Un rosso più pallido sulla via per i quarti
La rete di Balcers al 62’25” condanna la Svizzera al suo primo (indolore) kappaò mondiale. In un martedì sotto un cielo con poche stelle: è la scelta giusta?
Magari un giorno qualcuno intitolerà una via di Riga a Rudolfs Balcers. Lui che in verità è nato a Liepaja, quindi da tutt’altra parte, ma che ieri sera, dopo una manciata di partite in stagione con le maglie di Florida Panthers e Tampa Bay Lightning, quando in palio c’è un posto ai quarti nel Mondiale in casa propria, grazie al suo tiro di prima intenzione al supplementare quando la Svizzera è in pista con un uomo in meno, regala al popolo lettone nientemeno che il terzo posto di gruppo. Un terzo posto più che insperato, verrebbe da dire, siccome a sette minuti dalla fine, dopo il 3-2 rossocrociato firmato da un davvero inesauribile Andres Ambühl, la Lettonia aveva un piede fuori dal torneo a beneficio degli slovacchi.
Qualcuno dirà che se la Lettonia è arrivata ai quarti, qualche merito andrebbe ascritto anche alla Svizzera. E in parte è così, ma non certo per la scelta di Patrick Fischer che, pur lasciando un po’ tutti basiti quando s’è saputo che si sarebbe consapevolmente privato di Nico Hischier, Nino Niederreiter e Denis Malgin, ovvero la metà delle stelle Nhl a disposizione (senza tener conto di un Tim Berni ufficialmente mai iscritto), l’ha fatto soltanto pensando al quarto di finale di domani pomeriggio contro la Germania. Se l’ha fatto, ovviamente, è perché s’è voluto cautelare, preservando i suoi uomini migliori in un martedì che per i rossocrociati conta come il due di picche, visto che la Nazionale alla classifica non ha più nulla da chiedere. Preservandoli – beninteso – dai possibili infortuni, ben sapendo che la Lettonia avrebbe dato tutto anche in fatto di muscoli, perché aveva una missione da portare a termine.
Semmai, ci si può chiedere quale impatto potranno avere le esclusioni di ieri pensando alla sfida con i tedeschi, dopo una partita con la Lettonia in cui i rossocrociati sono scesi in pista con una squadra ridotta all’osso (oltre alle tre star in attacco, dietro mancava pure Kukan) con sette difensori e appena undici attaccanti. Tuttavia, Fischer non è nuovo a scelte del genere: già dopo la sfida con i canadesi – brillantemente vinta, oltretutto – aveva buttato all’aria le linee, convinto che ciò facesse bene alla squadra, motivando così la propria scelta: «Quando si cambia il lineup, i giocatori parlano parecchio tra loro e in pista sono molto più svegli». Insomma, a ‘Fischi’ i cambiamenti non fanno paura. Il problema è che, naturalmente, senza El Niño, Malgin e Hischier a cambiare non sono soltanto i quintetti base, bensì pure le linee del powerplay. Così, contro la Lettonia si sono visti in pista due formazioni sperimentali con Haas, Senteler, Herzog, Fiala e Loeffel e con Ambühl, Corvi, Riat, Miranda e Moser, che indubbiamente non rivedremo più all’opera: il tempo ci dirà se questi continui ritocchi avranno delle ripercussioni (e quali) sui risultati. «Il fatto è che non era facile preparare la partita contro la Lettonia – analizza Patrick Fischer, nel dopopartita –. Eravamo sicuri del primo posto, non c’era più nulla in palio, dovevamo solo pensare a evitare dei ferimenti e l’abbiamo fatto. Abbiamo deciso di lasciare un giorno di riposo ad alcuni giocatori, e chi ha preso il loro posto l’ha fatto bene. Anche perché a 5 contro 5 i lettoni non hanno avuto più di cinque occasioni, in una partita che per loro significava tutto.
‘Lasciamoci alle spalle questa sconfitta’
«Penso che a tratti abbiamo giocato abbastanza bene – gli fa eco Michael Fora –. Semplicemente abbiamo commesso qualche errore di troppo che la Lettonia ha saputo sfruttare. È un buon avvertimento, per noi: ogni partita è combattutissima, e bisogna sul serio essere disciplinati per sessanta minuti. Tuttavia, come dopo la buonissima partita con il Canada abbiamo saputo lasciarci tutto alle spalle per concentrarci sulla Cechia, dovremo fare lo stesso dopo questa sconfitta. Questo, naturalmente, dopo aver analizzato le cose che dobbiamo migliorare in vista dei quarti».
Intanto, di positivo, c’è che a furia di provarci Kevin Fiala – l’unico attaccante Nhl superstite – riesce infine a centrare il bersaglio. Al termine di un cosiddetto ‘set play’, dopo ingaggio brillantemente vinto da Corvi, al 26’02”, per il punto del provvisorio 11 in una partita in cui, però, la Svizzera non ha la disciplina, ma neppure l’efficacia delle prime sei partite. «Meglio perdere ora che ai quarti contro i tedeschi – dice il ventiseienne attaccante dei Los Angeles Kings –. Certo, è un peccato, ma abbiamo chiuso il girone davanti a tutti e adesso dobbiamo guardare avanti. Il mio gol? Naturalmente fa piacere segnare dopo aver avuto molte occasioni, ma ciò che più conta per me sono le sei vittorie conquistate finora».