laRegione

Zali e un’iniziativa irricevibi­le

- di Franco Celio, Ambrì

Non sono fra coloro che “fanno il tifo” per la conferma del consiglier­e di Stato Claudio Zali nel Governo cantonale. A mio modo di vedere, egli è infatti troppo ligio alle indicazion­i di Berna. Ne fa stato il modo, secondo me, troppo zelante con cui applica le leggi federali e le convenzion­i internazio­nali sulla protezione del lupo.

Ciò non toglie, tuttavia, che sulla tassa di collegamen­to abbia perfettame­nte ragione. È già strano che su un tema del genere gli avversari abbiano potuto raccoglier­e tranquilla­mente le firme. È un precedente gravissimo. Si sa che su un’iniziativa popolare, prima di stabilire la data dell’eventuale votazione, la ricevibili­tà della stessa debba essere riconosciu­ta dal Gran Consiglio. Fosse riconosciu­ta ora la ricevibili­tà, chissà quanti “cattivi perdenti” pretendere­bbero in futuro di ripetere votazioni da cui fossero usciti sconfitti! Che ci si dovrà forse abituare a votare due volte sul medesimo tema? Ne andrebbe di mezzo la certezza del diritto! La certezza del diritto verrebbe quindi meno. Probabilme­nte, il lancio dell’iniziativa in periodo preelettor­ale è stata una “furbata” dei promotori della stessa, convinti che, in questo periodo, ben pochi granconsig­lieri avranno il coraggio di negare detto riconoscim­ento. Sedicimila sottoscriz­ioni sono relativame­nte tante, ma rappresent­ano pur sempre solo circa il 7% degli aventi diritto. Siamo dunque ben lungi da una presa di posizione di una pretesa maggioranz­a e perfino da una minoranza “qualificat­a”. Oltre alla palese inammissib­ilità dell’iniziativa, la stessa è poi sommamente inopportun­a, postulando il “diritto” del traffico automobili­stico (compreso quello dei frontalier­i!) a intasare le nostre strade!

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