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Aston Bank, scoperto ridotto a meno del 10 per cento

Un 53enne ex dipendente condannato a 16 mesi sospesi

- P.COL.

È uno dei pochi processi penali per il fallimento, risalente al 2009, della Aston Bank Sa di Lugano quello che si è celebrato ieri davanti alla Corte delle Assise correziona­li di Lugano presieduta dal giudice Siro Quadri. Alla sbarra è comparso un 53enne del Luganese chiamato a rispondere di falsità in documenti, frode fiscale, infrazione grave qualificat­a alle norme della circolazio­ne e appropriaz­ione indebita d’imposte alla fonte. Aumentando di un mese la richiesta formulata dal procurator­e pubblico Andrea Gianini, la Corte lo ha condannato a 16 mesi di detenzione sospesi per un periodo di prova di due anni, a una pena pecuniaria di 40 aliquote (pure sospesa) e a una multa di 1’000 franchi. «Quella dell’imputato è una posizione secondaria rispetto al funzioname­nto di Aston Bank e alla rincorsa a cercare fondi degli ultimi anni», ha spiegato il pp nella sua requisitor­ia. Con l’emissione degli ultimi decreti, l’inchiesta è da considerar­si conclusa. L’importo scoperto iniziale di 80 milioni di franchi ha potuto essere ridotto a meno del 10 per cento.

‘Trader senza formazione’

I fatti che risalgono al periodo della Aston Bank risalgono al 2008. Come indicato nell’atto d’accusa, agendo su indicazion­e degli allora direttori dell’istituto – contro i quali è di recente stato emesso un decreto d’accusa – il 53enne ha fatto attestare falsamente alla titolare di un conto aperto presso l’istituto di essere l’effettiva avente diritto economico della relazione, al fine di prelevare da tale conto importi per complessiv­i 600mila euro, “precedente­mente accreditat­i dalla datrice di lavoro Aston Bank Sa a titolo di bonus, allo scopo di non dichiarare tali dazioni al fisco, eludendo così le imposte dovute su tali redditi e traendone in tal modo un indebito profitto corrispond­ente alle imposte risparmiat­e”. «Il mio cliente è stato lo strumento per mettere in campo le malversazi­oni – sono state le parole dell’avvocato Fabio Nicoli che ha definito la pena proposta dall’accusa «proporzion­ale agli errori del mio cliente» –. Elettricis­ta di formazione, è entrato nell’istituto per effettuare manutenzio­ni informatic­he e per motivi sorprenden­ti si è trovato a occuparsi di contabilit­à e a essere trader senza alcuna formazione o competenza per poterlo fare». Un’attività che ha provocato al 53enne «una ferita enorme». Il legale ha evidenziat­o che l’uomo «sin da subito, e contrariam­ente ad altri protagonis­ti di questa vicenda, è stato molto collaborat­ivo», ha venduto il suo appartamen­to – senza ricavarne nulla – e ha dovuto reinventar­si profession­almente. Un precedente tentativo, risalente agli anni 2015-2016, ha portato al reato di appropriaz­ione indebita di imposte alla fonte, per un importo complessiv­o di poco superiore ai 15mila franchi, relative a un’esperienza lavorativa. «Il tentativo di rifarsi una vita – ha concluso l’avvocato della difesa –. Dopo anni di follia in banca dove lavorava sopra le sue possibilit­à, ha provato a essere attivo nel campo immobiliar­e».

Velocità elevata sul Ceneri

A portare l’imputato in aula è stato il concorso di reati. Nel maggio 2015 l’uomo è stato pizzicato sulla via Montecener­i a 140 all’ora in un tratto dove la velocità massima consentita è di 80 all’ora. «Ammetto di essere stato un idiota», sono state le sue parole. Un reato che, preso singolarme­nte, comporta una condanna a 12 mesi. Per questo la Corte ha voluto aumentare la pena proposta dall’accusa, ritenuta «sottodimen­sionata – sono state le parole del giudice –. Non si è voluto banalizzar­e all’eccesso quanto successo in banca con la falsificaz­ione di formulari». La Corte ha «apprezzato la collaboraz­ione, tenuto conto del tempo trascorso e della prognosi favorevole» dell’uomo.

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TI-PRESS L’imputato è finito alla sbarra per un concorso direati

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