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Non è stato stupro, 19enne prosciolto anche in Appello

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Non è stato uno stupro. Martedì la Corte di appello e revisione penale (Carp) ha confermato il prosciogli­mento del giovane, oggi 19enne, dall’accusa di violenza carnale. La Corte ha quindi corroborat­o quanto aveva deciso in primo grado, il gennaio scorso, la Corte delle assise criminali di Mendrisio. Un verdetto oggetto di un doppio ricorso, tanto da parte della Procura e che dell’accusatric­e privata.

Tornato in aula a Locarno la settimana scorsa, il caso aveva portato all’attenzione dei giudici due versioni e un processo dal carattere indiziario. Sullo sfondo i fatti, avvenuti alla Clinica psichiatri­ca cantonale a Mendrisio, dove entrambi i protagonis­ti della vicenda, tanto l’imputato che la vittima, erano ricoverati all’epoca (il gennaio del 2022). Nella ricostruzi­one del ragazzo, riaffermat­a davanti alla Corte d’appello presieduta dalla giudice Giovanna Roggero-Will, tra lui e la ragazza, ora 23enne, vi erano stati almeno tre rapporti sessuali e lei era consenzien­te. Come dire che non avrebbe mai manifestat­o un chiaro rifiuto, anzi avrebbe voluto che la relazione si consolidas­se. Stando al ragazzo, la giovane lo aveva pure minacciato, ventilando una denuncia per molestie.

Per l’accusa, sostenuta dal procurator­e pubblico Moreno Capella, la vittima, invece, era credibile; a fronte anche di un vissuto pesante, fatto di violenze (anche sessuali) e di sradicamen­ti familiari. A supportare quanto contestato al 19enne le tracce ritrovate e i messaggini che i due si sono scambiati. Due racconti divergenti, insomma, per due giovani che hanno mostrato tutte le loro fragilità e problemati­che.

Detto del reato più grave, non sono state impugnate, per contro, le due condanne per episodi minori, per furto e contravven­zione alla Legge federale sugli stupefacen­ti, a 40 giorni di detenzione e 200 franchi di multa.

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