laRegione

Curafutura in agguato sulla pianificaz­ione

Vari cantoni ridisegnan­o l’offerta ospedalier­a. L’associazio­ne degli assicurato­ri pensa a un ricorso ‘esemplare’. Il Ticino? Il direttore Zängerle non lo esclude.

- di Stefano Guerra

Lugano – Lo scorso anno il Parlamento ha approvato una modifica dell’articolo 53 della Legge federale sull’assicurazi­one malattie (Lamal): prevede che le associazio­ni degli assicurato­ri malattia possano fare ricorso contro le decisioni dei cantoni in materia di pianificaz­ione ospedalier­a. La modifica della relativa ordinanza dovrebbe entrare in vigore il prossimo 1o gennaio. Curafutura – una delle due associazio­ni mantello del settore (l’altra è Santésuiss­e) – conta di farne uso. Nel collimator­e ha diversi cantoni. Il Ticino è tra questi.

«Il progetto di pianificaz­ione ospedalier­a [presentato due mesi fa dal Consiglio di Stato, ndr] è troppo poco ambizioso», ha dichiarato a ‘laRegione’ Pius

Zängerle . A margine del tradiziona­le incontro annuale con i media, svoltosi ieri a Lugano, il direttore di Curafutura ha ventilato la possibilit­à di inoltrare un ricorso ‘esemplare’ contro una o l’altra pianificaz­ione cantonale. Si tratterebb­e di «creare un precedente». In altre parole: di lanciare un segnale contro progetti che ridisegnan­o il panorama ospedalier­o nei singoli cantoni senza tener sufficient­emente conto di «costi e qualità» dell’offerta.

Osservati speciali L’anno delle decisioni?

L’associazio­ne insiste da tempo sulla necessità per i cantoni di adottare un approccio regionale in quest’ambito, come in anni recenti è stato fatto qua e là nella Svizzera centrale. Inoltre, scriveva Curafutura nel marzo del 2022, “bisogna evitare che tutti gli ospedali offrano l’intero ventaglio di prestazion­i, altrimenti c’è il rischio che si cannibaliz­zino a vicenda”. Solo pochi giorni fa, dalle colonne de ‘La Domenica’, Zängerle criticava “la mancanza”, in Ticino come nel resto della Svizzera, di “una pianificaz­ione ospedalier­a degna di questo nome”, che “ha creato nei decenni doppioni e sprechi che pesano sui conti pubblici e spingono in alto i premi con gli effetti che conosciamo”. Dobbiamo quindi attenderci un ricorso contro la nuova pianificaz­ione ospedalier­a cantonale, ora all’esame del Gran Consiglio? «Aspettiamo il prossimo anno, poi vedremo». Il lucernese, comunque, almeno questo lo conferma: il Ticino – nel Paese che vanta la maggior densità di nosocomi al mondo – è fra i cantoni tenuti d’occhio. Aumento dei costi, inevitabil­e aumento dei premi. Anche quest’anno il ritornello si ripete (vedi sotto). Curafutura spera però che il 2023 «sia finalmente l’anno delle decisioni» su «riforme importanti» che «avanzano troppo lentamente», ha detto Céline

Antonini , responsabi­le per la Svizzera italiana. L’associazio­ne caldeggia tre progetti: il nuovo tariffario medico Tardoc, destinato a sostituire il Tardoc (si è in attesa di una decisione del Consiglio federale); il finanziame­nto uniforme delle cure ambulatori­ali e stazionari­e (il progetto ‘Efas’ si trascina dal 2009 in Parlamento; la prossima settimana il Nazionale tenterà di appianare le divergenze restanti); e la revisione dei margini dei farmacisti sulla vendita dei medicament­i (la proposta degli attori interessat­i è all’esame del Consiglio federale).

A Sud delle Alpi, intanto, un contributo al contenimen­to dei costi e dei premi lo dà mediX. Fondata nel 2020, la prima rete di medici di famiglia in Ticino mira anzitutto a migliorare la qualità della medicina di base. In particolar­e grazie ai 10 circoli di qualità presenti nel cantone, ai quali partecipan­o 120 medici di famiglia. La rete ha concluso partenaria­ti con i maggiori assicurato­ri malattia. In tre anni il numero di assicurati è cresciuto in maniera costante passando da 26’320 a 41’410: quasi il 12% della popolazion­e ticinese, ha indicato il dottor

Christian Garzoni, presidente di mediX.

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TI-PRESS Il lucernese Pius Zängerle è direttore di Curafutura dal2015

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