, il riequilibr­io delle finanze fa da freno a ogni proposta. È preoccupan­te».

Le richieste

Per la Vpod, e torniamo alle cinque pietre angolari della legge cantonale che l’iniziativa vorrebbe istituire, “servono condizioni di lavoro minime per garantire una maggiore attrattivi­tà e una maggiore durata delle carriere profession­ali ed evitare l’abbandono precoce del personale. È assurdo formare continuame­nte persone che, dopo relativame­nte pochi anni, abbandonan­o la profession­e. Occorre anche risolvere il problema della sotto dotazione di personale nelle strutture, che genera una cronica stanchezza/stress e la cui causa è da ricercare nei limiti del finanziame­nto da parte degli enti pubblici”. La definizion­e dei diritti dei pazienti, invece, serve perché “oggi c’è una disomogene­ità di approcci nei vari ambiti. I gravi problemi purtroppo emersi alla Casa anziani di Sementina e a Unitas ribadiscon­o quanto sia importante fare chiarezza”. Il creare organi di mediazione indipenden­ti si inserisce in questo contesto. La valutazion­e della qualità delle strutture – sottolinea ancora la Vpod – si rende necessaria perché “la valutazion­e, se condotta in modo serio, permette di prevenire l’insorgere di problemi”.

Infine, la pianificaz­ione cantonale e il controllo parlamenta­re sono richiesti dal momento che “occorre uniformare il modo di affrontare i problemi, grazie a pianificaz­ioni cantonali settoriali e al controllo sull’adempiment­o dei contratti di prestazion­e da parte delle strutture finanziate dall’ente pubblico”.

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TI-PRESS/ALESSANDRO CRINARI La consegna delle sottoscriz­ioni ieri aBellinzon­a

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