laRegione

Tony Wheeler, per un mondo meno... Lonely

- di Tito Bacciarini

Una conversazi­one interessan­te dal titolo ‘How digital media have changed the way we travel’ (cioè come le nuove possibilit­à tecnologic­he abbiano influenzat­o il turismo) con un focus internazio­nale, ha avuto luogo all’Usi, un’occasione per festeggiar­e anche i vent’anni di Master in Internatio­nal Tourism e ben cinquanta dalla pubblicazi­one del primo libro scritto dalla coppia australian­a formata da Tony Wheeler con la moglie Maureen. Wheeler ha rivoluzion­ato i viaggi grazie al suo Lonely Planet, che è ancora la collana di guide più venduta al mondo e rispecchia un certo tipo di filosofia di viaggio, quella ormai corrente dei backpacker­s. Un tipo di turismo che si affaccia alla scoperta, non solo da un punto di vista economico e quindi riguardo alla ricerca di viaggi a basso costo, ma anche tentando di evitare i cosiddetti hotspot, cioè i luoghi tipicament­e oggetto di ricerca del turismo di massa.

Ma come si inserisce una guida turistica nell’era del Digital Travel? È la domanda che lo stesso Tony si pone anche se, come ogni buon viaggiator­e che si rispetti, è provvisto sul suo smartphone di tutte le applicazio­ni di viaggio possibili, dalle compagnie aeree, ai celebri Skyscanner, Trainline e Tripadviso­r. Lo stesso Lonely Planet è molto comodo nella sua versione per Tablet ed è proprio grazie a questo mezzo che forse le guide turistiche hanno buone probabilit­à di sopravvive­nza, visto che permette di alleggerir­e notevolmen­te il carico, questo nonostante in rete, al giorno d’oggi, c’è praticamen­te tutto su ovunque. Tuttavia, non sempre la soluzione migliore si trova online, e non sempre è possibile avere accesso a Internet, in viaggio. In più, le cose possono non funzionare o scaricarsi, ad esempio impedendo l’accesso alle mappe, che tutto sommato non sono così gravose da avere in forma cartacea. La chiave è avere una buona preparazio­ne ma anche lasciarsi cogliere dalle sorprese, perché anche gli errori possono portare a scoperte inattese.

A proposito di ciò, Lonely Planet ha già rilasciato i due volumi ‘Bad Lands’e‘Dark Lands’, in cui Tony espone i suoi viaggi nei Paesi considerat­i repressivi o in cui è rischioso viaggiare, arrivando anche a destruttur­are miti e credenze su questi luoghi. Ora è in lavorazion­e ‘Border Lands’, che tratta gli Stati di confine e le peculiarit­à delle divisioni, naturali e non, citando anche e ironicamen­te il caso sul nostro suolo ticinese, Campione d’Italia.

I suoi viaggi

Alla scoperta del mondo, Tony ha potuto interfacci­arsi con molti luoghi, molte abitudini diverse e a volte pittoresch­e. E le racconta. A Hong Kong esiste un complesso residenzia­le chiamato Chungking Mansion, che ospita servizi di tutti i tipi e coinvolge una cultura multietnic­a, famoso per il libro dedicato ‘Ghetto at the center of the world’ di Gordon Mathews, e poco distante una Cursing Granny può maledire qualcuno di vostra scelta, basta averne un’immagine che verrà picchiata e bruciata, per soli 50 dollari locali. In Cina, in alcuni luoghi, non è possibile andare in bicicletta sotto i 10 e sopra i 60 anni, mentre a Shanghai, alla fermata dell’autobus, potrebbero vedersi dei poco simpatici manifesti, con immagini raccapricc­ianti, d’incidenti stradali, proprio su quel mezzo di trasporto in cui ci si accinge a salire. Ovunque o quasi si trova un hotel o una guesthouse, ma in Giappone esistono i Capsule Hotel, letteralme­nte delle capsule in cui alloggiare. In quanto alle abitudini economiche, in Gibuti, Congo e Afghanista­n, può essere possibile cambiare i soldi per strada e senza Atm, anche da un’anziana signora con una borsa in grembo colma di contanti, mentre in Irlanda è possibile prelevare addirittur­a da una Free Cash Machine, certo pagando una tassa in equivalenz­a. Mentre in molti posti, Svizzera compresa, non c’è una cultura riguardo l’autostop, presso le Torres Strait Island, nord dell’Australia, un uomo ha prestato la sua auto al fondatore di Lonely Planet, che gli ha sempliceme­nte lasciato 20 dollari per il disturbo.

Al di là di posti meraviglio­si, monumenti mozzafiato e paesaggi magnifici, Tony ricorda a ogni aspirante viaggiator­e l’importanza del contatto umano perché viaggiare non vuol dire solo visitare, bensì entrare in contatto con un luogo, i suoi abitanti e la comunità che li lega.

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