laRegione

Dadò: ‘Il nostro successo ha scatenato famelici appetiti’

Il capogruppo Agustoni: ‘Non si aumenti il moltiplica­tore’

- di Jacopo Scarinci

Tanta soddisfazi­one per come sono andate le Cantonali – «ci hanno visto finalmente, e dopo decenni, tra i vincitori» – ma con la consapevol­ezza che il percorso verso le Federali di ottobre, soprattutt­o con in ballo il seggio al Consiglio nazionale che sarà lasciato libero da Marco Romano, sarà tortuoso. Su questo doppio binario si snoda il discorso che il presidente del Centro

Fiorenzo Dadò ha tenuto ieri sera davanti al Comitato cantonale del suo partito riunito a Sant’Antonino.

Alle elezioni del 2 aprile, «siamo stati l’unico partito di governo a non aver perso nulla e ad aver guadagnato posizioni – rivendica Dadò –, questo non deve farci diventare arroganti ma renderci orgogliosi». E partendo da ciò, «in un contesto in cui appare evidente la disaffezio­ne generale nei confronti dei partiti e della politica, con la presenza di liste di rottura e tematiche come mai si era visto prima, questo successo elettorale non è cosa da poco ma, al contrario, è da considerar­e un primo significat­ivo passo nella giusta direzione, su un sentiero che, non illudiamoc­i, presenterà ancora ostacoli seri e momenti di sconforto».

‘Dagli altri partiti malcelata invidia e parecchio nervosismo’

Già, perché per Dadò l’essere usciti «vincitori» dalle Cantonali «ha suscitato una malcelata invidia e parecchio nervosismo. Per essere chiari, per il seggio lasciato libero da Romano si stanno palesando i più famelici appetiti. Chi per vincere, chi per riscattars­i».

E lo dice chiarament­e, Dadò: «L’Udc ha già dichiarato di ambire al secondo seggio, che è evidenteme­nte il nostro, ma non è da sola. Soprattutt­o l’estrema sinistra, quella sempre arrabbiata e che pur essendo al governo si oppone a tutto, essendo uscita malconcia dalla contesa elettorale a causa della pessima gestione del caso Mirante e – spinge sull’accelerato­re il presidente del Centro – per gli scandali degli abusi che vedono coinvolti alcuni loro esponenti di spicco, ha sete di riscatto e sta manifestan­do tutto il suo nervosismo di cattivi perdenti con i soliti metodi a loro congeniali, come si è visto ancora recentemen­te chiamando in causa persino i tribunali pur di accaparrar­si una sedia commission­ale in più». Insomma, «per far fronte a questo attacco frontale che si sta delineando nei nostri confronti, non dobbiamo avere nessuna paura ma dobbiamo presentarc­i all’elettorato unicamente per quello che siamo stati sin qui, con una compagine forte e profilata che sappia farci entrare per davvero nella partita». Questa compagine verrà ufficializ­zata dal Comitato elettorale convocato per il 22 giugno, la commission­e ‘cerca’ composta da Marco Passalia, Benedetta Bianchetti e Claudio Franscella è al lavoro.

‘Non accetterem­o qualsiasi proposta di risanament­o’

Non usa mezzi termini nel suo intervento Maurizio Agustoni, alla testa dei deputati del Centro in Gran Consiglio, che in merito al recente incontro tra presidenti e capigruppo con il Consiglio di Stato sottolinea come «l’impression­e è che il Preventivo 2024 sarà un esercizio complicato, alcuni potrebbero evocare scenari da pianto e stridori di denti». Una preoccupaz­ione «comprensib­ile», ma Agustoni è «perplesso» dal fatto che «venga espressa proprio da quei partiti che giusto un anno fa garantiron­o con disinvoltu­ra che per rispettare il decreto sul pareggio di bilancio sarebbe bastato rallentare la crescita della spesa senza peggiorare i servizi ai cittadini».

E il tempo non tende al bello: «Nei primi disordinat­i scampoli di questa poco promettent­e legislatur­a mi sembra evidente che senza il nostro costruttiv­o contributo non ci saranno maggioranz­e», e Agustoni assicura che «non accetterem­o qualsiasi proposta di risanament­o. L’equilibrio delle finanze è necessario, ma non sia un vuoto feticcio sull’altare del quale sacrificar­e la qualità di vita e il benessere della popolazion­e».

La riforma tributaria si allontana, ‘Più imposte per gli sgravi fiscali? No’

Finito? No, perché il veleno è nella coda: «Entro la fine del 2023 il Gran Consiglio dovrà decidere se confermare per il 2024 l’attuale coefficien­te d’imposta al 97%, abbassarlo al 96%, o riportarlo al 100%». Ebbene, «personalme­nte mi sembra di poter dire fin da adesso che per convinzion­e e rispetto della volontà popolare un aumento al 100% non può entrare in discussion­e». Per Agustoni «non deve essere imposto alcun aumento della pressione fiscale, sarebbe tanto più ingiusto e insostenib­ile se servisse a compensare la mancanza di volontà a rivedere la spesa pubblica o ad attuare sgravi fiscali di cui beneficere­bbe una fascia ristretta della popolazion­e». In altre parole: il sostegno del Centro alla riforma tributaria si fa sempre più lontano.

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TI-PRESS Un segnale a Plr, Ps, Udc... eVitta

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