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Tutti d’accordo: ‘Serve attivarsi ora’

Il Gran Consiglio sollecita (ancora) la Confederaz­ione a investire nella rete ferroviari­a a sud delle Alpi, con un occhio di riguardo al Mendrisiot­to

- di Giacomo Agosta

Il Ticino non deve aspettare ancora per vedere realizzato il completame­nto di AlpTransit a sud delle Alpi. È quanto ha voluto ribadire – ancora una volta – la politica ticinese. Il Parlamento cantonale ha infatti votato ieri pomeriggio all’unanimità una risoluzion­e generale presentata dall’Ufficio presidenzi­ale del Gran Consiglio per sollecitar­e la Confederaz­ione ad attivarsi sul tema. E a farlo subito. «La finestra temporale utile è breve. Qui si rischia di lasciarsi sfuggire un’occasione fondamenta­le», ha ricordato il capogruppo dei Verdi Matteo

Buzzi . La risoluzion­e lo specifica infatti chiarament­e: “Nella migliore delle ipotesi, il completame­nto di AlpTransit in Ticino potrà iniziare a concretizz­arsi a partire dal 2035”. Ma con una condizione importante, quella che preoccupa il Gran Consiglio (e non solo). “Questo avverrà solo se il Consiglio federale inserirà le relative opere nel Messaggio all’indirizzo del Parlamento federale, che deve allestire entro il 2026, in aggiunta a quanto già pianificat­o”. Tre le componenti che la risoluzion­e ritiene “essenziali” e che hanno “una portata non solo ticinese, ma svizzera ed europea”: La circonvall­azione di Bellinzona, la ‘Gronda ovest’ per il trasporto delle merci e il proseguime­nto di AlpTransit a sud di Lugano.

‘Il Mendrisiot­to fa ancora parte della Svizzera’

Particolar­mente interessat­i al tema i deputati momò. «È un’opportunit­à ghiotta», ha ricordato Andrea Rigamonti (Plr), che è anche presidente della Commission­e regionale dei trasporti del Mendrisiot­to e Basso Ceresio. «Nelle prossime settimane la deputazion­e ticinese incontrerà il consiglier­e federale Albert Rösti, nuovo direttore del Dipartimen­to che ha in mano il dossier. È l’occasione per ribadire la richiesta ticinese, che la precedente direttrice del Datec (Simonetta Sommaruga, ndr) non ha mai considerat­o». Opinione condivisa anche dal deputato del Centro Giorgio Fonio: «Sono tante le richieste al Consiglio federale. Ma una è particolar­mente urgente, ovvero il completame­nto a sud di Lugano di AlpTransit. La situazione è insostenib­ile. Fare la tratta Chiasso-Lugano dura quasi come il viaggio da Lugano a Zurigo». Per Stefano Tonini (Lega) «il Mendrisiot­to è una regione importante, che non va dimenticat­a».

L’ultimo di una serie di appelli

Una richiesta, quella ribadita ieri in aula parlamenta­re, che è solo l’ultima di una lunga serie di appelli rivolti alla Berna federale dal Ticino. Il Gran Consiglio si era già espresso nel 2018, con un messaggio rivolto a popolazion­e e autorità per invitare la Confederaz­ione a completare AlpTransit “da frontiera a frontiera”, e nel 2019, con un rapporto firmato da tutti i capigruppo con le richieste al Consiglio di Stato ticinese di partecipar­e “con decisione” alla consultazi­one federale sulla mobilità e territorio 2050. ‘Ordine’ eseguito, con l’allora presidente del governo ticinese Claudio Zali che nell’ottobre dello scorso anno – a proposito di ferrovia 2050 – aveva affermato: «Alla Confederaz­ione chiediamo di avere più coraggio negli investimen­ti. È contraddit­torio dire che si vogliono portare più persone a muoversi con il treno e poi non si investe a sufficienz­a nelle infrastrut­ture». Nelle scorse settimane l’associazio­ne ProGottard­o aveva invece parlato di “missione incompiuta. Allo stato attuale c’è il cuore, ma non le arterie”.

Niente domanda di referendum sulla revisione della Lpp

Non ha invece trovato approvazio­ne la domanda di referendum presentata da Giuseppe Sergi (Mps) contro le modifiche della Legge federale sulla previdenza profession­ale per la vecchiaia, i superstiti e l’invalidità (Lpp). La richiesta era che il Gran Consiglio sfruttasse la facoltà concessa ai cantoni (ne servono almeno otto) da Costituzio­ne federale e Costituzio­ne cantonale per chiedere che la revisione della Lpp sia sottoposta al voto popolare. «In questo modo i cittadini ticinesi potranno sapere come la pensano i loro rappresent­anti in parlamento su questa importante questione», ha spiegato Sergi. «Sul tema è già in corso una raccolta firme e con ogni probabilit­à si andrà al voto. Ci sarà quindi l’occasione di esprimersi anche a livello cantonale in quella sede, mentre a livello federale la posizione dei partiti è già chiara», ha risposto Cristina Maderni (Plr).

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TI-PRESS Il Consiglio federale dovrà allestire il messaggio entro il2026

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