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Vestiti di marca fake, etichette dal Ticino all’Italia

- M.M.

Arrivavano dal Ticino le etichette che hanno portato alla confisca della fabbrica dei falsi capi di abbigliame­nto Louis Vuitton. Lo si è appreso dopo che il Nucleo di Polizia economico-finanziari­a della Guardia di finanza di Como, al comando del tenente colonnello Samuel Bolis, ha confiscato l’opificio industrial­e situato a Meda, al confine tra la provincia lariana e quella di Monza Brianza. La confisca della fabbrica (valore 400mila euro) suggella le contestazi­oni dei finanzieri comaschi scaturite da un’indagine iniziata il 23 marzo 2018, giorno in cui a ridosso della barriera autostrada­le di Grandate a seguito di controlli su una autovettur­a provenient­e dal Ticino furono trovate centinaia di etichette del noto brand francese. Una scoperta che immediatam­ente consentì di localizzar­e a Meda la fabbrica in cui venivano prodotti i capi di abbigliame­nto Louis Vuitton. La perquisizi­one delle Fiamme gialle comasche aveva consentito di rinvenire, oltre a un ingente quantitati­vo di capi di abbigliame­nto ed etichette (identiche a quelle sequestrat­e in A9), anche un impianto produttivo efficiente, consistent­e in numerosi macchinari per la lavorazion­e e la stampa computeriz­zata dei tessuti, nonché macchine da cucire per la rifinitura e l’etichettat­ura dei prodotti. Tutto posto sotto sequestro in attesa della conclusion­e dell’iter processual­e. Arrivata la sentenza di condanna in Cassazione, nei confronti del titolare dell’opificio di Meda e di una seconda persona. Due anni e mezzo per contraffaz­ione aggravata per il primo, nove mesi per il secondo per ricettazio­ne.

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