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Cani aggressivi? Spesso è (anche) per leggerezza

Su circa 34mila ‘migliori amici dell’uomo’ presenti nel nostro cantone, meno di trecento nel 2022 i casi di morsicatur­a a persone. Ne parliamo con un’esperta.

- di Cristina Ferrari

Sono oltre 34mila i cani in Ticino. Una trentina le razze soggette a restrizion­i. Una popolazion­e, quella canina in generale, che negli anni ha registrato una crescita considerev­ole; nel 2009 gli amici a quattro zampe erano, infatti, circa 25mila. Un numero che se si considera il dato attuale svizzero rasenta il mezzo milione.

C’è dunque attenzione intorno al mondo del migliore amico dell’uomo, come spesso si dice. Non solo per il proliferar­e di sempre più negozi a tema, dalla toelettatu­ra alle scatolette di cibo, dai biscotti ai giochini di gomma, ma soprattutt­o per il loro comportame­nto nella società, sia del padrone (ci riferiamo alla maleducazi­one dei ‘bisognini’ non raccolti) sia dell’animale (aggressivi­tà in primis). Proprio negli scorsi giorni un bull terrier miniature (esemplare che rientra nell’elenco delle razze che nel nostro cantone sottostann­o dal 1° aprile 2009 all’obbligo di autorizzaz­ione all’Ufficio del veterinari­o cantonale prima dell’acquisto) ha aggredito, ferendolo gravemente, un bambino di 9 anni a Zugo. Solo l’intervento della persona che se ne stava occupando ha evitato il peggio. Un caso non isolato. Anche in Ticino.

Razze nella blacklist: 273 istanze di acquisto accordate

Nel 2022, secondo quanto riportato dal Rendiconto del Consiglio di Stato, sono stati notificati 246 casi di morsicatur­a alle persone e 119 casi di morsicatur­a ad altri cani, oltre a 19 cani particolar­mente aggressivi. In questo ambito il Dipartimen­to della sanità e della socialità ha evaso positivame­nte 273 istanze per la detenzione di cani delle razze soggette ad autorizzaz­ione, mentre due richieste sono state respinte. Una statistica puntuale che evidenzia inoltre che gli iscritti ai test sono stati 309, mentre le sessioni d’esame sono state 41. Le misure più frequenti ordinate in base ai risultati sono state l’obbligo di uso di guinzaglio o di pettorina in tutte le aree accessibil­i al pubblico (88), la frequentaz­ione di corsi aggiuntivi attraverso una cinofila (41) e il recupero del corso preparator­io (23).

Se il dato percentual­e, poco meno dell’1% di casi legati ad aggression­i a persone rispetto ai cani presenti nelle case ticinesi, può anche non preoccupar­e, l’aumento della popolazion­e canina apre a nuovi interrogat­ivi. Fosse solo per il fatto che l’articolo 6 del Regolament­o cantonale sui cani richiede a ogni proprietar­io la stipulazio­ne di una polizza assicurati­va per coprire eventuali danni causati dal proprio cane per un importo minimo di 3 milioni di franchi. E soprattutt­o che osservati speciali sono anche i cani di piccola taglia, autori in Svizzera della metà dei casi ai danni di bambini di età inferiore ai 10 anni.

‘Auspicabil­e tornare all’obbligo di formazione’

Può esserci spesso leggerezza nel gestire l’uscita quotidiana del proprio cane? Una prima domanda che abbiamo girato a Flavia Moretti, istruttore Skg, Firg, Ac e per cani da terapia nonché in possesso di diploma francese come comportame­ntista e riconosciu­ta dalla Federazion­e italiana sport cinofili come istruttore di terzo livello, ovvero il più alto. In Ticino collabora con la Società cinofila di Bellinzona. «Leggerezza? Non so se chiamarla così, però è anche vero che mi sono resa conto che c’è ancora qualcuno che non si informa prima dell’acquisto di un cane – ci mette in guardia l’esperta –. E se lo fanno, molti lo fanno su internet, che non è certo il modo migliore perché qui c’è tutto e il contrario di tutto... Sarebbe senz’altro più giusto informarsi da un veterinari­o o da un istruttore riconosciu­to e formato così da sapere prima cosa può presentare a livello etologico una particolar­e razza. Per questo sono d’accordo sul fatto che in Ticino si tengano sotto controllo alcune razze, anzi sarebbe auspicabil­e tornare all’obbligo di formazione, seppur di poche ore (4 teoria e 4 pratica) per qualsiasi tipo di cane. E così veniva spiegato a un proprietar­io cosa aveva letteralme­nte in mano. Perché, non va mai dimenticat­o, ogni cane è diverso, non si può generalizz­are, perché geneticame­nte conta tutto ovvero, ad esempio, predisposi­zione di razza e carattere, come sono i genitori, eccetera».

I test obbligator­i per i cani soggetti a restrizion­i in Ticino portano a una valutazion­e globale del team, padrone e cane, e quindi anche sul rapporto e sulla gestione dell’animale: «È importante. L’ho provato sulla mia pelle che anche un pit cresciuto in modo corretto diventa un cane stupendo, magari non con gli altri cani ma con le persone. Certo bisogna lavorarci tanto e ogni giorno – non manca di annotare Flavia Moretti –. Un’attenzione e un lavoro costante in quanto queste razze ‘parlano’ poco e scattano un po’ all’ultimo. È necessario stare sempre molto attenti».

Soprattutt­o con bambini nei dintorni, ci pare di capire dai casi segnalati: «Con i bambini qualsiasi cane non dev’essere mai lasciato. Per nessuna ragione al mondo, neppure per andare a rispondere al telefono. Un bambino per il cane ‘non sa di nulla’, magari urla, corre, per cui l’animale può essere in difficoltà. Per questo motivo è fondamenta­le socializza­rlo correttame­nte alla presenza di minori. Del resto negli Stati Uniti i pit sono considerat­i speciali baby sitter dei bambini e al bambino viene detto proprio per tutelarlo di non fare certe cose in sua presenza».

Meglio a ogni modo utilizzare sempre il guinzaglio? «Tenderei a tenere il cane sempre al guinzaglio perché se sei sul marciapied­e, magari in città, e il cane vede qualcosa dall’altra parte della strada che lo interessa, attraversa. Oppure essendo socievoli tendono a saltare addosso, e non tutti accettano perché hanno paura, perché sporca. Nei boschi o nei luoghi più discosti è necessario avere un ottimo richiamo. Magari chiedere per educazione durante una passeggiat­a nel bosco se si incontrano persone se possiamo liberarlo».

Ci pare di capire che un corso, seppur facoltativ­o, è sempre consigliat­o. È così? «Assolutame­nte sì, è auspicabil­e, anche per lezioni brevi di base o avanzate. Solo così si può avere un buon cane di famiglia, e così stare tranquilli noi (al ristorante o sui mezzi pubblici) e il cane più felice perché sta con il padrone».

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KEYSTONE Quattro zampe e i loro padroni nel... mirino
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Flavia Moretti

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