‘È un favore ai piccoli commerci, non alla grande distribuzione’
L’associazione sostiene la modifica della Legge sui negozi
Gag
Un adeguamento minimo per fornire un aiuto alla sopravvivenza dei piccoli commerci ticinesi, con delle modifiche che non andranno ad alterare le condizioni di lavoro dei dipendenti. È quanto pensa la Federcommercio sulla modifica della Legge sui negozi, in votazione il 18 giugno. «Libertà è l’opposto di obbligo, questa modifica della Legge non sarà una costrizione ma una opportunità», ha affermato
presidente di Federcommercio. «I lavoratori sono protetti dalla Legge Federale e le Commissioni paritetiche controllano che non vi siano infrazioni. Ad oggi – ha voluto precisare Sommaruga –, non ve ne sono state dopo due anni di controlli». E tra i benefici
Sommaruga, Lorenza
ribaditi anche dai presidenti delle varie società distrettuali dei commercianti c’è lo stimolo al consumo interno, evitando così potenziali spese all’estero o su piattaforme di commercio online. «Dopo aver resistito alla crisi degli ultimi tre anni molti piccoli commerci hanno imparato a trasformarsi, ma si è compreso soprattutto che le difficoltà proseguono in una costante di cambiamenti. Sfide e incognite sono all’ordine del giorno e per proseguire serenamente abbiamo bisogno di aiuto nell’ottenere libertà e flessibilità».
‘Dai referendisti disinformazione fasulla’
Tre le modifiche sulle quali si voterà: aumentare da tre a quattro le domeniche all’anno durante le quali i lavoratori possono essere occupati nei negozi senza richiedere alcuna autorizzazione, di concedere l’apertura delle attività fino alle 19 anche nelle feste infrasettimanali non parificate alla domenica (escluso il Primo maggio) e nelle domeniche che precedono il Natale, e di aumentare le superfici da 200 a 400 metri quadri per quanto riguarda i negozi che hanno diritto alle deroghe di legge previste per le località turistiche la domenica. Contro la modifica di Legge, proposta da un’iniziativa parlamentare del Plr e approvata dal Gran Consiglio, era stato lanciato un referendum promosso da Unia, Ocst e una serie di associazioni. «I referendisti – ha detto Sommaruga – hanno spiegato questa modifica come un favore alla grande distribuzione, a scapito dei piccoli commerci e dei dipendenti. È una disinformazione di basso livello, fuorviante, fasulla e dannosa per la categoria ma soprattutto per i lavoratori stessi».
‘La domenica in più un’occasione ghiotta’
Per la presidente della Federcommercio «400 metri quadrati è la dimensione di un medio negozio cittadino, non quella di un grande magazzino. La domenica in più all’anno sarebbe inoltre un’occasione ghiotta per tutti per aprire i negozi. E proprio perché ne beneficerebbero tutti, anche i catalizzatori, non vi sono dubbi che gioverebbe anche e forse soprattutto ai piccoli. Lo dico per esperienza».
Un ticinese su due fa la spesa in Italia
Nel frattempo uno studio pubblicato ieri da Comparis mette in luce come il turismo degli acquisti sia ben presente in Svizzera, soprattutto in Ticino. Nella Svizzera italiana, afferma il rapporto, il 54% dichiara di fare acquisti oltre frontiera, un dato assai superiore a quelli registrati in Romandia (23%) e nella Svizzera tedesca (22%). “Chi vive in una regione di confine si reca all’estero più spesso per risparmiare rispetto a chi abita nei cantoni centrali e questo anche se finora il rincaro nei paesi limitrofi è stato nettamente più elevato che in Svizzera”, afferma lo studio che sottolinea come l’inflazione sia diventata per gli svizzeri il problema numero uno, superando il cambiamento climatico.