Valanga rossocrociata all’esame francese
Domenica in Alta Savoia s’inaugurano ufficialmente i Campionati del mondo, e la Svizzera è la squadra da battere. Urs Lehmann: ‘Ma io non lo dirò mai’.
Il men che si possa dire è che la Svizzera dello sci arriva con argomenti più che validi in Alta Savoia, dove domenica con la cerimonia inaugurale si aprono ufficialmente i Campionati del mondo a Courchevel e Méribel, anche se le prime gare sono in cartellone soltanto lunedì. Del resto, dall’alto delle sue sedici vittorie e dei suoi 41 podi in stagione, quella elvetica è infatti la squadra più vincente di questo inverno. Resta da capire tutto questo dominio in quante medaglie si tradurrà, nelle due settimane di competizioni sulle nevi francesi. In cui, naturalmente, l’uomo da battere sarà quel Marco Odermatt che in stagione ha già ottenuto otto vittorie, due delle quali negli ultimi due superG di Cortina e che sembra perfettamente recuperato dal colpo al ginocchio subito a Kitzbühel. Impareggiabile in gigante – infatti, quando si è presentato al cancelletto di partenza ha sempre vinto tranne in un’occasione, in cui si è comunque pur sempre piazzato terzo –, il campione olimpico della specialità cerca ora le sue prime medaglie iridate. Due anni fa a Cortina, infatti, il nidvaldese non aveva brillato ottenendo un quarto posto in discesa, l’undicesimo in parallelo e superG e senza concludere la prima manche del gigante. A Courchevel, “Odi” avrà una nuova pressione visto il dominio che sta esercitando in Coppa del Mondo, a cui comunque è ormai abituato. Odermatt può dunque tranquillamente puntare a tre medaglie in gigante, superG e discesa. Un altro elvetico su cui sono riposte molte attese è sicuramente Loïc Meillard, pure lui capace in stagione di salire sul podio in tre discipline diverse e, a Schladming, di conquistare la prima vittoria in carriera in gigante. Il vallesano di origine neocastellana sarà al via in ben cinque gare: gigante, superG, combinata, parallelo e slalom. La polivalenza dunque non gli fa difetto, ma sarà fondamentale gestire bene le energie, considerando oltretutto che, a differenza di Odermatt, questo sabato sarà al via dello slalom di Chamonix, ultima tappa di Coppa del mondo prima dei Mondiali.
E proprio lo slalom è un’altra disciplina sulla quale la Svizzera conta molto, considerando che in partenza ci saranno anche un Daniel Yule due volte primo in stagione e un Ramon Zenhäusern reduce dal secondo posto di Schladming. In campo femminile invece la situazione è un po’ diversa, la grande leader è indubbiamente la nostra Lara, che in Italia aveva conquistato l’oro in superG e in gigante e il bronzo in discesa), mentre Corinne Suter festeggiava l’oro in discesa e l’argento in superG. Se Gut-Behrami può nuovamente puntare a tre medaglie, la svittese è invece reduce da una brutta caduta a Cortina e lo stato di forma in cui si presenterà a Méribel è tuttora un’incognita. In ogni caso Suter è capace di esaltarsi ai grandi appuntamenti come dimostrano l’oro olimpico in discesa di Pechino, l’argento mondiale di Are, dove era pure giunta terza in superG.
Lo stesso discorso vale per l’obvaldese Michelle Gisin, duplice campionessa olimpica in combinata, ma che in stagione ha incontrato numerose difficoltà, in seguito al cambio di materiale operato in estate.
La quarta freccia femminile all’arco rossocrociato risponde invece al nome di Wendy Holdener, capace in stagione di conquistare due vittorie in slalom (ma che visto il grande stato di forma di Shiffrin può verosimilmente puntare all’argento) e che si è laureata campionessa del mondo di combinata nel 2017 e nel 2019.
IL PRESIDENTE ‘Potremmo andare a podio in ciascuna gara’
Insomma, a Courchevel e Méribel gli elvetici non possono nascondersi. Anche se un conto sono i pronostici, un altro sono gli obiettivi concreti. «Siamo fiduciosi, senz’altro – dice il presidente di Swiss Ski, l’ormai 53enne ex discesista Urs Lehmann –. Soprattutto, il gruppo ha grande fiducia nelle sue possibilità: non tanto per i risultati ottenuti ai grandi appuntamenti in passato, quanto piuttosto per quanto sta facendo in questa stagione di successo. Possiamo contare su atleti eccezionali, e pure su una base ampia: senza arroganza, possiamo dire che abbiamo la possibilità di conquistare una medaglia in ciascuna disciplina. E questo lo considero come un privilegio». Lehmann, però, non vuol dire apertamente che è quella svizzera, la squadra da battere. «Mai oserei fare una dichiarazione del genere. Infatti le grandi competizioni, come i Mondiali o i Giochi, hanno le proprie regole. Poi, in campo femminile c’è gente come Mikaela Shiffrin o Sofia Goggia, e in quello maschile Aleksander Kilde oppure Vincent Kriechmayr: ogni medaglia prima va conquistata. E ai Mondiali non è come in Coppa del mondo: tra un quarto e un ventesimo posto non c’è differenza, qui soltanto il podio conta».
Da quando Urs Lehmann è arrivato alla testa di Swiss Ski ne sono successe di cose. E l’argoviese, congedatosi dal professionismo nel 1997 e che dal 2008 è presidente della Federsci nazionale, non sembra aver ancora esaurito le proprie idee. «Ho già un progetto in testa – spiega –. Lo chiamerei ‘modello olandese’, perché in Olanda quella cosa la fanno davvero bene, mentre noi abbiamo ancora molto da imparare. Mi riferisco allo sport di massa, alla necessità di catturare l’interesse delle persone e di attivarle: noi, mi riferisco a Swiss Ski, abbiamo circa un centinaio di migliaia di soci e in futuro dovremo fare molto di più, da questo punto di vista. Ecco perché adesso abbiamo un responsabile dello sport di massa in seno alla Federazione».
Dopo Méribel e Courchevel, fra due anni sarà il turno dell’Austria a ospitare i Mondiali, e poi nel 2027 toccherà alla Svizzera, a Crans Montana. Dove, tra l’altro, si è già cominciato a lavorare per preparare l’appuntamento. «Aver ingaggiato Caroline Kuyper in qualità di Ceo dell’organizzazione è stato un passo fondamentale. Si lavora nell’ombra, per ora, lontano dai riflettori dei media, ma si lavora intensamente. Ci sono diverse cose da fare, e le priorità sono la realizzazione delle strutture, come lo stadio che accoglierà l’arrivo delle gare, e naturalmente le piste. C’è molto da fare, ne siamo consapevoli. Del resto, Caroline sarà presente qui in Francia per una decina di giorni, così da farsi un’idea di cosa vuol dire ospitare un Mondiale».