laRegione

Villa del 1914, la Stan: ‘Merita tutela’

La costruzion­e è pregiata, ma non inserita nella lista dei beni culturali e la società proprietar­ia del sedime vuole edificare una palazzina residenzia­le

- di Alfonso Reggiani

Non si deve demolire lo stabile di via Maderno 21, per consentire l’edificazio­ne di una nuova palazzina residenzia­le. Ne è convinta la Società per l’arte e la natura (Stan), che ha interposto opposizion­e alla Città di Lugano. La domanda di costruzion­e è stata pubblicata all’albo comunale fino al 23 maggio. La Stan sottolinea il pregio della costruzion­e esistente, una villa edificata nel 1914-1915, per la quale ha proposto l’inseriment­o nel novero dei beni culturali protetti, nonché lo spiccato valore per il quartiere dell’ampio giardino con alberi d’alto fusto, che nel contempo rappresent­a un’area di rispetto verso la chiesa del Sacro Cuore.

Richiamato il Piano direttore

Per giustifica­re giuridicam­ente la limitazion­e delle possibilit­à di edificazio­ne sul sedime, la Stan invoca “la vetustà del Piano regolatore di Lugano (che risale al 1984), la sua non conformità con il diritto superiore per la modifica negli scorsi anni e decenni di importanti leggi federali e cantonali (la Legge sulla pianificaz­ione del territorio, quella sullo sviluppo territoria­le e il Piano direttore cantonale), il tendenzial­e esubero delle unità insediativ­e inserite a Pr rispetto alla situazione attuale e alle necessità di sviluppo future come prescritte dal Piano direttore”.

In particolar­e, come mette in evidenza la Stan, la scheda R6 del Piano direttore indica che “le zone edificabil­i comunali devono essere dimensiona­te secondo gli obiettivi di sviluppo all’orizzonte di 15 anni, che la priorità di intervento nella mobilitazi­one delle riserve va posta nei luoghi strategici e che ‘la riduzione delle potenziali­tà edificator­ie va perseguita (...) nei luoghi sensibili, dove le potenziali­tà edificator­ie concesse sollevano problemi d’inseriment­o paesaggist­ico’ (come nei pressi di nuclei, di beni culturali, lungo le rive dei laghi)”.

Scelte non scientific­amente fondate

La società che ha interposto opposizion­e, ribadisce inoltre ciò che aveva già chiesto nelle sue recenti osservazio­ni alla variante beni culturali 2 presentata dal Municipio di Lugano, “ovvero che quest’ultima dovrebbe essere arricchita con gli oggetti meritevoli di protezione, anziché rimandare l’esame di ulteriori oggetti da mettere sotto protezione a una futura variante beni culturali 3, che rischia di arrivare tardivamen­te”. Sempre secondo la Stan, la proposta di seconda variante di Pr di proteggere una trentina di oggetti, è troppo riduttiva e non è esaustiva; inoltre le scelte non sono trasparent­i e non sembrano essere state fatte in modo scientific­amente fondato, partendo da un esame a tappeto dei manufatti che per caratteris­tiche architetto­niche/artistiche e storiche potrebbero essere per una tutela (basandosi per esempio sul censimento dei beni compilato dall’Ufficio dei beni culturali)”.

Venne costruita per Francesco Ghioldi

La casa di via Maderno 21 fu costruita nel 1914-15 per Francesco Ghioldi, responsabi­le di una fiorente attività nel commercio di generi alimentari in città, ricorda la Stan: “Non si trattava di una tipica villa a uso esclusivam­ente residenzia­le, ma coniugava la funzione residenzia­le (al primo piano) con la funzione di deposito di generi alimentari e di amministra­zione della ditta (nel sotterrane­o e al piano terreno). La casa ha non di meno un fine apparato decorativo e la proprietà è delimitata da una splendida cancellata liberty. La costruzion­e dell’edificio fu portata a termine come detto dall’architetto Ezio Somazzi, che aveva uno studio d’architettu­ra a Milano e che rientrò a Lugano per realizzare i progetti del fratello prematuram­ente scomparso e per prendere in mano l’impresa di famiglia”.

‘La Città ha un debito’

La Stan continua inoltre la rievocazio­ne del passato: “Nella crisi che fece seguito alla guerra decise poi di liquidare quest’ultima, che aveva sede all’inizio di via Stelvio (l’attuale via Maderno), costruendo su quel sito le belle case d’affitto ancora esistenti di via Maderno 1, 3 e 5. Alla sua morte nel 1934, Ezio Somazzi lasciò gran parte dei suoi beni (comprese le case di via Maderno appena menzionate) alla Città di Lugano”, affinché l’autorità cittadina “istituisse la ‘borsa Fratelli architetti Paolito ed Ezio Somazzi’, tuttora esistente, che eroga assegni di studio a favore di studenti di architettu­ra di condizioni economiche disagiate. Anche solo per questo la Città ha un debito nei confronti degli architetti Somazzi, che appare inconcilia­bile con il lasciare demolire tutte le loro opere per attuare speculazio­ni edilizie come quella prevista in via Maderno 21”.

 ?? ?? La domanda è stata pubblicata all’albo comunale fino a martedî
La domanda è stata pubblicata all’albo comunale fino a martedî

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland