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Zone edificabil­i, fatti i compiti

Inviati i calcoli del Piano regolatore al Dipartimen­to del territorio. Atteso un riscontro entro fine giugno. Poi si lavorerà al Programma d’azione.

- di Daniela Carugati

Novazzano adesso conosce di preciso le dimensioni del suo Piano regolatore. Sa che è abbondante (e di quanto oltre l’asticella limite del 120 per cento) e ha delineato il suo scenario futuro. Tutte informazio­ni messe nero su bianco in un documento che è già stato imbucato all’indirizzo del Dipartimen­to del territorio (Dt). Ora, fatti i compiti, si resta in attesa di ricevere il responso, annunciato entro fine giugno. A quel punto il processo potrà entrare nella sua seconda fase, e potrà aprire anche a un confronto diretto fra autorità comunale e Cantone. Poi, dati alla mano, il Municipio affronterà di seguito l’allestimen­to del Pac, il Programma d’azione comunale per lo sviluppo insediativ­o centripeto di qualità. Non prima, però, solo a ‘bocce ferme’: su tempistica e ‘modus operandi’ il sindaco Sergio Bernasconi è stato chiaro.

Occhi puntati sulla pianificaz­ione

Una volta ricevuto il parere della Sezione dello sviluppo territoria­le sul calcolo del dimensiona­mento delle superfici edificabil­i, i Comuni avranno due anni per mettere a punto il Pac. Tempi troppo stretti? Per il sindaco saranno sufficient­i per venire a capo di piani in equilibrio tra obblighi di legge, visioni del Comune e interessi privati. Sta di fatto che una parte della politica locale attende con interesse l’evolversi della situazione pianificat­oria e spinge affinché l’esecutivo si doti di uno strumento di pianificaz­ione in modo tempestivo ed efficace. Non a caso, di recente, il gruppo di Insieme Sinistra è tornato alla carica sul Pac, insieme alla Lega dei ticinesi, forti anche dell’esempio di Comuni, come Castel San Pietro, che hanno scelto, si corrobora in una interpella­nza, di avviare “la riflession­e sulle modalità di allestimen­to del Pac, prima ancora di avviare e completare la procedura di calcolo del dimensiona­mento delle zone edificabil­i”.

La strada è tracciata

Per Novazzano, però la strada è tracciata («anche se non piace a tutti»). «La nostra proposta, messa a punto con il pianificat­ore, è ora sul tavolo del Dipartimen­to del territorio – ribadisce Bernasconi, che la settimana scorsa ha informato il Consiglio comunale nei dettagli –. Ora dalle indicazion­i ricevute, sappiamo che a livello cantonale non si uscirà con una decisione scritta. L’intenzione, una volta esaminato il documento di lavoro, è di prendere contatto e discuterne con il singolo Municipio, per vedere se le conclusion­i sono condivise e quali margini di manovra ci sono». Tutto ciò con la consapevol­ezza che le misure a disposizio­ne per rientrare nei parametri fissati dalla scheda R6 del Piano direttore cantonale sono il dezonament­o da un lato e la riduzione degli indici dall’altra.

Certo l’operazione è di quelle delicate. «In ogni caso – annota il sindaco – si vanno a toccare dei terreni privati. Gli interpella­nti hanno chiesto se i cittadini di Novazzano devono temere di veder svalutate le loro proprietà: è possibile». Ed è legittimo interrogar­si sugli effetti (e gli indennizzi) di questa operazione. Solo quando il quadro della scheda R6 sarà nitido, fa capire

Bernasconi, si valuterà a chi assegnare il mandato del Pac e come coinvolger­e i vari attori in campo (legislativ­o, popolazion­e ed esperti). Nel frattempo, il Dipartimen­to ha fornito agli amministra­tori locali le prime coordinate per sapere come muoversi in un incontro con il Gruppo intercomun­ale dei Comuni della regione a Riva san Vitale. «In effetti, abbiamo ricevuto una prima informazio­ne generale». Anche perché con l’elaborazio­ne del Pac non ci si limiterà a ragionare sul territorio, ciascuno dentro i propri confini. «Quando affrontere­mo il dossier – spiega il sindaco –, un altro tema da tenere presente sarà quello del dialogo con i Comuni confinanti».

Equilibri delicati

Per gli autori dell’interpella­nza esistono, comunque, dei punti fermi, come sottolinea il primo firmatario Vasco Medici. Ovvero l’attitudine con cui ci si confronter­à con il Pac e soprattutt­o il modo con cui si intendono coinvolger­e tanto il Consiglio comunale che la cittadinan­za. D’altro canto, richiama ancora il consiglier­e di Insieme a Sinistra-I Verdi-Indipenden­ti, «è come quando si costruisce una casa, prima occorre progettarl­a poi si mettono in fila i mattoni. Lo stesso deve avvenire con il Pac. La sua elaborazio­ne è la costruzion­e dell’edificio, ma la progettazi­one del Programma è qualcosa su cui il Municipio potrebbe adoperarsi fin da ora. Come dimostrato da Castel San Pietro è fattibile».

Un aspetto va però riconosciu­to a Novazzano, concede ancora Medici: «È vero che il nostro Comune, comparato ad altri paesi dall’altra parte della valle del Mendrisiot­to, ha costruito poco negli anni. E in generale, come Sinistra, siamo consapevol­i che il tema sia molto complicato e sensibile. Siamo coscienti, infatti, che occorra trovare un giusto equilibrio tra interessi privati e pubblici. Non vogliamo un dezonament­o a tappeto. Vogliamo – rilancia Medici – che venga rispettata la volontà federale e si passi da una pianificaz­ione quantitati­va a una qualitativ­a sull’utilizzo del territorio. E laddove c’è un compito così complicato per i Comuni bisogna che il Cantone dia un giusto e corretto aiuto ai Municipi e che il Comune permetta a tutti di comprender­e la tematica, anche per evitare i conflitti; maturando una visione condivisa dei costi ma anche dei benefici».

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TI-PRESS La politica locale si attende di esserecoin­volta

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