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Preparazio­ne fisica, il tallone d’Achille

Pier Tami ha presentato le conclusion­i dell’analisi svolta dall’Asf dopo i Mondiali. ‘Negli ottavi ci stiamo benissimo, per i quarti serve l’exploit’.

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Sono trascorsi poco meno di due mesi da quella funesta sera del 6 dicembre, quando allo stadio Lusail la Svizzera usciva a testa bassa dai Mondiali in Qatar, battuta e umiliata negli ottavi di finale dal Portogallo, con un mortifican­te 6-1. Due mesi durante i quali i vertici della federazion­e svizzera non sono rimasti con le mani in mano, ma hanno analizzato nei minimi dettagli quanto Xhaka e compagni hanno saputo mostrare nel deserto qatariota, per giungere ad adottare alcune misure atte a ulteriorme­nte profession­alizzare la Nazionale. Misure che dovrebbero diventare utili a breve giro di posta, già per le qualificaz­ioni agli Europei 2024 in Germania, che inizierann­o tra meno di due mesi. Smaltite la rabbia e la delusione provate nella pancia del Lusail, i vertici dell’Asf hanno analizzato la situazione a mente fredda. Un processo nel quale Pier Tami, direttore delle squadre nazionali, è stato ovviamente coinvolto in prima persona. Ieri alla Maison du Football a Muri, il dirigente ticinese ha esposto i risultati dell’analisi. Secondo Tami, la Nazionale rossocroci­ata, che occupa il 12° posto del ranking mondiale, ha un potenziale che la situa in modo perfetto all’altezza degli ottavi di finale di una Coppa del mondo. Ottenere l’accesso ai quarti di finale richiedere­bbe un exploit per il momento mai riuscito… «Ci sono aspetti nei quali abbiamo limiti che possiamo provare a superare – ha precisato Tami –, mentre in altri casi soltanto un exploit ci permettere­bbe di scavalcare l’ostacolo».

Il 61enne ticinese è intenziona­to a concentrar­e le forze del calcio elvetico su quegli aspetti nei quali esiste un potenziale concreto per cercare di avvicinare la Svizzera all’obbiettivo dei quarti di finale di un Mondiale. Uno degli aspetti messi a fuoco dall’analisi è rappresent­ato dal fatto che la maggior parte dei giocatori della “Nati” non è attualment­e in condizioni fisiche tali da permetterg­li di disputare ogni quattro giorni una partita del livello di una finale mondiale. Un concetto che spiega il motivo per il quale in Qatar la Svizzera è sempre apparsa inferiore a livello fisico, in particolar­e, ovvio, nella maledetta sfida con un Portogallo reduce dall’ultima partita della fase a girone nella quale la maggior parte dei titolari aveva goduto di un turno di riposo.

Secondo Tami, l’analisi di una serie di statistich­e ha mostrato che la Svizzera quella partita l’avrebbe dovuta perdere 3-1: gli altri tre gol subiti vanno tutti messi sul conto di una condizione fisica della squadra inadeguata per un impegno di quel livello. Secondo Tami, solo il capitano Granit Xhaka, Remo Freuler, Djibril Sow e Manuel Akanji – non a caso i giocatori che nei rispettivi club rivestono un ruolo da indiscussi titolari e scendono in campo praticamen­te tutte le domeniche per 90’ – sono stati in grado di tenere un ritmo di gioco all’altezza dell’impegno.

Alla luce di queste consideraz­ioni, l’Asf ha deciso di separarsi dal preparator­e atletico Oliver Riedwyl, separazion­e resa nota martedì. Di conseguenz­a, la forma fisica dei giocatori della Nazionale non sarà più compito suo, ma di un sostituto per trovare il quale è già in atto un processo di selezione che dovrebbe concluders­i prima di marzo. Un cambiament­o al quale, ha affermato Tami, «stavo già pensando da due anni». L’Asf spera che questo passo intensific­hi lo scambio con i club e crei quindi una maggiore continuità, che in ultima analisi dovrebbe portare a un aumento delle prestazion­i. «Al giorno d’oggi i club svolgono un grande lavoro anche a livello scientific­o, per questo motivo dobbiamo muoverci pure noi in questa direzione».

E proprio perché la scienza si lega allo sport sotto mille forme diverse, la federazion­e ha deciso la nomina di un consulente nutriziona­le che in futuro accompagne­rà i giocatori… «Ci sono federazion­i che in questo ambito non impiegano nessuno, ma le nazioni più importanti si sono già mosse da parecchio tempo. Da questo punto di vista, siamo in ritardo di circa dieci anni. E per attuare al meglio le indicazion­i del nutrizioni­sta, sarà assunto un secondo chef da affiancare al cuoco storico della Nazionale, Emil Bolli».

Della profession­alizzazion­e in corso fuori dal rettangolo verde, la Nazionale dovrebbe beneficiar­ne già a partire dai prossimi impegni all’orizzonte. A fine marzo, la selezione di Murat Yakin esordirà nelle qualificaz­ioni agli Europei 2024 in Germania: il 25 marzo sarà impegnata a Novi Sad (campo neutro) contro la Buelorussi­a, tre giorni dopo ospiterà Israele allo Stade de Genève. Pier Tami non vuole nasconders­i: «In questo gruppo facciamo figura di favoriti e dobbiamo assolutame­nte iniziare il percorso delle qualificaz­ioni con il giusto atteggiame­nto e la giusta umiltà». Dal 25 marzo al 21 novembre, la selezione rossocroci­ata disputerà dieci partite contro Bielorussi­a, Israele, Romania, Andorra e Kosovo. L’obiettivo è la conquista di uno dei primi due posti, sinonimo di qualificaz­ione per la fase finale: «Se non ce la dovessimo fare, sarebbe un disastro», conclude Tami.

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KEYSTONE Il ticinese e la federazion­e hanno analizzato quanto successo inQatar
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Manuel Akanji, tra i pochi ad aver retto a livello fisico

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