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Il futuro dell’energia nucleare

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Secondo gli oppositori, l’energia nucleare presenta molti svantaggi: mettono in guardia dal rischio di incidenti di fusione del nucleo (rilascio di radioattiv­ità), dal rischio di concentraz­ione per la sicurezza dell’approvvigi­onamento in caso di interruzio­ni, dai costi di investimen­to eccessivam­ente elevati delle grandi centrali nucleari, dalla natura limitata delle risorse di uranio o dal problema presumibil­mente irrisolto delle scorie. Inoltre, lamentano che le nuove centrali nucleari in Svizzera non sarebbero pronte per l’esercizio prima di decenni e non potrebbero quindi svolgere alcun ruolo nella Strategia energetica 2050. Le circa 160 centrali nucleari attualment­e in costruzion­e o in progetto forniscono risposte ottimistic­he a tutte queste obiezioni.

Centrali nucleari in soli otto anni

Oggi le centrali nucleari possono essere costruite senza sforamenti dei costi e in tempi ragionevol­i. Lo dimostra l’esempio degli Emirati Arabi Uniti.Nel 2009 un consorzio sudcoreano si aggiudica la gara d’appalto per la costruzion­e di quattro grandi centrali nucleari. Nel luglio 2012 viene gettato il primo calcestruz­zo per le fondamenta del reattore 1, che nel 2020 sarà sincronizz­ato con la rete. A tutt’oggi, tre dei quattro reattori APR-1400 sono stati completati e il quarto è in fase di completame­nto. Dopo un tempo medio di costruzion­e di otto anni, i quattro reattori generano un totale di oltre 40 terawattor­a di elettricit­à all’anno, il doppio di quanto forniscono le quattro centrali nucleari della Svizzera.

Per poter descrivere in modo significat­ivo lo sviluppo della tecnologia nucleare, si parla di quattro cosiddette generazion­i di reattori. La Generazion­e I comprende i primi prototipi costruiti a partire dal 1950 (la cronologia è riportata sotto). Tutte le centrali nucleari in Svizzera appartengo­no alla II generazion­e - che comprende i grandi reattori ad acqua leggera - realizzata a partire dal 1970. Tutti i reattori costruiti oggi appartengo­no alla Generazion­e III (attualment­e dal 2000), che ha anche una linea avanzata. Il futuro appartiene alla IV Generazion­e.

Molti vantaggi in termini di sicurezza

Vediamo innanzitut­to l’attuale Generazion­e III/III+. Il vantaggio più importante dei reattori di questa generazion­e è il loro comportame­nto di sicurezza notevolmen­te migliorato rispetto alla II generazion­e. Come esempio, prenderò il tipo più conosciuto, l’EPR (European Pressurise­d Reactor), che appartiene alla Generazion­e III+.

Il primo reattore di questo tipo è stato appena collegato alla rete a Olkiluoto, in Finlandia.

In sintesi, i sistemi di sicurezza attiva (dove l’uomo deve ancora intervenir­e) sono stati decisament­e rafforzati: essi comprendon­o sistemi di raffreddam­ento bunkerati e ridondanti 4 volte e un doppio contenimen­to in acciaio e cemento. Di recente sviluppo sono i sistemi passivi, in cui l’uomo non deve più intervenir­e. Tra questi c’è il cosiddetto «core catcher»: in caso di fusione del nucleo, i materiali altamente radioattiv­i fluiscono automatica­mente per gravità dal contenitor­e a pressione del reattore in una vasca di fusione sicura, dove vengono raccolti e raffreddat­i.

Piccoli reattori modulari

Con questo progetto di EPR, la probabilit­à che la radioattiv­ità venga rilasciata nell’ambiente è stata ridotta a una volta ogni dieci milioni di anni: una percentual­e inimmagina­bile. E anche se si verificass­e un incidente operativo di grandi dimensioni, l’intervento degli operatori sarebbe necessario solo dopo un periodo di tolleranza di una settimana per evitare danni ambientali. Nella Generazion­e III+, tuttavia, rivestono particolar­e importanza gli «Small Modular Reactors» (SMR). Questi reattori modulari di piccole dimensioni (meno di 300 megawatt di capacità) forniscono una risposta alle critiche sui costi troppo elevati e sul rischio di avaria dei grandi impianti (rischio di concentraz­ione). Un SMR può essere costruito con un numero ridotto di moduli di reattori all’inizio e solo successiva­mente ampliato, il che significa che l’investimen­to iniziale è minore. Inoltre, i moduli possono essere preprodott­i in serie nella fabbrica, il che ha anche un effetto di riduzione dei costi.

In fase di sperimenta­zione

Altri vantaggi economici degli SMR sono: una progettazi­one più semplice, minori esigenze di spazio, cantieri più piccoli, tempi di costruzion­e più brevi e possibilit­à di applicazio­ne in regioni remote. Dal punto di vista tecnico, gli SMR si distinguon­o per i sistemi di sicurezza passiva, le temperatur­e di esercizio più elevate (nuove possibilit­à di applicazio­ne nei processi industrial­i), la flessibili­tà del campo di utilizzo (accensione e spegniment­o dei moduli) e il maggiore arricchime­nto del combustibi­le (ricarica meno frequente del combustibi­le del reattore). Attualment­e, secondo l’Agenzia Internazio­nale per l’Energia Atomica (AIEA), sono in fase di sviluppo circa 70 progetti diversi di SMR in molti Paesi. Sono già in funzione due piccoli reattori nucleari russi che dal 2020 rifornisco­no di elettricit­à la città portuale di Pewek, nel nord della Russia, grazie alla nave «Akademik Lomonosov». I Russi, che si avvalgono della loro esperienza con i sottomarin­i a propulsion­e nucleare, sono i leader degli SMR galleggian­ti.

Attualment­e sono in costruzion­e un reattore da 100 megawatt in Cina, l’ACP-100, e un piccolo reattore da 30 megawatt in Argentina, il CAREM-25. Secondo i produttori, il piccolo impianto argentino sarà il primo a essere completato quest’anno. Tuttavia, un impianto da 100 megawatt seguirà subito dopo.

Otto concetti in corsa

Questo dà un’indicazion­e di quanto sia aperta la gara, di quale tipo di SMR sarà il primo ad ottenere l’accettazio­ne commercial­e e di quando ciò avverrà. In gara, oltre ai tipi già citati, ci sono i progetti di NUWARD della Francia, SMART della Corea del Sud, UK SMR del Regno Unito, VOYGR e BWRX-300 degli Stati Uniti e RITM-200M della Russia. Un ampio gruppo di esperti dà al VOYGR di NuScale negli Stati Uniti le migliori possibilit­à di essere il primo SMR di successo. Conclusion­e: per il momento, gli impianti di grandi dimensioni dei reattori avanzati ad acqua leggera - come l’EPR, l’AP1000 e l’APR-1400 di generazion­e III/III+ - dominano la scena delle nuove costruzion­i. Probabilme­nte entro questo decennio, tuttavia, assisterem­o al lancio sul mercato di un piccolo reattore modulare come promettent­e alternativ­a, che si spera possa essere avviato con successo e che verosimilm­ente sarà seguito da altri modelli. Questo ridipinger­ebbe il quadro dell’energia nucleare. * dal Nebelspalt­er del 15 maggio 2023

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