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Thomas attacca, Roglic accusa il colpo

Giro d’Italia, sul Monte Bondone vince il portoghese Almeida, ma la maglia rosa va al gallese, mentre lo sloveno perde 25”. Oggi si torna in piano.

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Joao Almeida trionfa sul Monte Bondone, Geraint Thomas è la nuova maglia rosa del Giro d’Italia. Al di là delle due “breaking news”, nella prospettiv­a delle ultime quattro tappe a fare notizia è soprattutt­o la difficoltà alla quale è andato incontro Primoz Roglic, staccato negli ultimi chilometri e giunto al traguardo con un ritardo di 25”. Dopo il ritiro per Covid-19 di Remco Evenepoel, la maglia rosa sembrava promessa senza troppe difficoltà allo sloveno. E invece, nella prima frazione di montagna nella quale i big hanno messo il naso alla finestra, il capitano della Jumbo è andato incontro a un passaggio a vuoto.

Non la si può chiamare crisi, ma è comunque il sintomo di una difficoltà che dovrebbe rendere oltremodo incerta l’ultima settimana di corsa. Anche perché Geraint Thomas ha dimostrato di avere la gamba giusta e nella lotta per la vittoria finale si è inserito pure il portoghese Almeida, l’uomo che ha acceso la miccia e che in classifica generale ha scavalcato proprio Roglic per posizionar­si alle spalle di Thomas. A terza settimana di corsa iniziata, i primi tre della classifica sono racchiusi in 29”, una garanzia di spettacolo sulle Tre Cime di Lavaredo (venerdì) e nella cronometro del Monte Lussari (sabato).

Sul Monte Bondone, a dire il vero, le emozioni sono giunte quasi tutte da dietro nel senso che, adagio adagio, il gruppo dei migliori ha perso vagoni su vagoni, senza per altro che i pretendent­i alla vittoria finale iniziasser­o a darsi battaglia. A 10 km dall’arrivo, ha perso contatto anche il francese Bruno Armirail, bravo a onorare la maglia rosa, ma impossibil­itato a reggere il ritmo imposto prima dalla Jumbo con Rohan Dennis, poi dalla Uae Emirates con Davide Formolo e Jay Vine. E proprio un’accelerazi­one dell’australian­o a poco più di 8 km dal traguardo ha definitiva­mente scremato il gruppo e lasciato davanti soltanto Almeida, Thomas, Roglic, Kuss, Zana (poi staccatosi) e Dunbar. L’azione decisiva ai -6 km, quando a partire è stato Almeida. Rimasto per alcuni chilometri a uno sputo dagli inseguitor­i, ai -4,5 km si è visto piombare alle spalle Thomas, il quale ha percepito la difficoltà di Roglic e lo ha piantato in asso. I due hanno trovato subito un buon accordo, iniziando a guadagnare secondi preziosi, per giungere a un vantaggio stabilizza­tosi attorno al mezzo minuto. Allo sprint, Almeida è stato più veloce del gallese e ha intascato anche i 10” di abbuono, mentre al suo compagno ne sono andati 6 e a Roglic 4. Per il portoghese si tratta del primo successo in un grande giro. L’ex maglia rosa Armirail ha tagliato il traguardo con un ritardo di 4’23”. «È stata una giornata molto dura, con tante salite – ha commentato Thomas –. Sono soddisfatt­o dell’esito. Mi sono ritrovato davanti in compagnia di Almeida, ma lui è stato più bravo nello sprint». Raggiante il vincitore di giornata: «È una vittoria speciale, un sogno che diventa realtà. Ho lavorato con Thomas per mettere più secondi tra noi e Roglic, ma il mio obiettivo era il successo di tappa».

La tappa è stata animata da una fuga di dodici corridori (i fratelli Paret-Peintre, Aurélien è stato pure maglia rosa virtuale, Pronskiy, Haig, Konrad, Lastra, Healy, Swift, Gee, Verona, Zana e Ulissi), ripresi soltanto sul Monte Bondone. Oggi si torna in pianura con una frazione dedicata ai velocisti tra Pergine Valsugana e Caorle. Seguiranno

le tre tappe decisive, con l’arrivo di giovedì in Val di Zoldo (due Gpm di prima e due di seconda categoria), quello alle Tre Cime di Lavaredo di venerdì (Passo Campolongo, 3,9 km al 7%, Passo Valparola, 14,1 km al 5,6%, Passo Giau, 9,9 km al 9,3%, Passo Tre Croci, 7,9 km al 7,2% e l’arrivo alle Tre Cime, 7,2 km al 7,6% con pendenze massime del 18%) e la crono del Monte Lussari (18,6 km con gli ultimi 7,3 in salita con pendenze del 12,1% e massime del 22%). Terreno per rivoluzion­are la classifica ce n’è ancora parecchio: l’importante è che vi sia anche la voglia (e il coraggio) di non aspettare gli ultimi 5 km per cercare di fare la differenza.

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KEYSTONE L’urlo di gioia di JoaoAlmeid­a
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KEYSTONE Il nuovo leader dellaclass­ifica

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