Morto il viceministro contrario alla guerra
Malore sospetto in volo per Pyotr Kucherenko, 46 anni, che aveva definito ‘fascista’ l’invasione dell’Ucraina. Putin: ‘Il nostro Paese attraversa tempi difficili’.
“Tutti sono presi in ostaggio, nessuno può dire niente, altrimenti veniamo schiacciati come insetti”. A poche ore dalla sua morte, avvenuta sabato a seguito di un malore avuto in aereo mentre tornava da un evento istituzionale a Cuba, suonano come una premonizione le parole che il viceministro russo della Scienza Pyotr Kucherenko avrebbe detto al giornalista Roman Super. Kucherenko, 46 anni, di cose contro Vladimir Putin ne aveva dette molte, arrivando a definire “fascista” la decisione di invadere l’Ucraina.
La confessione
Secondo Super, scappato dalla Russia dopo l’inizio della guerra, il viceministro si era confessato con lui “pochi giorni” prima della fuga, confidandogli di temere per la propria sicurezza. Al reporter russo, Kucherenko avrebbe anche detto di fare uso di antidepressivi e tranquillanti e di non poter fuggire perché ai funzionari russi erano stati “tolti i passaporti”. Una serie di dubbi che non si sciolgono dopo le affermazioni dei familiari del viceministro, che hanno parlato di arresto cardiaco. Né tanto meno dopo quelle del ministero russo, che in un comunicato ha spiegato come “Kucherenko si è sentito male mentre era su un aereo con una delegazione russa che tornava da un viaggio d’affari a Cuba” e che “l’aereo è atterrato nella città di Mineralnye Vody, dove i medici hanno cercato di prestare assistenza”, senza successo.
L’autopsia
Mentre si attendono gli esiti dell’autopsia, in programmaoggi, anche il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha dichiarato di non essere a conoscenza della causa della morte del viceministro. Kucherenko si aggiunge alla lunga lista dei nomi russi di alto profilo scomparsi misteriosamente dall’inizio della guerra. Funzionari e vertici militari morti per cause naturali o, più spesso, archiviati come casi di suicidio. Come successo a febbraio a Vladimir Makarov, sollevato giusto un mese prima dall’incarico di vicecapo della direzione per la lotta all’estremismo del Ministero dell’interno russo, l’organo incaricato di reprimere il dissenso contro Putin, e trovato morto nel villaggio di Golikovo, vicino a Mosca. Prima di lui, nell’estate del 2022, la stessa sorte era toccata a Yevgeny Lobachev e a Lev Sotskov, rispettivamente maggior generale in pensione dell’Fsb e maggior generale del servizio di intelligence straniero (Svr).
Quei suicidi poco credibili
Entrambi i casi vennero trattati come suicidi. Decessi misteriosi liquidati in poco tempo con sentenze sbrigative. Tra questi c’è anche chi sarebbe erroneamente caduto per tre piani da un albergo in India, dopo aver criticato in modo esplicito la guerra: a Pavel Antov, deputato del partito dello zar Russia Unita, non è bastato chiedere “sinceramente scusa” per le sue affermazioni. In tanti sono finiti per morire senza una spiegazione.
Prima di Antov, deceduto a dicembre 2022, c’era stato Grigory Kochenov, direttore creativo della società russa Agima, precipitato da un balcone della sua casa a Nizhny Novgorod durante una perquisizione. Kochenov non aveva mai nascosto il suo parere contrario alla guerra. Da una finestra di una clinica di Mosca era caduto invece Ravil Maganov, il presidente del Cda di Lukoil; ma il primo in assoluto a morire in una situazione dai contorni poco chiari fu il magnate Alexander Tyulyakov, vicedirettore generale di Gazprom, che il 25 febbraio 2022 venne trovato senza vita nel garage di casa sua.
Battaglia a Belgorod
Intanto, dopo una battaglia sul suo territorio durata 24 ore, la Russia ha annunciato di aver “liquidato” le forze che muovendo dal confine ucraino avevano compiuto un’incursione nella regione di Belgorod. “Nazionalisti ucraini” che volevano vendicare la sconfitta subita a Bakhmut, li ha definiti il ministero della Difesa di Mosca. Per Kiev, invece, erano partigiani russi che si battono contro il Cremlino. Mosca ha reagito intanto al dibattito in Occidente sull’invio di caccia F-16 con la consueta divisione dei ruoli e dei toni.
Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov si è limitato a dire che anche questa fornitura “non potrà cambiare in modo fondamentale la situazione sul terreno” favorendo una vittoria di Kiev.
“La Russia sta passando momenti difficili, ma ciò porterà a un forte consolidamento”, ha sintetizzato invece Vladimir Putin parlando a una cerimonia per la consegna di onorificenze a personale del settore pubblico. Il Cremlino a ogni modo si è detto “profondamente preoccupato” dall’incursione avvenuta nella regione di Belgorod, che secondo le autorità locali ha portato alla morte di un civile e al ferimento di altri 13, oltre che alla distruzione di una trentina di case e all’evacuazione temporanea di nove villaggi. Ma sulla vicenda restano molti interrogativi. A partire dai “70 nemici” che le forze russe dicono di avere ucciso, senza però mostrare nemmeno uno dei corpi, come fanno notare alcuni utenti di Telegram. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha intanto visitato le posizioni in prima linea del fronte di Vugledar-Marinka nel Donetsk. Sul fronte diplomatico, invece, la Tass ha annunciato che venerdì è atteso a Mosca il mediatore cinese Li Hui, dopo i colloqui avuti la settimana scorsa a Kiev.
Intercettati due bombardieri Usa
Sempre più tesi i rapporti tra Russia e Stati Usa. La Corte di Mosca ha prolungato di tre mesi, fino al 30 agosto, l’arresto del giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich, incarcerato a fine marzo con l’accusa di spionaggio. “Liberatelo immediatamente”, è stata la risposta della Casa Bianca. Intanto, in serata, due bombardieri strategici americani sono stati rilevati in avvicinamento al confine della Russia sul Mar Baltico. Il Cremlino afferma di aver fatto volare uno dei suoi caccia Su-27 per avvicinarli. Lo riporta Ria Novosti. “Dopo che gli aerei da guerra stranieri si sono ritirati dal confine, il caccia russo è tornato al suo campo d’aviazione” senza incidenti, ha dichiarato il ministero della Difesa russo.