‘Giovani considerati come consumatori’
Contrario all’abbassamento del limite di età per le discoteche è il direttore di Pro Juventute Svizzera italiana Ilario Lodi. «Questa riforma legislativa è stata concepita non nell’interesse dei giovani come persone che hanno bisogno di esperienze educative, ma considerandoli dei consumatori – sostiene Lodi –. A chi mi dice che le discoteche sono diventate luoghi dove si fanno concerti, per cui non si giustificherebbe più il limite di età, rispondo che assistere a un’esibizione musicale è un’esperienza ben diversa dalla frequentazione di una discoteca, dove non si va certo per sentiremusica suonata, musica dal vivo. Piuttosto che aprire le discoteche ai sedicenni, sarebbe auspicabile che la politica investisse molto di più nella creazione di spazi di aggregazione sociale e ricreativa. Come i centri giovanili». Obietta Censi: «Vorrei ricordare che si tratta di una consultazione, appunto per avere l’opinione su tutte le varie modifiche proposte. Quella dell’accesso ai 16enni in discoteca è solo una modifica, a fronte di oltre centoventi articoli completamente modificati, e sicuramente non la più importante». Scontato il favore di Daniel Perri, responsabile delle discoteche Vanilla di Riazzino, Rotonda di Gordola e Pix di Ascona, secondo cui la revisione «segue la tendenza che vi è già nel resto del Paese. È importante capire che questa non è una proposta di revisione di legge fatta ad hoc per le discoteche ticinesi, ma serve a uniformarsi al resto della Svizzera. Prendiamo per esempio la zona territoriale in cui lavoro. Il Locarnese è una regione fortemente turistica, molti vacanzieri provengono da Oltralpe o anche dalla vicina Italia (il cui limite di età è fissato a 16 anni, ndr), e davanti alle nostre limitazioni spesso si chiedono perché non possono usufruire di servizi che da loro, e per loro, normalmente sono aperti». D’altro canto fa già discutere anche il limite di 10 estensioni all’anno per i posti esterni. «L’aver conferito nel progetto di nuova Lear base legale alla possibilità di estendere il numero di posti esterni è senz’altro positivo – osserva la municipale di Lugano Karin
Valenzano Rossi, alla guida del dicastero Sicurezza e spazi urbani –. Del resto era un nostro auspicio che come Città avevamo formulato per iscritto al Cantone alla luce dei buoni risultati ottenuti durante il periodo pandemico quando abbiamo concesso questa facilitazione a una serie di esercizi pubblici. Rilevo che a beneficiare di simili agevolazioni non sono solo gli esercizi pubblici, ma anche la città e i suoi spazi, che sono maggiormente vissuti». Premesso ciò, continua Valenzano Rossi, «sarebbe secondo me preferibile accordare una maggiore autonomia ai Comuni a vocazione turistica, e non parlo solo di Lugano. In particolare nel corso della stagione estiva gli esercizi pubblici di queste località vengono frequentati non soltanto nei weekend, ma pure in altri giorni della settimana e avvertono pertanto la necessità di disporre di un accresciuto numero di posti all’esterno. Sarebbe oltretutto laborioso, per le autorità locali e per gli esercizi, gestire in un certo modo iweekend e in un altro il resto della settimana. Quindi – sintetizza Valenzano Rossi – sì alla base legale, senza fissare limiti quanto al numero di estensioni possibili, ma lasciando ai Municipi, che per una questione di prossimità conoscono la realtà degli esercizi pubblici presenti sui rispettivi territori urbani, unmaggior margine di apprezzamento su dove e quando si giustifica un’estensione di posti esterni».